(Il Romanista - M.Macedonio) Fatti un po’ di conti, restano i rimpianti. Vincenzo Montella lo sa. Sa, ad esempio, che sarebbe bastato vincere sette giorni fa a Catania per essere oggi in Champions.
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Montella: “Grazie ai Sensi”
(Il Romanista – M.Macedonio) Fatti un po’ di conti, restano i rimpianti. Vincenzo Montella lo sa. Sa, ad esempio, che sarebbe bastato vincere sette giorni fa a Catania per essere oggi in Champions.
Lo sottolinea anche in sala stampa, il tecnico, ricordando come la squadra ci credesse in quella vittoria e come questa avrebbe cambiato l’esito della stagione. Quando si presenta ai microfoni di Sky, ha la faccia di chi sa che, anche se si è detto ancora in gioco, la sua avventura sulla panchina giallorossa si è conclusa. E non è escluso che sia anche per una sua precisa scelta di andare a costruire la propria carriera altrove. «Cosa succederà a me? Sinceramente non lo so – dice l’Aeroplanino - perché non mi è stato detto ancora nulla. A sentire ciò che viene detto mediaticamente, fino a una settimana fa ero io ad essere scelto come allenatore per la prossima stagione. Oggi sembro non esserlo più. Le cose cambiano molto rapidamente. Di sicuro, mi dovranno dire qualcosa. Chance? Credo che l’attuale dirigenza abbia avuto modo di valutarmi in questo periodo. E mi è piaciuto poter dimostrare, anche a me stesso, che questo lavoro posso farlo. Così come sono state di conforto anche le attestazioni dei giocatori. Se avrò contatti con i nuovi proprietari? Non lo so».
Preferisce parlare dei Sensi, il tecnico giallorosso: «Abbiamo ricevuto il saluto di Rosella, che abbiamo voluto ricambiare ed estendere a tutta la famiglia. In questi anni abbiamo potuto constatare la passione del papà Franco e che si è tramutato in quello della figlia e di tutti i dirigenti che hanno lavorato in questa società. Quello di stasera è stato un momento molto triste. Siamo vicini e in parte dedichiamo questa piccola vittoria alla famiglia Sensi, anche se sappiamo che le loro aspettative erano diverse, così come lo erano quelle della stessa squadra».
Gli chiedono se sarebbe disposto a tornare ad allenare le giovanili. «Il mio programma, prima che mi dessero la prima squadra, era diverso. E mi sarebbe piaciuto fare tutta la trafila. Ma dopo questi tre mesi di Roma, mi sento cresciuto. Ormai il salto l’ho fatto e mi sarebbe difficile tornare ad allenare i ragazzini. Spero di sapere qualcosa, al più presto. La mia situazione contrattuale, del resto, è semplice: c’è un termine entro il quale definire il rapporto. E i giorni stanno per scadere. Diciamo entro il 30 giugno. Anche se ho ancora un anno di contratto, infatti, ho la possibilità, volendo, di liberarmi. Dipende anche da me. Ho stima di Baldini, perché ci conosciamo da tanto tempo. Ma per programmare non credo che si possa aspettare ulteriormente. Se ho avuto altre proposte? Non ho parlato con nessuno, né ho avuto alcun contatto, ma è vero che gli addetti ai lavori si parlano. In questo senso, mi lusinga essere in qualche modo “chiacchierato” e aver avuto attestazioni di stima per il lavoro svolto".
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