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Osvaldo: “Roma, voglio fare 20 goal”

(Corriere dello Sport – G. D’ Ubaldo) – Due anni all’Espanyol restituiscono in Italia un Osvaldo nuovo. Qui da noi ha realizzato nove gol in serie B e otto in A, in quattro anni e mezzo. In Spa­gna venti in un anno e mezzo.

Redazione

(Corriere dello Sport - G. D' Ubaldo) - Due anni all’Espanyol restituiscono in Italia un Osvaldo nuovo. Qui da noi ha realizzato nove gol in serie B e otto in A, in quattro anni e mezzo. In Spa­gna venti in un anno e mezzo.

Un motivo ci sarà: «For­se in Italia non mi avevano capito e in Spagna ho tro­vato la continuità che avevo avuto solo a Lecce. Mi sono trovato bene sin dall’inizio, e sono cresciuto ri­spetto a quando ero qui». Eccolo Pablo Daniel Osvaldo, l’acquisto più costo­so della Roma. Un giocatore sul quale la società ha puntato forte. Ha scelto la maglia numero nove, tan­to per chiarire il suo ruolo a chi avesse ancora qual­che dubbio: «Mi sento punta centrale, Zeman mi uti­lizzava anche come esterno, ma il mio ruolo è quello» . La Roma lo ha pagato caro, ma questo non è un pe­so per l’argentino: «No, mi hanno paga­to poco... (ride, n.d.r.) Non mi piace par­lare tanto, preferisco farlo sul campo. Vedrete voi stessi, sono convinto di fare bene, avevate idee sbagliate su di me. Sono tornato perchè ho voglia di pren­dermi la rivincita » .

 

FIDUCIA - Giovedì contro lo Slovan Totti è stato sostituito, Osvaldo era in tribuna, appena arrivato a Roma. Di Totti può solo parlare be­ne: «Sono scelte che fa l’allenatore, che non riguarda­no me. Per me sarebbe un onore giocare con lui, non ero nemmeno professionista e lo ammiravo, sono or­goglioso di condividere lo spogliatoio con lui, spero di condividere anche il campo». Ha visto la Roma eliminata dall’Europa: «Mi è di­spiaciuto per l’eliminazione, ma la stagione è lunga,faremo cose importanti in campionato». Luis Enrique lo ha convinto ad accettare la Roma, punta molto su di lui: «Finora ho parlato poco con l’allenatore. Ci sarà tempo per capire cosa vuole da me in campo da qui all’inizio del campionato ». Per anni il ruolo di centravanti è stato di Totti. Ora ci sarà concorrenza:«Possiamo giocare anche insie­me, sulle posizioni in campo dovete chiedere all’alle­natore. Io ho voglia di giocare, sono venuto qui per giocare. Capisco che ci sono compagni con qualità importanti, è bello avere una squadra nella quale possono gioca­re tutti. Non so chi sceglierà l’allenato­re, ma se fossi in lui sarei contento. Tot­ti è un fuoriclasse, con gli altri siamo più o meno tutti uguali».

Potrebbe fare anche l’esterno nel tri­dente? Osvaldo è sincero: «Mi posso adattare a qualsiasi situazione, sono un professionista, ma queste cose le vedrà l’allenatore, a me piace giocare centravanti». In Spagna ha segnato tanto, in Italia ha incontrato qualche difficoltà. Osvaldo una spiegazione ce l’ha: «A Firenze entravo negli ultimi dieci minuti, così è dura per un attaccante. Se mi avessero dato più continui­tà qualche gol in più l’avrei fatto. Anche a Bologna ho giocato poco solo. Per un attaccante quando fai una partita si e quattro no è difficile segnare». Gli piacerebbe ricalcare le orme di Batistuta: «E’ sempre stato il mio idolo, non so se somiglio a lui o no, spero di fare almeno la metà dei suoi gol, anche a Ro­ma ha fatto grandi cose. Spero che i tifosi della Roma mi ricordino per aver segnato venti gol all’anno...». Uno dei suoi principali sponsor è stato Ivan De La Pena: «E’ un grande amico, ancora lo sento. Gli ave­vo detto che volevo venire alla Roma, ma non abbia­mo parlato di situazioni tattiche. Mi di­spiace non trovarlo, spero che torni».

 

SVOLTA - La Roma può rappresentare la svolta della sua carriera: «Ho molta fi­ducia in me, sono venuto per fare bene in italia e ho scelto la Roma perchè è una grande squadra». Non è un vantaggio restare fuori dal­l’Europa: «Ci dispiace a tutti, è andata così, dobbiamo guardare avanti, in campionato con questa squadra possiamo fare cose importanti». Non gli fa paura la pressione di una piazza come questa: «La Roma è una grande squadra e ci sono at­taccanti importanti. Non è Firenze nè l’Espanyol. Più grande è la squadra e più grande è la responsabilità, a me piace questo, sentire la pressione della gente, che un po’ in Spagna mi stava mancando. Per questo ho scelto la Roma». In Italia dove ha giocato non sempre ha lasciato un buon ricordo. Si rivolge sorridente ai giornalisti: «Sotto il profilo caratteriale avete esagerato, ho un carattere forte, mi piace vincere, però sono un bravo ragazzo, non litigo con nessuno, avete idee sbaglia­te su di me»