(Il Messaggero - Vincenzo Cerami) Totti se ne sta buono e zitto. Non alimenta polemiche, si allena regolarmente con la serietà di sempre.
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Non trattate Totti così
(Il Messaggero – Vincenzo Cerami) Totti se ne sta buono e zitto. Non alimenta polemiche, si allena regolarmente con la serietà di sempre.
Non può essere rimproverato di nulla. Qualcuno non ha visto di buon occhio il suo rientro negli spogliatoi quando Luis Enrique lo ha sostituito con il giovane Okaka. Evidentemente Totti, in quel momento, ha interpretato la sostituzione non come scelta tecnica ma come messaggio diretto a lui e ai tifosi che ribadiva la sacrosanta supremazia dell’allenatore rispetto a tutti i singoli giocatori. La sensazione di Totti non era appesa al nulla: l’esclusione dalla formazione di partenza della partita di andata contro lo Slovan e le polemiche che si sono aperte tra i tifosi, davano legittimo spazio ai cattivi pensieri.
Né prima e né dopo il capitano ha battuto ciglio, da navigato professionista del calcio. Oggi molti gli buttano la croce addosso, spesso irrispettosamente, ricordandogli che sta invecchiando, che si deve fare da parte con eleganza e che anche le bandiere, quando ingialliscono, vanno sostituite. Nessuno si chiede cosa può agitarsi nell’anima di un uomo che si prepara a voltare pagina nella vita e a lasciare un sogno in attesa di trovarne un altro.
In questo Totti, nella Roma, è diverso dai suoi colleghi, è unico anche perché è il campione più grande che i giallorossi abbiano mai avuto. Forse a lui, diversamente che agli altri giocatori quando vengono sostituiti, Luis Enrique deve una spiegazione serena e conciliante, invece il suo atteggiamento può essere frainteso e letto come una prova muscolare. Totti se ne sta tranquillo, non reagisce e non gonfia i pettorali.
Forse aspetta solo che non si parli più di lui, ma della squadra tutta. In fondo, da tempo, è abituato a stare dappertutto, in panchina, in tribuna e in campo. Nella sua lunga e gloriosa carriera ne ha viste di tutte. Questa gli mancava. Malgrado la brutta uscita dal palcoscenico europeo, la Roma «americana» fa ben sperare: ringiovanimento della squadra e discontinuità con un passato troppo spesso improduttivo, accende nella tifoseria curiosità e piacevoli attese. «Ci vuole pazienza!» è la frase che più ritorna in questi giorni.
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