rassegna stampa roma

Montella tradito dalle prestazioni dei singoli

(Il Romanista-G.Caccamo) Per la sfida del Massimino, Montella disegna una Roma obbligata nella quasi totalità delle posizioni, anzi con alcuni giocatori non al meglio e per di più con l’immediato forfait di Juan.

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(Il Romanista-G.Caccamo) Per la sfida del Massimino, Montella disegna una Roma obbligata nella quasi totalità delle posizioni, anzi con alcuni giocatori non al meglio e per di più con l’immediato forfait di Juan.

Totalmente inedito poi il centrocampo che vede il ritorno (per la gestione Montella) di Greco nel ruolo di regista e con il 4-4-2 che trova come terminali d’attacco Totti e Borriello.

L’inizio non è dei migliori per la squadra giallorossa, costretta a subire a lungo l’aggressività del Catania, fatta soprattutto sui portatori di palla ed in particolar modo su Greco più volte messo in difficoltà e costretto dopo l’ennesimo fallo a subire molto presto l’ammonizione di Tagliavento; manovra meglio la squadra di Simeone, dando l’impressione di avere una discreta armonizzazione tra i reparti, velocizzando quando occorre sulle fasce e cercando di prendere d’infilata la difesa romanista; ma ciò la rende veramente pericolosa è quando, a più riprese riesce a creare spaventose mischie davanti a Doni. Delude oltremisura il primo tempo della Roma, poco lucido nella manovra d’attacco, preoccupato oltremisura delle ripartenze catanesi , e oltremodo timido nel possesso palla contrastato dall’aggressività avversaria; non solo il caldo, anche le imperfette condizioni di Borriello alla base della scadente prestazione giallorossa.

Non mutano, sostanzialmente le cose nella ripresa, con il Catania sempre intenzionato a tener palla e riuscendo fin troppo facilmente a non far giocare la Roma in ogni parte del campo; è timido l’approccio anche nel secondo tempo dei giocatori romani che soffrono non solo la maggior convinzione degli avversari ma anche per una serie incredibile di infortuni che costringono più di un romanista a restare sul rettangolo di gioco non nelle migliori condizioni. Dopo un quarto d’ora di sostanziale equilibrio, la deriva dell’incontro torna totalmente in mano del Catania, capace di imporre ritmo e muscoli, ad una spaurita Roma; ma è proprio l’atteggiamento della Roma così rinunciatario, così poco convinto, ma anche così ferito a dare per scontato il ribaltamento del risultato quasi per caso tenuto in mano da Totti e compagni per lungo tempo.

Oltre alle già citate difficoltà, non si può sottacere sulle pessime prestazioni di alcuni protagonisti: da Doni incapace di essere mai determinante anche sui palloni apparentemente innocui, a Riise indeciso in difesa e impreciso in attacco, a Taddei e Simplicio dinamici ma mai lucidi negli inserimenti; è nel complesso una sconfitta senza alibi e senza possibilità di appello per una squadra che ha gettato alle ortiche anche l’ultima chiamata (seppur difficile) per l’Europa che conta. Scarsi, in ogni modo gli appunti tecnico tattici per la conduzione di Montella, troppe le condizionanti che hanno pesato sulla partita sponda romanista, troppi i problemi di natura squisitamente fisica che il tecnico napoletano ha dovuto via via affrontare nel corso della stessa; resta senza dubbio l’amarezza per un finale di campionato di sicuro troppo sotto tono per la compagine romana.

Per la sfida del Massimino, Montella disegnauna Roma obbligata nella quasi totalità delleposizioni, anzi con alcuni giocatori non almeglio e per di più con l’immediato forfaitdi Juan. Totalmente inedito poi il centrocampoche vede il ritorno (per la gestioneMontella) di Greco nel ruolo di regista e conil 4-4-2 che trova come terminali d’attaccoTotti e Borriello.L’inizio non è dei migliori per la squadragiallorossa, costretta a subire a lungo l’aggressivitàdel Catania, fatta soprattutto suiportatori di palla ed in particolar modo suGreco più volte messo in difficoltà e costrettodopo l’ennesimo fallo a subire molto prestol’ammonizione di Tagliavento; manovrameglio la squadra di Simeone, dando l’impressionedi avere una discreta armonizzazionetra i reparti, velocizzando quando occorresulle fasce e cercando di prendere d’infilatala difesa romanista; ma ciò la rende veramentepericolosa è quando, a più ripreseriesce a creare spaventose mischie davanti aDoni. Delude oltremisura il primo tempodella Roma, poco lucido nella manovra d’attacco,preoccupato oltremisura delle ripartenzecatanesi , e oltremodo timido nel possessopalla contrastato dall’aggressività avversaria;non solo il caldo, anche le imperfettecondizioni di Borriello alla base dellascadente prestazione giallorossa.Non mutano, sostanzialmente le cosenella ripresa, con il Catania sempre intenzionatoa tener palla e riuscendo fin troppofacilmente a non far giocare la Roma in ogniparte del campo; è timido l’approccio anchenel secondo tempo dei giocatori romani chesoffrono non solo la maggior convinzionedegli avversari ma anche per una serie incredibiledi infortuni che costringono più diun romanista a restare sul rettangolo di gioconon nelle migliori condizioni. Dopo unquarto d’ora di sostanziale equilibrio, la derivadell’incontro torna totalmente in manodel Catania, capace di imporre ritmo emuscoli, ad una spaurita Roma; ma è propriol’atteggiamento della Roma così rinunciatario,così poco convinto, ma anche cosìferito a dare per scontato il ribaltamento delrisultato quasi per caso tenuto in mano daTotti e compagni per lungo tempo.Oltre alle già citate difficoltà, non si puòsottacere sulle pessime prestazioni di alcuniprotagonisti: da Doni incapace di esseremai determinante anche sui palloni apparentementeinnocui, a Riise indeciso in difesae impreciso in attacco, a Taddei e Simpliciodinamici ma mai lucidi negli inserimenti;è nel complesso una sconfitta senzaalibi e senza possibilità di appello per unasquadra che ha gettato alle ortiche anchel’ultima chiamata (seppur difficile) perl’Europa che conta.Scarsi, in ogni modo gli appunti tecnicotattici per la conduzione di Montella,troppe le condizionanti che hanno pesatosulla partita sponda romanista, troppi i problemidi natura squisitamente fisica che iltecnico napoletano ha dovuto via via affrontarenel corso della stessa; resta senza dubbiol’amarezza per un finale di campionatodi sicuro troppo sotto tono per la compagineromana.