(Il Romanista - P.Bruni) - Doni è un giocatore del Liverpool. L’accordo fra il brasiliano e il club inglese è arrivato nella serata di ieri dopo una lunghissima mediazione, qualche intoppo di natura economica e l’intromissione, nelle ultime ore, dell’Atletico Madrid. I
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Oggi le visite mediche: Doni è del Liverpool
(Il Romanista – P.Bruni) – Doni è un giocatore del Liverpool. L’accordo fra il brasiliano e il club inglese è arrivato nella serata di ieri dopo una lunghissima mediazione, qualche intoppo di natura economica e l’intromissione,...
l portiere di Jundiai ha firmato un contratto biennale da circa un milione di euro a stagione (più i bonus) e, nella tarda mattina di oggi, sosterrà le visite mediche. L’accelerazione della trattativa è arrivata non più tardi di ventiquattro ore fa, quando il suo procuratore, Ovidio Colucci, di fatto, ha messo la parola fine sulla telenovela della cessione:«Entro oggi (ieri, ndr) dovremmo chiudere con il Liverpool. Certo, finché non si mettono le firme tutto può succedere, ma confermo che per lui ci sono solamente i reds. L’Atletico Madrid? È vero, il club spagnolo ha mostrato interesse per il portiere, ma l’ha fatto indirettamente, tramite alcuni intermediari. Di conseguenza non esiste nulla di vero». Un atteggiamento cauto e non soltanto scaramantico quello dell’agente, poiché in quel momento erano in corso le trattative fra l’avvocato del giocatore e il neo amministratore delegato della Roma, Claudio Fenucci per decidere la somma che il club di Trigoria avrebbe dovuto riconoscere al ragazzo per lo svincolo. Sistemato il nodo pecuniario (circa due milioni di euro) è arrivato il placet per svuotare l’armadietto di Trigoria e cominciare la nuova vita in Premier League. Finisce, quindi, dopo sei anni l’avventura di Doni in giallorosso. Una storia fatta di luci e ombre, polemiche e sacrifici. Il suo arrivo nella Capitale è datato luglio 2005, quando paga di tasca propria i diciottomila euro della clausola rescissoria con la Juventude di Caxias do Sul e si mette a disposizione di Luciano Spalletti. Gli inizi sono faticosi e su di lui pesa il macigno dell’anonimato: il campo lo vive pochissimo e gli unici movimenti di rilievo lo vedono protagonista quando si sposta dalla tribuna alla panchina. L’occasione giusta, però, arriva il 29 settembre quando esordisce in coppa Uefa nella gara pareggiata contro l’Aris Salonicco. La buona prestazione coi greci, bissata nella successiva sfida col Tromsø, convincono il tecnico a promuoverlo titolare in campionato al posto di Curci. Debutta in serie A il 23 ottobre, difendendo i pali romanisti nella madre di tutte le gare: il derby con la Lazio. La stagione successiva diventa perno inamovibile della squadra e scala le gerarchie anche all’interno dello spogliatoio: grande reattività e abilità fra i pali gli aprono addirittura le porte della nazionale brasiliana. Nel 2008/2009, tuttavia, la sfortuna lo tormenta. Nonostante un fastidioso infortunio al ginocchio gioca diverse partite e, ovviamente, il suo rendimento cala vistosamente rispetto al recente passato. Fra contrattempi, operazioni chirurgiche e incomprensioni perde il posto a favore di Julio Sergio. Una situazione che si protrae fino ad una manciata di mesi fa, quando Vincenzo Montella sostituisce Ranieri sulla panchina della Roma e decide di rilanciarlo definitivamente
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