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Osvaldo: esulta come Bati. Per gli spagnoli si chiama Metralleta

(Il Romanista – D.Giannini) – Bisogna avere un bel carattere e un bel coraggio per segnare con la maglia numero 9 della Fiorentina e poi correre sotto la Fiesole a fare la “mitraglia”.

Redazione

(Il Romanista - D.Giannini) - Bisogna avere un bel carattere e un bel coraggio per segnare con la maglia numero 9 della Fiorentina e poi correre sotto la Fiesole a fare la "mitraglia".

Per fare come feceva Gabriel Omar Batistuta, andando a ricordare un giocatore che per i tifosi viola era quasi una divinità. Pablo Daniel Osvaldo, il coraggio lo ha avuto e i tifosi della Fiorentina lo hanno amato tanto. Magari non tanto per quella esultanza, piuttosto per l’importanza di 2 dei 5 gol realizzati quando era a Firenze. Perché se la butti dentro a Torino contro la Juventus (con la rivalità che c’è tra le due squadre) e con quel gol ragali il 3-2 definitivo e una vittoria che in trasferta mancava da 20 anni, è normale che la tua tifoseria ti voglia bene. Era il 2 marzo del 2008 e Osvaldo alla corte dei Della Valle ci era arrivato da pochi mesi. Non contento, all’ultima giornata regala un’altra gemma: di fronte c’è il Torino e i viola sono in corsa per il quarto posto che vale l’accesso in Champions. E lui che fa? Si inventa una rovesciata quasi dal limite dell’area che dà la vittoria e spalanca le porte dell’Europa che conta. E’ stato probabilmente quello il momento migliore di Osvaldo in Italia. All’epoca aveva 22 anni e nel nostro Paese ci era arrivato già da altri due. Da dove? Dalla sua Argentina, da Buenos Aires, dove è nato il 12 gennaio del 1986. Il piccolo Pablo i primi calci al pallone li dà a 9 anni nel settore giovanile del Lanus. Dopo 4 anni lì, si trasferisce al Banfield e dopo altri 12 mesi va all’Huracan. Nel 2005, a 19 anni, esordisce in prima squadra collezionando 33 presenze e 11 gol. A quel punto lo notano in Italia e l’Atalanta lo prende nel gennaio del 2006 facendogli giocare 3 partite prima della fine dal campionato nelle quali lui riesce a segnare la sua prima rete nel nostro Paese, anche se in Serie B. Quella stessa estate, i nerazzurri lo cedono in comproprietà al Lecce, dove era stato notato da Zdenek Zeman, che lo aveva visto in azione in una partita del campionato Primavera dell’anno precedente. In Puglia gioca la prima parte di stagione da titolare, segnando il primo gol con la nuova maglia contro l’Albinoleffe.

L’alchimia creatasi con il tecnico boemo sembrerebbe potergli aprire le porte del grande calcio, ma non sarà così. Perché dopo 18 giornate Zeman viene esonerato e sostituito da Papadopulo, che lo impiega raramente e con il quale non riesce a mettersi in luce. Ma ormai un po’ di nome Osvaldo se l’è fatto. E in estate, dopo che l’Atalanta ne ha riacquistato la metà del cartellino ceduta al Lecce, viene venduto alla Fiorentina per 4,5 milioni di euro. Il 29 settembre 2007 debutta in Serie A con la maglia della Fiorentina e segna una doppietta in trasferta contro il Livorno nella partita vinta per 3-0. Il 29 novembre segna anche il primo gol in Coppa Uefa contro l’AEK Atene. Insomma, un bell’inizio. E pure una bella fine, visto che tra marzo e maggio arriveranno le già descritte reti alla Juve e al Torino. Poi però l’attesa esplosione non arriva e a gennaio 2009 il Bologna lo acquista per la comunque considerevole cifra di 7 milioni di euro. Anche a causa di un infortunio, deve aspettare la prima giornata del campionato 2009-2010 per realizzare la prima rete in rossoblù, proprio contro la sua ex squadra, la Fiorentina. Ma in Emilia non riesce ad ambientarsi al meglio e a gennaio 2010 viene dato in prestito oneroso all’Espanyol fino al termine della stagione. Dove è di fatto risorto. Con l’altra squadra di Barcellona ritrova quel feeling con il gol che sembrava essere scomparso. Tanto che il club spagnolo a giugno 2010 ufficializza di averlo preso a titolo definitvo sborsando 5 milioni di euro. E lui finora ha ricompensato la fiducia dell’Espanyol con 20 gol in 44 partite. Abbastanza per conquistare i suoi tifosi, che lo hanno sprannominato “El killer” e “metralleta” , proprio per quella esultanza alla Batistuta. Ma con i gol è tornato soprattutto ad attrarre i grandi club. In primis l’Atletico Madrid che, secondo quanto riportato dai quotidiani spagnoli, avrebbe individuato in lui il possibile sostituto del “Kun” Aguero. A quale cifra? Sempre dalla Spagna riferiscono di un’offerta di 15 milioni di euro dei “colchoneros”. Lui qualche settimana fa aveva così parlato della possibilità di trasferirsi a Madrid: «I colori biancorossi non mi dispiacciono. Ma nemmeno l’azzurro e il bianco, che sono poi i colori della nazionale argentina. Per il mio stile di gioco mi piace il campionato spagnolo, perché le squadre giocano con una mentalità diversa e il fatto che ci siano così tanti giovani, dice un sacco sul lavoro fatto dai vivai». Ok, ma per la nuova Roma, che è la squadra italiana più spagnola che ci sia, potrebe magari ripensare al ritorno in Serie A. In giallorosso potrebbe fare comodo, per le sue caratteristiche fisiche (182 centimetri per 74 chili) e per quelle tecniche, per la sua capacità di giocare in tutti i ruoli dell’attacco. E poi ha un vantaggio non da poco quello di essere comunitario, anzi italiano, visto che è stato naturalizzato grazie ai suoi avi. Ed è per questo che Osvaldo ha giocato per la nostra Nazionale. Nel 2007 ha debuttato nella under 21 di Casiraghi nella vittoria per 5-0 contro l’Azerbaigian nelle qualificazioni all’Europeo. E’ del 2008 invece il suo unico gol azzurro nel torneo di Tolone quando in finale la Nazionale Olimpica superò il Cile. Ma quello è il passato. Il presente parla di un giocatore di 25 anni che pare ritrovato, che è pronto a fare la mitraglia tante altre volte.