rassegna stampa roma

Osvaldo a rischio Juve

(Il Messaggero – U.Trani) – «Sì, sono tranquillo». Dani Osvaldo è uno che fa in fretta a smaltire rabbia e irritazione. È successo due settimane fa con Lamela, stessa cosa due giorni fa con un altro compagno.

Redazione

(Il Messaggero - U.Trani) - «Sì, sono tranquillo». Dani Osvaldo è uno che fa in fretta a smaltire rabbia e irritazione. È successo due settimane fa con Lamela, stessa cosa due giorni fa con un altro compagno.

Con il connazionale, a Udine, è arrivato addirittura ad alzare le mani. Ma per lui ogni diverbio si chiude lì, sul campo. Con qualche urlo a caldo e senza poi portare rancore. Tutto a posto, dunque. Perché gli argentini sono così e forse il più felice è Walter Sabatini che preferisce sempre e comunque gente di temperamento in squadra. Chissà, però, che cosa pensa invece Luis Enrique. Perché il centravanti, durante la partitella, non è entrato nell’attacco titolare della Roma: unire le due cose forse è un errore, ma con l’asturiano nessuno, dentro e fuori Trigoria, si sorprende più di niente.

Magari vede il giocatore nervoso, per la reazione plateale di mercoledì, e lo tiene fuori. Non per punizione, come a Firenze domenica scorsa, ma per scelta. «Sono tranquillo». Non è un caso che Osvaldo, dopo essersi fermato a lungo con i tifosi fuori del cancello del Bernardini per autografi e foto, abbia voluto, anche a parole, mostrarsi sereno per cancellare pure la litigata con Heinze. Un messaggio a Luis Enrique che in allenamento lo aveva messo tra le riserve, lasciando il palcoscenico al nuovo tridente: Lamela, Totti e Borriello. Già, c’è SuperMarco tra i titolari. Che ora sta bene. L’allenatore ne prende atto e può rilanciarlo proprio contro la Juve, il club a cui disse no a fine agosto 2010, preferendo la Roma. Borriello saltò la Fiorentina perché con pochi allenamenti nelle gambe dopo l’infortunio muscolare della settimana precedente. Ma adesso è di nuovo in corsa per un posto. Luis Enrique, sabato, aveva già chiarito di non avere alcun problema con il giocatore.

Mai lo avrebbe escluso per l’imitazione subita durante la trasmissione di Fiorello (prima puntata). Anzi, l’asturiano pretende da lui un’altra imitazione. Per il momento durante l’allenamento quotidiano: gli chiede di fare l’Osvaldo. Meno furioso del compagno, ma disponibile come l’italoargentino al sacrificio. Dietro il possibile ritorno di Borriello nella formazione titolare, attaccante che la società mise sul mercato già la scorsa estate e che proverà a cedere anche a gennaio nella sessione invernale, si possono scovare più interpretazioni e non solo di natura tecnica. Anche perché sarebbe una vera e propria inversione di rotta del tecnico che dal 23 ottobre, gara all’Olimpico contro il Palermo, non fa partire dall’inizio il giocatore, e che dal 26 ottobre, match a Marassi con il Genoa (in campo negli ultimi 20 minuti della ripresa, recupero compreso), non gli dà spazio. Difficile capire quale sia l’interpretazione giusta da dare a una scelta del genere. La più gettonata: se Borriello prenderà il posto di Osvaldo contro la Juve, sta a significare che Luis Enrique ha riazzerato le gerarchie dentro lo spogliatoio, perché finora l’italoargentino ha sempre avuto il posto garantito.

La più attuale: i nervi scoperti di Osvaldo, secondo il tecnico, possono diventare controproducenti in una partita così delicata. La meno credibile: Borriello in campo per metterlo in vetrina e permettere poi alla società di cederlo a gennaio a una cifra migliore. La più cattiva: l’asturiano cerca di riconquistare la tifoseria che da Udine gli chiede di far giocare SuperMarco. La più dispettosa: la risposta a chi lo considera indispettito dalla ormai celebre imitazione. Tutte possono determinare questa svolta in attacco. Che comunque nessuno si sente di dare per scontata. Anzi. Non sarebbe la caviglia a togliere di scena Osvaldo, quella colpita nell’allenamento di mercoledì che ha scatenato la reazione furiosa del centravanti (calmato, in un colloquio a quattr’occhi, da Sabatini). «Io sto bene» ha garantito Dani, lasciando Trigoria. Del resto, se due giorni fa non ha richiesto nè ghiaccio nè cure, ieri è tornato in campo, senza accusare alcun problema. Litigata sì, infortunio no. «Sto bene perché gioco nella Roma. Non potrei star meglio», avverte Osvaldo che chiude anche il secondo caso. Mettendoci la faccia e il cuore. Come sempre.