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Montella: “Non è finita”

(Il Romanista – M.Macedonio) Un film già visto, purtroppo. Anche senza Vincenzo Montella in panchina. E’ forse per questo che il tecnico si presenta ai microfoni di Sky con l’aria tutto sommato serena, pur sapendo che la posta in gioco...

Redazione

(Il Romanista - M.Macedonio) Un film già visto, purtroppo. Anche senza Vincenzo Montella in panchina. E’ forse per questo che il tecnico si presenta ai microfoni di Sky con l’aria tutto sommato serena, pur sapendo che la posta in gioco era certamente alta.

Del resto, non fa fatica ad ammetterlo. «Era un partita importante – dice. – Abbiamo provato sempre a far la partita. Ho visto un buon primo tempo contro una squadra non facile da affrontare. Ma il calcio, si sa, è fatto di episodi, ma bisogna accettare il responso del campo. Abbiamo preso la traversa e nell’azione successiva ci hanno fatto il due a zero. Ora dovremo analizzare bene le cose, ma guardare comunque avanti. Il campionato è ancora aperto, ben sapendo che la partita di sabato a Udine sarà ancor più decisiva ». Va dato atto che la Juve ha potuto far sua la gara anche grazie alle parate capolavoro di Storari. E a chi gli chiede se non sia preferire pensare a lui piuttosto che a Buffon, Montella risponde sorridendo: «Se è per questo, ha fatto bene anche Doni. Del resto, Storari è un portiere della Juve ed è giusto che si sia impegnato. Stasera ha certamente fatto il suo. Ma l’aveva dimostrato anche l’anno scorso, quando venne qui con la Sampdoria. E’ un giocatore passato dal nostro vivaio e che sta facendo bene». Gli rimproverano una certa leggerezza difensiva. Ma lui non è d’accordo. «Più che questo, ho visto che, rispetto ad altre partite, la squadra è stata molto lunga. E questa è la cosa che mi è piaciuta meno. Nella ripresa ci stavamo un po’ troppo arroccando, dopo un primo tempo in cui avevamo speso molto, per via del ritmo molto veloce: merito anche della Juve che ripartiva bene in contropiede ». Pizarro – gli chiedono ancora – è sembrato meno al centro del gioco. «No, non direi – risponde Montella. - Anche perché poi ha finito bene. Certo, siamo abituati a veder giocare Pizarro su livelli stratosferici, e quando gioca in maniera solo normale pensiamo che stia giocando male». L’attenzione dei commentatori in studio si concentra sulla prestazione di Menez e Vucinic. E se il primo, tutto sommato, ce l’ha messa tutta, il secondo non è sembrato all’altezza della situazione. «Da loro mi aspetto sempre un po’ di più – confessa il tecnico. – Stasera si sono impegnati, ma quando giochi con tre punte non puoi permetterti di non essere decisivo. Avevamo preparato la partita in questo modo, e ora, anche a rischio di venire strumentalizzati, ripeto che da loro mi aspettavo qualcosa di più». Provano a coinvolgerlo su questioni che esulano dal campo. «E’ difficile parlare di questo – risponde Montella. – Se n’è parlato fin troppo in questi giorni. A breve questa società cambierà presidenza, dirigenti. E allora, si tireranno in ballo tutte le lacune dei giocatori e dell’allenatore. Si dirà tutto e il contrario di tutto...» continua, quasi seccato. Si torna allora parlare di campo, e del perché, ad esempio, Borriello non sia entrato prima. «Perché con quattro attaccanti più Pizarro saremmo stati ancora più lunghi. E poi, l’infortunio di Mexes, De Rossi in dubbio fino alla vigilia, Cassetti non al meglio… Ho preferito aspettare fino all’ultimo ». Gli riportano le dichiarazioni di Tom DiBenedetto dagli Usa, in cui si parla della necessità di “dimenticare immediatamente la partita di stasera” e della convinzione del presidente in pectore “che i ragazzi sapranno recuperare”, e che “tocca a loro dimostrare il loro valore”. Concorda, il tecnico giallorosso: «Abbiamo le qualità per riprenderci. Dobbiamo ricompattarci al più presto. E far bene, già da sabato prossimo».