(Il Romanista - D.Galli) - Trigoria, mercoledì, esterno giorno. Pomeriggio inoltrato, la seduta di allenamento sta per volgere al termine. In partitella Heinze entra in maniera brusca.
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Osvaldo sereno: «Va tutto bene»
(Il Romanista – D.Galli) – Trigoria, mercoledì, esterno giorno. Pomeriggio inoltrato, la seduta di allenamento sta per volgere al termine. In partitella Heinze entra in maniera brusca.
Alla Heinze per capirci. Osvaldo si rialza, i due si mandano a quel paese, la punta prende e se ne va imprecando. Allenamento finito, causa infortunio. È un caso? No, è un’incazzatura. Ordinaria amministrazione, un episodio che non produce conseguenze, nasce e muore lì. La Roma ufficiosamente non stigmatizza: sdrammatizza. Sabatini e Baldini ieri gli hanno comunque parlato. Gli hanno chiesto di cercare di tenere a freno i nervi.
Nessun rimbrotto, meno che mai una multa. Un consiglio spassionato. La verità è che Osvaldo vorrebbe spaccare il mondo, ha capito benissimo di avere avuto con Lamela una reazione esagerata (anche se c’è chi non la pensa così) e ha accettato la punizione della mancata convocazione contro la Fiorentina. Ma ora gli prude il piede. I compagni l’hanno capito, Osvaldo ha solo bisogno di smaltire questa tensione nervosa. Come? Giocando, semplice. E segnando, se possibile. Uscendo ieri da Trigoria ha firmato autografi come se nulla fosse. Qualcuno l’ha definito un caso costante. Sciocchezze. Pablo Daniel Osvaldo è stato tante cose finora, per carità. È stato una scoppola mollata a Lamela, è stato con 5 gol il principe giallorosso dell’area di rigore, è stato una rovesciata da antologia annullata da un guardalinee peccatore. Ma un caso no, non lo è mai stato. È semplicemente, appunto, troppo carico. Ci sta.
Ieri, i giornalisti fuori da Trigoria gli hanno chiesto come stava. E come volete che stia? «Sono alla Roma, non posso stare meglio», ha risposto Daniel, prolifico attaccante dal carattere caliente Lunedì potrebbe sfogarsi. In linea teorica, Osvaldo si contende una maglia da titolare con Borriello. Non con Totti e Lamela, che altrettanto teoricamente una maglia dovrebbero essere certi di averla. Teoricamente, perché poi c’è la pratica. Ci sono le valutazioni che fa Luis Enrique, spesso controcorrente rispetto a quelle di tifosi e giornalisti. Le indicazioni che provengono da Trigoria sono: Totti trequartista, coppia d’attacco Lamela-Osvaldo. Borriello pare destinato a finire ancora una volta in panchina. Il destino di Marco pare segnato. C’è sintonia con i compagni, non con il tecnico. Per mille ragioni. Discorso completamente diverso per Osvaldo, che Luis Enrique adotterebbe volentieri. Perché se c’è uno che crede al progetto tecnico made in Asturia, quello è proprio Daniel, l’attaccante di sangue argentino, attributi italiani e maglia romanista
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