rassegna stampa roma

Ottima partita e tanti miglioramenti

(Il Romanista – G.Caccamo) – La supersfida dell’Olimpico inizia con una Juve molto attenta nel pressing sull’inizio azione della Roma, e quindi con una propensione offensiva molto accentuata, resa ancor più decisa dall’immediato...

Redazione

(Il Romanista - G.Caccamo) - La supersfida dell’Olimpico inizia con una Juve molto attenta nel pressing sull’inizio azione della Roma, e quindi con una propensione offensiva molto accentuata, resa ancor più decisa dall’immediato svantaggio.

Il Totti avanzato e il Lamela trequartista offrono qualità ed equilibrio tattico all’attacco romanista, penalizzato oltremisura solo dal troppo timido approccio alla partita del giovane Viviani e di Greco. La sfuriata della Juve è furibonda ma scarsamente lucida consentendo alla Roma, col passare dei minuti, almeno alleggerimenti più pericolosi e manovrati. I bianconeri danno comunque l’impressione di essere una squadra molto equilibrata, capace di offendere e di fare gioco in ogni parte del campo, dotata di una forte personalità e di ottime individualità. Il canovaccio di tutto il primo tempo resta invariato, con gli juventini votati ad una spinta decisa e costante sulle fasce per poi cercare conclusioni e percussioni centrali dal limite dell’area, e una Roma che probabilmente senza volerlo costretta a giocare di rimessa. L’inizio della ripresa non trova la stessa intensità di gioco da parte degli uomini di Conte, ora prudenti nel cercare le adeguate coperture ai contrattacchi romanisti; le fiammate di gioco e di occasioni dal ventesimo, sono figlie di un agonismo e di una determinazione conosciute ed apprezzate per la Juve, ritrovate per la Roma; migliorano collegamenti, intesa e voglia nei giallorossi nel finale del secondo tempo, merito anche del maggior “peso specifico” del centrocampo ridisegnato da Luis Enrique, in un quadro forse più italianizzato sia nel modulo che negli atteggiamenti.

In definitiva, un’ottima partita, per intensità, decisione, atteggiamento complessivo, con alcune considerazioni tattiche secondo noi non trascurabili: forse per la prima volta giocatori non snaturati in posizioni sul campo a loro non idonei (nel caso di De Rossi ogni posizione sul rettangolo di gioco è a lui confacente), attenzione al presidio sulle fasce, Totti richiamato a giocare 20 metri più avanti, Lamela posizionato da trequarti-ala, e ripetiamo una predisposizione tattica nuova e forse più adatta al campionato italiano. Sceglie così un palcoscenico di livello, diremmo da terza dimensione, il tecnico asturiano, non certo per rinnegare il suo credo calcistico, semmai per stupirci, chi più chi meno sulle sue capacità di adattamento alla nostra “Liga”.