(Il Romanista - D.Giannini) - Si può esordire nella Roma e fare subito cifra tonda? Certo che si può. Se, come tutte le indicazioni degli ultimi giorni lasciano pensare, Luis Enrique dovesse decidere di schierarlo, domani Pablo Osvaldo raggiungerà le 100 presenze nel calcio italiano.
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Osvaldo, la prima è la centesima
(Il Romanista – D.Giannini) – Si può esordire nella Roma e fare subito cifra tonda? Certo che si può. Se, come tutte le indicazioni degli ultimi giorni lasciano pensare, Luis Enrique dovesse decidere di schierarlo, domani Pablo...
Un modo quanto meno ben augurante di vestire per la prima volta la maglia giallorossa. La prima in assoluto, perché l’acquisto dell’attaccante argentino, ma naturalizzato italiano, è stato ufficializzato dalla Roma lo scorso 25 agosto. Vale a dire il giorno della eliminazione dalla Europa League per mano dello Slovan. Quella sera Osvaldo era allo stadio per partecipare a quella che doveva essere una festa. Ed era iniziata come tale, con gli applausi per lui così come per tutti gli altri acquisti messi a segno da Sabatini fino a quel momento. La fine di quella giornata la conosciamo tutti, la delusione, i fischi nei confronti della squadra e di Luis Enrique. Il “metralleta” ovvero “mitraglietta” (questo il soprannome del giocatore acquistato dall’Espanyol per via dell’esultanza dopo i gol con il gesto che rese celebre Batistuta) è dunque arrivato nel giorno della grande tristezza romanista e con qualche perplessità del popolo giallorosso per l’esborso economico necessario per portarlo nella Capitale. Lui però non ha battutto ciglio ed ha cominciato a lavorare sodo cofermando in allenamento a Luis Enrique le caratteristiche che avevano spinto il tecnico asturiano a chiederlo fortemente a Sabatini. Osvaldo nella conferenza stampa di presentazione non si nascose: «Il mio cartellino è costato molto? No, mi avete pagato poco (aveva detto ridendo). Non mi piace parlare tanto, giudicherete vedendomi giocare. Sono convinto che farò bene». E il problema della coesistenza con Totti? Su quello aveva risposto lapidario: «Possiamo giocare anche insieme». E i fatti sembrano davvero dargli ragione. Domani lui e il capitano dovrebbero essere entrambi in campo dal primo minuto. Uno a caccia del gol numero 208 in serie A, l’altro, il nuovo arrivato, alla ricerca del primo da romanista. Che, come detto, coinciderà con la presenza numero 100 nel nostro calcio. La prima era arrivata l’8 aprile del 2006 con la maglia dell’Atalanta che lo aveva preso qualche mese prima nel mercato di gennaio dall’Huracan. In quella occasione giocò appena 3’ minuti, quelli che gli concesse l’allora tecnico dei bergamaschi Colantuono, che lo mise dentro al posto di Lazzari nella vittoria casalinga per 2-0 contro la Cremonese. A Bergamo Osvaldo ci rimase poco, passando poi per Lecce, Fiorentina e Bologna e mettendo insieme 99 gettoni di presenza tra Serie A (46), Serie B (34), Coppa Italia (6) e Coppe Europee (13). Il tutto condito con 17 gol, solo in campionato. Pochi rispetto ai 20 in 44 presenze con l’Espanyol in un anno e mezzo. Quelli che hanno convinto la Roma a prenderlo e che hanno rilanciato la sua carriera. «Avevo voglia di rivincita» aveva detto sempre lui in conferenza. Il tempo della rivincita è arrivato. La sua nuova carriera italiana comincia domani, contro il Cagliari. Con la presenza numero cento e, magari, con la prima mitraglia sotto la Sud.
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