(Corriere dello Sport – R.Zanni) - Di notte il termometro era arrivato fino a -11, ieri mattina era appena un po’ risalito, ma non troppo.
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Nel regno fatato di DiBenedetto
(Corriere dello Sport – R.Zanni) – Di notte il termometro era arrivato fino a -11, ieri mattina era appena un po’ risalito, ma non troppo.
Aria secca, freddo pungente, la partenza verso Nahant non necessità di particolari accorgimenti, se non l’aggiunta di una sciarpa in più, non fa mai male. Dal centro di Boston, il downtown, alla residenza di Thomas DiBenedetto, che comunque non è l’unica ovviamente, ci vogliono una quarantina di minuti, il traffico è scarso, ma qui, come in tutti gli USA, i limiti di velocità sono sacri, altrimenti sono guai. Le informazioni che ci regala il taxista, subito interpellato su Nahant, non sono di molto aiuto. «Si tratta di una penisola - ci dice -e per arrivarci c’è solo una strada, che poi è un lungo ponte» . Il tassista si chiama Teklu Teesema, è etiope, e preferisce parlare della moglie che in Italia ha passato diversi anni e proprio da noi ha imparato a cucinare alla perfezione. «A casa mia- aggiunge -si mangia sempre italiano» . Nonostante la chiacchierata al ponte non si è ancora arrivati, si deve prima prendere la 1A,quindi alla rotonda seguire la direzione per Nahant: troppo facile, non ci si può sbagliare e infatti il GPS di Teklu non serve nemmeno. SPLENDIDO PANORAMA -Una striscia di terra sull’acqua, uno splendido panorama, da lontano si vedono ancora i grattacieli di Boston e finalmente arriva anche il cartelloNahant,dove abita la famiglia DiBenedetto. Il paesino è tipico del New England, come quelli visti nei film, e sembra deserto. Ma è abitato, c’è anche la stazione di Polizia, ma per le strade non c’è quasi nessuno. Chiediamo informazioni all’unica persona che incontriamo, una donna che sta facendo passeggiare il proprio cane,non siamo fortunati perchè non risponde nemmeno, o forse l’avrà fatto, ma non l’abbiamo sentita, visto che era completamente avvolta da una sciarpa. CASA DIBENEDETTO -Poi, finalmente, in Maolis Road, ecco la residenza DiBenedetto, lungo una piccola stretta strada, pulitissima, ma ai lati piena di neve ancora completamente bianca. Una casa grande, tre piani, qui si considera anche il piano terra, tipici tetti a punta sui quali appaiono alcune finestre, tanta neve attorno, ma è perfettamente pulito il passaggio che conduce alla porta d’ingresso. Facciamo un altro tentativo, per telefono, ma ancora una volta risponde la segreteria telefonica. Bussiamo, magari se c’è qualcuno apre... No, la porta rimane chiusa. La costruzione, del 1890, è tipica di queste parti, il davanti dà sulla Maolis Road, mentre la parte posteriore ha una splendida vista, la casa non è al livello del mare, ma leggermente più in alto, infatti si devono percorrere alcuni metri diun’altra strada, questa volta in discesa, per avvicinarsi alla spiaggia, che adesso naturalmente è tutta imbiancata. DUE MILIONI -Non c’è nessuno attorno alla casa che, secondo i pubblici registri ha un valore che sfiora i 2 milioni di dollari, ha 6 stanze da letto e 5 bagni (che qui vengono ridotti a 4,5), nessuno in Maolis Road, ma anche nelle altre piccole strade che salgono e scendono per Nahant. L’unico leggero movimento di fronte alla Police Station, la prima auto che incontriamo si ferma proprio lì davanti. Una pace e una tranquillità che credevamo quasi non esistessero più, una vista meravigliosa, ma Mr Thomas Di-Benedetto, ci dicono da un’altra parte, «Non è qui, è in Europa», più vicino alla Roma.
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