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Osvaldo, a Udine pugni a Lamela. Sospeso dal club

(Corriere della Sera – G.Piacentini) Forse aveva ragione Claudio Ranieri quando, uscendo per l’ultima volta da Trigoria, disse che per gestire lo spogliatoio della Roma ci voleva la frusta.

Redazione

(Corriere della Sera - G.Piacentini) Forse aveva ragione Claudio Ranieri quando, uscendo per l'ultima volta da Trigoria, disse che per gestire lo spogliatoio della Roma ci voleva la frusta.

Ai suoi tempi non c'erano ancora Pablo Osvaldo ed Erik Lamela, ma il clima era già incandescente. Magari non come venerdì sera negli spogliatoi di Udine, quando il centravanti italo-argentino ha colpito al volto il suo connazionale al termine della sconfitta dei giallorossi contro l'Udinese.

Un gesto che gli costerà una sospensione di dieci giorni – salterà la gara con la Fiorentina, domenica prossima - e una multa pesantissima, sanzioni volute fortemente da Luis Enrique.  La quasi rissa si è scatenata durante un vivace scambio di opinioni al termine della partita di venerdì scorso. Non una resa dei conti tra giocatori più esperti e giovani, come ha sottolineato Franco Baldini a Roma Channel, ma un confronto durante il quale il bomber giallorosso ha perso la testa. «Non esiste – le parole del d.g. - una divisione tra quelli che la stampa chiama "senatori" e i giovani. C'è stata invece una mancanza di rispetto di Osvaldo verso un compagno e così, su richiesta dell'allenatore, il giocatore verrà sanzionato». A nulla sono valse le scuse che l'attaccante ha fatto a Lamela (col quale aveva già chiarito a Udine), ai compagni, al tecnico e alla società, ieri mattina a Trigoria. E nemmeno le parole di Erik, che ha pubblicamente «perdonato» l'amico, sono servite per convincere Luis Enrique a lasciar correre. Osvaldo sarà punito per dare l'esempio e per dimostrare che atteggiamenti simili non sono tollerati. Su questo, tecnico e società vanno nella stessa direzione.

Sulle questioni tecniche, invece, sembrano uscire le prime crepe. Il d.s. Walter Sabatini dopo la sconfitta non aveva risparmiato qualche critica alla squadra, accusata di scarsa personalità. «Non mi sembra un gran problema – ha proseguito Baldini - se due persone hanno diversità di opinione quando hanno lo stesso obiettivo. È soltanto spunto per un confronto. Se un d.s. e un tecnico hanno una visione differente relativamente ad una partita, rientra nella normalità delle cose».

Baldini ha poi «approfittato» per fare chiarezza anche sul suo contratto non ancora firmato. «Se ne parla molto e anche a sproposito. Non si tiene conto che questa società è stata costruita il 18 agosto e che ha avuto tappe successive da dover percorrere per forza. La società costituita da UniCredite dagli investitori americani doveva porre mano a una situazione che ci vedeva sofferenti in passato. Non ci sono difficoltà di vedute, che sono anzi condivise, pianificate e comunicate al mercato fin dagli inizi». La critica nei confronti della vecchia gestione si fa ancora più aspra quando si parla del ritardo sui pagamenti degli stipendi dei calciatori, fermi a settembre. «Se il problema è quello di qualche giorno di ritardo, quando prima si parlava di qualche mese, ben venga questo tipo di problemi». Più facili da risolvere rispetto agli incontri di boxe negli spogliatoi.