rassegna stampa roma

Nilmar a Falcao: «Dimmi cos’è?»

(Il Romanista – Moure – Cagnucci) – «Com’è giocare nella Roma?». «E’ la cosa più bella che ti possa capitare». Così, botta e risposta, un uno-due al volo fra i protagonisti migliori che un tifoso romanista possa...

Redazione

(Il Romanista - Moure - Cagnucci) -«Com’è giocare nella Roma?». «E’ la cosa più bella che ti possa capitare». Così, botta e risposta, un uno-due al volo fra i protagonisti migliori che un tifoso romanista possa immaginare adesso.

Stralcio di un dialogo di qualche giorno fa in un ristorante di Porto Alegre (la città dove ebbe inizio tutto, la Betlemme romanista) tra Nilmar Honorato da Silva, per tutti e solo Nilmar, e Paulo Roberto Falcao, per tutti i romanisti il più grande di sempre. L’incontro fra la punta del Villarreal e l’ex tecnico dell’International è stato fortuito, ma quando Nilmar ha "avvistato" Falcao, oltre al saluto quasi dovuto, ha avuto per lui subito e soltanto una domanda: «Com’è giocare nella Roma?». Forse lo saprà presto. Forse lo saprà presto, ma intanto la risposta di Falcao è stata quella che tutti possono immaginare: Lui ha spiegato all’altro la passione e la bellezza di un posto unico al mondo, di una maglietta speciale come quella giallorossa, di una torcida, quella romanista, brasiliana nell’anima. Nilmar ha ascoltato con attenzione. Sono cose che contano. Poi se le dice Falcao sono sante. La verità è semplice. La Roma vuole Nilmar, e già qualche tempo fa si sentiva quasi certa di avere in mano un accordo totale per il calciatore. Ma i tempi di mercato, che pure sono quelli dei sogni, non coincidono a volte con i desideri: l’attimo per il closing con il presidente del club spagnolo nel recente passato è stato perso per la definizione - necessaria - del trasferimento di Vucinic alla Juventus. Adesso la Roma ci riprova. Ci sta riprovando. Il Villarreal chiede una ventina di milioni, quando a quattordici - non troppo tempo fa - sembrava potersi chiudere trattativa, partita e incontro. Ma la Roma non molla e proprio ieri, mentre Sabatini era ai suoi mille telefoni a Trigoria, dando contemporaneamente un’occhiata all’ora di New York e a quella di Marsciano, un emissario della società romanista è andato a bussare alle porte della società spagnola (che ieri era in Inghilterra a giocare un’amichevole con l’Everton). La distanza ancora c’è, ma i margini per colmarla pure. Il Villarreal si è mostrato inflessibile su Giuseppe Rossi, su Nilmar potrebbe non esserlo. E’ il mercato bellezza. Sabatini (che deve risolvere il problema extracomunitari) inserisce Nilmar in uno dei suoi cieli calcistici di bellezza, lo voleva già portare al Palermo, lo aveva praticamente fatto. C’è un discorso aperto col suo procuratore. Il calciatore l’accordo di massima con la Roma lo ha trovato, e ieri la notizia è rimbalzata un po’ da tutte le parti. Talmente vero che ancor prima che uscisse, Nilmar Honorato da Silva, nato a Banderaintes nel 1984, il giorno della presa della Bastiglia e soprattutto della presentazione romana di DiBenedetto (un 14 luglio) è andato direttamente alla fonte, dal Divino a chiedergli: "Dimmi cos’è?". Se non è una benedizione questa, lo è sicuramente quella che arriva direttamente dalle parole sante del Numero 5 per sempre e per sempre Obrigado Barilla: «Nilmar è un fenomeno, è un giocatore straordinario e ha una incredibile facilità di girarsi e calciare. Per la Roma sarebbe un gran colpo». A Nilmar poi Falcao ha detto quello che significa Roma. E non bastano i virgolettati.