(Il Romanista – C.Fotia) - Mentre il mondo della politica - sia pure costretto dall’umiliante commissariamento di un governo di Professori e di Banchieri
rassegna stampa roma
Orgoglio e Passione
(Il Romanista – C.Fotia) – Mentre il mondo della politica – sia pure costretto dall’umiliante commissariamento di un governo di Professori e di Banchieri
- sembra essersi accorto del disgusto della gente per cricche, caste e leggi ad personam, il mondo delle istituzioni calcistiche ripropone un’immagine inguardabile, che solleva lo sdegno di tutti gli appassionati e ripropone l’urgenza di un cambiamento radicale di menalità, di metodi, di classe dirigente.
In queste ultime settimane, nelle quali la politica ha compiuto scelte drammatiche, le istituzioni calcistiche hanno dato il peggio di sé. Dapprima con la ridicola richiesta della Juventus di essere risarcita per i danni che avrebbe subito dai processi di Calciopoli, dove i suoi massimi dirigenti dell’epoca sono stati condannati per aver dato vita a un’associazione a delinquere, tesa a manomettere i campionati. Poi con la proposta, immediatamente accolta dall’Inter, di creare un "tavolo politico", per risolvere la questione. Come dire, i padroni del calcio siamo noi, sediamoci attorno a un tavolo per riscrivere le regole del gioco, come se non esistessero già regole che dovrebbero solo essere onestamente applicate. Infine, con l’intervento a gamba tesa, come al solito, della Lazio e del suo sospeso presidente che esige, con la corriva complicità del presidente di Lega, di cambiare le regole per aggirare gli effetti della condanna subita.
Il regolamento federale parla chiaro: se sei condannato dalla giustizia penale, anche in primo grado, per un certo tipo di reati quali quelli addebitati al presidente Lotito, sei sospeso da tutte le cariche societarie e, a maggior ragione, da quelle di rappresentanza del mondo del calcio. Una richiesta così assurda da far ribellare oltre che il Presidente del Coni e quello della Fgc, anche l’amministratore delegato dell’Inter, che non aveva affatto rifiutato, invece, l’idea del tavolo politico con la Juventus per riscrivere la storia e le regole a modo loro. Prima arriva un commissariamento di questo mondo, incapace di autoriforma, e meglio è. Di tutto questo la nostra amata Roma, giustamente se ne impippa. Ha cominciato, da sola e senza bisogno di leggi ad personam, una rivoluzione che presto s’imporrà come la più logica delle soluzioni per i vizi del sistema del calcio italiano. Ha portato in Italia un grande investimento straniero, mentre gli stranieri fuggono dal nostro paese; ha richiamato come front runner Franco Baldini, l’uomo che, pagando un prezzo salatissimo, aveva denunciato per primo il marciume del calcio italiano.
Sicchè l’immagine plastica della giornata di ieri era che mentre gli altri si accapigliavano sul ponte del Titanic che affonda, Tom DiBenedetto e Claudio Fenucci parlavano di futuro, di giovani, di stadio. Di noi, insomma. E questa sera all’Olimpico sulle maglie di Roma e Lecce spiccherà il logo della Fondazione Sandri, simbolo di un calcio nuovo, pieno di etica e di valori. Sì: oggi possiamo urlare ancor più Forza Roma con dignità, orgoglio e passione.
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