rassegna stampa roma

Ore 17.55 scatta l’era di Luis Enrique

(Il Romanista-C.Zucchelli) Pantaloni corti, scarpe da ginnastica, sorrisi e grandi borse: a Fiumicino, ore 17.55, è iniziata ufficialmente l’era di Luis Enrique. L’allenatore giallorosso, che già era stato per due volte a Roma, stavolta è...

Redazione

(Il Romanista-C.Zucchelli) Pantaloni corti, scarpe da ginnastica, sorrisi e grandi borse: a Fiumicino, ore 17.55, è iniziata ufficialmente l’era di Luis Enrique. L’allenatore giallorosso, che già era stato per due volte a Roma, stavolta è sbarcato per restare.

E infatti, le sue prime parole appena sceso dall’aereo, lo testimoniano: «Forza Roma», ha detto rivolto ai cronisti e ai fotografi che lo stavano aspettando.

Due semplici parole, che dicono tanto anzi tutto, e che sono - e saranno - il manifesto programmatico della sua avventura. Pugno chiuso e sguardo di ferro, Luis Enrique non poteva che presentarsi così. Accolto da Tonino Tempestilli, che già lo aveva seguito come un’ombra durante la sua prima visita a Trigoria, era insieme ai suoi collaboratori, su tuti Ivan De La Pena, la persona che più gli sarà accanto in questi mesi. Saliti in macchina, sono andati direttamente a Trigoria dove li aspettava Walter Sabatini per un importante vertice. Due le priorità: il mercato - e la questione portiere - e la lista dei convocati, da mettere a punto prima di renderla ufficiale in serata. Dopo una veloce cena, l’allenatore è rimasto a lavorare fino a tardi, poi ha dormito al centro tecnico dove, da stamattina, accoglierà tutti i giocatori.

A parte Totti e De Rossi, che aveva incontrato il mese scorso non appena arrivato a Roma, sarà la prima volta per tutti. Il termine ultimo per presentarsi a Trigoria è le 10 di questa mattina, mezzora dopo tutti in campo per il primo allenamento. Aperto alla stampa. Dopo, Luis Enrique dovrebbe - e vorrebbe - avere dei colloqui individuali con i giocatori. Soprattutto con coloro che in questi giorni sono stati (e sono ancora) al centro di trattative di mercato: Vucinic, in primis. Ma anche Menez. L’allenatore stravede per Mirko. Lo ha detto in privato ai suoi collaboratori, mentre in pubblico si è limitato a un «mi piacciono i giocatori bravi. Più sono e meglio è». Il numero 9 è uno di questi. È uno che, con la testa giusta, può cambiare il volto di una partita in un minuto. Ecco perché Luis Enrique vorrebbe tenerlo. Si guarderanno negli occhi e parleranno. Entrambi sono abituati a fare così. Non vuole alcun tipo di incomprensione coi suoi giocatori, per questo dirà tutto in faccia. Sempre. Al Barcellona lo faceva quasi sempre. Da calciatore e da allenatore. Non intende cambiare certo adesso, che si trova davanti all’avventura più importante della sua carriera.

Ha firmato un contratto di due anni da 2,9 milioni di euro lordi per la stagione 2011-2012, mentre 3,1 milioni di euro per la stagione 2012-2013. Con lui, come detto, ci sono anche Iván de la Peña come assistente, Roberto Moreno come allenatore in seconda, Antonio Llorente come mental coach e Rafael Cabanellas come preparatore atletico. Nello staff anche Aurelio Andreazzoli, collaboratore tecnico, Guido Nanni, preparatore dei portieri, e Franco Tancredi, anche lui preparatore dei portieri (e supervisore) in attesa del nulla osta da parte della federazione inglese. A loro il compito di guidare e plasmare la nuova Roma. A loro il compito di «conquistare i tifosi» giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento. L’avventura comincia oggi. a Trigoria. A casa. «Forza Roma», quindi. Senza alcun dubbio.