(Il Romanista - C.Zucchelli) Due romanisti in campo, tanti altri in tribuna. A partire dal presidente della Roma, DiBenedetto, e dal suo Capitano, Francesco Totti.
rassegna stampa roma
Osvaldo c'è, ma l'Italia va ko
(Il Romanista – C.Zucchelli) Due romanisti in campo, tanti altri in tribuna. A partire dal presidente della Roma, DiBenedetto, e dal suo Capitano, Francesco Totti.
Italia- Uruguay 0-1 per i colori giallorossi è stata anche e soprattutto questo. Nel freddo dell’Olimpico, che domenica sera ospiterà Roma-Lecce, la Nazionale di Cesare Prandelli se la vede con i campioni del Sudamerica e lo fa schierando a centrocampo De Rossi (intermedio a destra) e in attacco Osvaldo. I due romanisti partono dall’inizio, si cercano spesso, fin dal riscaldamento sono uno accanto all’altro. Daniele sorride, Dani pure anche se sembra più teso rispetto al compagno. D’altronde per lui è l’esordio da titolare, mentre De Rossi, alla settantesima presenza azzurra (come Mazzola) agisce già da veterano. E da veterano carica la squadra colpita a freddo dall’Uruguay. Tre minuti e gli ospiti passano infatti in vantaggio: sotto la Nord Fernandez viene lasciato solo in area da Ranocchia e Chiellini, riceve un cross dal fondo e di piatto, facile facile, mette il pallone alle spalle di Buffon. L’Italia prova a fare la partita, ma occasioni ce ne sono poche: al 18’ si vede Osvaldo che di testa colpisce male senza impensierire Muslera. Un minuto più tardi ci prova anche De Rossi, che da intermedio spesso e volentieri si fa vedere in avanti, ma la difesa dell’Uruguay libera senza problemi.
I sudamericani, gol a parte, si fanno vedere raramente dalle parti di Buffon, sono tutti nella loro metà campo e, quando serve, fanno sentire i tacchetti. Amichevole sì, ma solo all’inizio. Alla mezzora dai piedi di De Rossi parte un cross per Osvaldo: l’attaccante, sotto la Sud, ci prova ancora di testa ma Muslera blocca senza problemi. Con un Balotelli preso di mira dagli avversari e quindi nervosissimo (dopo un colpo di testa sbagliato dà anche un calcio a un palo), i pericoli maggiori arrivano, ancora una volta, da Osvaldo che, su angolo perfetto di Pirlo, di nuovo di testa manda di poco a lato. Dani si dispera, in panchina anche Prandelli impreca soprattutto perché l’Italia, grazie a De Rossi e Pirlo quando riesce a liberarsi dal pressing a uomo, schiaccia l’Uruguay nella propria metà campo. Il primo tempo termina così, il secondo si apre con Pepe al posto di Montolivo, come peraltro annunciato da Prandelli alla vigilia.
Poco prima di entrare in campo, mentre l’Italia aspetta il rientro dagli spogliatoi degli avversari, è proprio il ragazzo cresciuto nel vivaio di Trigoria a chiamare a sé Osvaldo per spiegargli, insieme al vice del ct Pin, i movimenti. La tv invece inquadra De Rossi che parla fitto fitto con Balotelli. Si intuisce solo una parola: “Calmo”. Dai loro piedi parte la prima azione pericolosa della ripresa: Daniele apre per l’attaccante del City bravo a servire in profondità Osvaldo che però in area viene anticipato da Arevalo. Al 10’ ci prova Pepe, ma il suo destro viene ribattuto da Muslera, al primo vero intervento della serata. L’ingresso dell’attaccante della Juve serve a dare vivacità al gioco azzurro e ancora dai suoi piedi, in combinazione con l’amico De Rossi, parte l’azione che libera Maggio sulla destra. Nulla di fatto, anche in questo caso, l’Italia non trova il varco giusto per il pareggio. Di nuovo non ci riesce Osvaldo su cross rasoterra di Pepe: il romanista, bravissimo a farsi trovare libero, colpisce male di sinistro.
La sua partita finisce qui – al 19’ entra Matri – con tanti applausi, qualche fischio (di fede laziale) e, cosa per lui più importante il “cinque” di Cesare Prandelli. Continua, invece, la partita dell’Italia (che gioca gli ultimi minuti con un 4-2-4) e quella di De Rossi che al 32’ serve con un tocco morbido Balzaretti che dal centro dell’area non riesce a battere Muslera. Finisce così, con la panchina dell’Uruguay tutta in piedi ad aspettare il fischio finale neanche fosse una finale e gli azzurri che, dopo 5 anni, vengono di nuovo sconfitti in casa.
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