(Il Romanista - V.Valeri) - Tutti ne parlano bene, tutti lo elogiano, e lui non vuole deludere nessuno. Pablo Daniel Osvaldo sta vivendo un vero e proprio “magic moment”, di quelli che aspetti una vita intera.
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Osvaldo, marcia in più dall’Italia
(Il Romanista – V.Valeri) – Tutti ne parlano bene, tutti lo elogiano, e lui non vuole deludere nessuno. Pablo Daniel Osvaldo sta vivendo un vero e proprio “magic moment”, di quelli che aspetti una vita intera.
L’esordio in Nazionale al 10’ del secondo tempo, martedì sera a Pescara contro l’Irlanda del Nord, è solo l’ultimo dei passi obbligati verso una completa conferma da giocatore. Tornato a Roma per immergersi completamente nel clima derby, si è subito goduto il “bentornato” della società, che sul profilo ufficiale di Twitter ha pubblicato una sua foto mentre si recava ieri mattina all’allenamento: maglia bianca con teschio nero (ormai immancabile nel look “piratesco” di Pablo), pantaloni grigi della tuta e scarpe bianche da ginnastica. Dopo i tre gol consecutivi con la casacca giallorossa, l’ex Espanyol si è messo in mostra anche nei primi 35 minuti disputati con quella azzurra: pressing a tutto campo, agonismo, generosità. Cesare Prandelli è rimasto ben contento di lui, che nella notte, dopo il match, intercettato da Calciomercato.it ha rilasciato alcune dichiarazioni, tornando sul suo sentimento di italianità: «Io mi sento italiano – ha ribadito il centravanti nato a Buenos Aires 25 anni fa - , mi ci sento davvero e per sempre. Il mio cuore è italiano.
Stasera (martedì, ndr) sono felice per come è andata e anche perché c’era davvero tanto pubblico, una cosa impressionante». Tra tre giorni all’Olimpico sarà tempo di stracittadina. Non è la prima in assoluto per lui, ma per quanto riguarda quella di Roma sì, e probabilmente l’emozione la sente. Ma anche se stuzzicato a dovere, Pablo non ha voluto toccare l’argomento: «E’ una partita delicata – si è limitato a rispondere - come ho già detto non ne parlo. Lo farò solo domenica sera». Insomma, silenzio e riservatezza, sintomi di una concentrazione ferreche l’italo-argentino non vuole perdere. Nelle gerarchie di Luis Enrique, il numero 9 è uno dei primi (sempre dopo Totti e De Rossi, in ogni caso), e in proiezione Lazio è sicuramente una delle poche certezze in attacco. Il Capitano ha pochissime se non nessuna chance di farcela, Borriello e Borini potrebbero contendersi una maglia, Lamela può essere il“colpo di teatro”, Okaka è ormai ai margini della squadra. Insieme a Bojan – altro al top della forma e carichissimo mentalmente - , Pablo è uno dei pochi certo di una maglia da titolare. Insomma, la Curva Sud aspetta i suoi gol, vuole continuare a festeggiarlo e vederlo in ginocchio sulla pista d’atletica che fa il gesto della mitraglia. Tanto per non farsi mancare nemmeno il dolce remake del suo idolo Gabriel Omar Batistuta: 29 aprile 2001, terzo minuto del secondo tempo, discesa di quaranta metri da parte di Marco Delvecchio, che crossa al centro dalla sinistra dove l’argentino con una zampata fantastica porta in vantaggio i giallorossi, con conseguente corsa sotto la Sud e mitraglia spianata. Glielo avranno detto a Pablo?
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