rassegna stampa roma

Negrisolo:«Stekelenburg è ok ma non vale Doni»

(Gazzetta dello Sport – A.Pugliese) Ha lanciato gente del valore di Peruzzi e Sebastiano Rossi, scoperto Abbiati e plasmato portieri come Gregori, Ielpo, Antonioli, Lupatelli e Pelizzoli. Ma, soprattutto, ha vinto e fatto vincere, a Roma...

Redazione

(Gazzetta dello Sport - A.Pugliese) Ha lanciato gente del valore di Peruzzi e Sebastiano Rossi, scoperto Abbiati e plasmato portieri come Gregori, Ielpo, Antonioli, Lupatelli e Pelizzoli. Ma, soprattutto, ha vinto e fatto vincere, a Roma come a Milano.

Roberto Negrisolo è il preparatore dei portieri dell’ultimo scudetto giallorosso, quello del 2001, con Fabio Capello. A lui il compito di giudicare l’attuale situazione (paradossale) in casa Roma. Oggi c’è un traffico strano nella porta giallorossa: 4 numeri uno(indesiderati) in casa, un altro in arrivo. «Il problema vero è che la Roma è una grande squadra e tale deve restare, perché è la squadra della Capitale d’Italia. E, per questo, ha bisogno di grandi portieri» . Quelli che ci sono non lo sono? «O forse non vengono allenati nel modo giusto. Doni, ad esempio, è un portiere eccezionale: fisico imponente, non ha paura di niente, è veloce e reattivo. Bisogna capire perché non rende come prima, ma per me è come un bolide da Formula 1: basta una spolveratina al motore per farlo tornare a volare a 300 km all’ora» .Già, ma sta per andare via, proprio come Julio Sergio. «Straordinario tra i pali, non altrettanto fuori. Andava allenato proprio lì, nelle uscite e negli uno contro uno» . Al posto dei due brasiliani sta per arrivare Stekelenburg. «Ottimo, portiere da Roma. È tranquillo, dà sicurezza alla squadra ed è preciso nelle prese. Difetti? Non è bravo con i piedi e nei rilanci con le mani, il che penalizza il ribaltamento dell’azione. Van der Sar o Reina sono un’altra cosa da questo punto di vista, ma lavorandoci può migliorare» .Per i giallorossi può essere lui la soluzione giusta. «Penso di sì, non si diventa portieri dell’Olanda per caso. Sa reggere la pressione, anche se i portieri stranieri hanno sempre bisogno di un periodo di adattamento al campionato italiano» . Lei ha sempre sostenuto che per vincere, in squadra servono due grandi portieri. «È così, al Milan vincemmo con Antonioli e Rossi che si alternavano, a Roma con Lupatelli che giocò una decina di grandi partite (8, ndr), quando lo stesso Antonioli si ruppe il naso» . Quindi Stekelenburg potrebbe non bastare. «C’è ancora Lobont, ma se parliamo di grandi portieri, allora serve altro. Curci, ad esempio, lo era, nel 2005 trascinò quasi da solo la Roma verso la salvezza. Poi è andato calando e non si sa perché. Ma ha talento» . Una volta disse: «La Roma ha fatto un grande errore a regalare Curci, Amelia e Zotti» . «Sono portieri ottimi, su cui bisognava lavorare. Amelia, per esempio, io lo riprenderei subito. Quest’anno ha fatto grandi cose in gare lontane tra di loro. Vuol dire che sta lavorando bene» . Nel vivaio giallorosso lei ha allenato anche Paoloni. Sorpreso da quanto successo? «Marco prometteva grandi cose, poi ad Ascoli si è infortunato due volte al tendine rotuleo ed ha perso tempo. Per il resto, sono sorpreso, è un ragazzo d’oro» . Ha sempre detto che Peruzzi è stato il migliore di tutti i suoi pupilli. Chi potrà mai superarlo? «La testa di Angelo non ha eguali, mi dispiace» .