(Gazzetta dello Sport-M.Cecchini) L’ultima mossa è quella che prova a spiazzare davvero. Vincenzo Montella liofilizza orgoglio sulle ferite giallorosse e ringhia: «L’Inter non ha meritato la vittoria» ,
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Montella: «A San Siro si può fare il ribaltone Vucinic non è sereno»
(Gazzetta dello Sport-M.Cecchini) L’ultima mossa è quella che prova a spiazzare davvero. Vincenzo Montella liofilizza orgoglio sulle ferite giallorosse e ringhia: «L’Inter non ha meritato la vittoria» ,
ma la sensazione forte che si prova vedendo undici teste basse che imboccano lo spogliatoio — dopo la terza sconfitta consecutiva in casa— è la nostalgia. Nostalgia di Roma, di quella bella, combattiva, affamata; che fosse targata Sacerdoti, Viola o Sensi poco importa. Buon per questi eroi stanchi e (molti) arrivati al capolinea, che il nuovo vento che soffia dagli Stati Uniti contribuisce a stemperare la rabbia grazie alla speranza per il futuro che verrà. E allora i fischi finali sui ragazzi di Vincenzo Montella sono graffi che sanno di disillusione, anche perché forse la vera piccola-grande umiliazione è arrivata già prima, quando si è visto che l’Olimpico ospitava solo 24mila paganti.
Inno &Petardi D’altronde, già i titoli di testa non appaiono straordinari, visto che sono in perfetta linea con la disunità d’Italia tanto di moda: la banda militare suona l’Inno di Mameli e la Curva Sud fa cori contro Milano coprendo l’esecuzione. Peccato veniale? Non siano confessori, perciò preferiamo raccontare il resto del meno bello, cioè i tanti «bomboni» che punteggiano l’avvio. La ruota astrale, comunque, vira subito verso il negativo, con Taddei che, diffidato, si becca subito un giallo che significa addio al ritorno di Milano e soprattutto Vucinic che, al 9’, si divora un gol da due passi. Non basta? Allora a mettere l’esclamativo ci pensa un ex laziale, Stankovic, a ficcare sotto al sette un pallone avvelenato.
Questione di testa Alla Roma, invece, non riesce mai. Non a caso l’unico tiro nella porta di Julio Cesar arriva solo al 90’ (Taddei). «Però abbiamo sbagliato gol facili— gonfia il petto Montella —. Cancellerei solo il risultato. Abbiamo provato a fare gioco anche velocemente, creando molto e fallendo però l’ultimo passaggio. L’errore iniziale di Vucinic? Difficile da commentare quando si sbaglia un gol così facile. Si deve interrogare, sta passando un momento delicato, non è tranquillo. Però fisicamente ci siamo, tant’è che abbiamo finito in crescendo rispetto all’Inter. Magari abbiamo fatto un po’ di confusione, ma sotto l’aspetto temperamentale la squadra è viva. Purtroppo invece ci si sofferma solo sul risultato, invece non abbiamo fatto così male, non abbiamo concesso quasi niente. Certo dispiace: per i giocatori, per i tifosi e anche un po’ per me...» . Inutile nascondere che la vicenda societaria — che per Montella significa riconferma o meno — volteggi come uno spettro. «Non si può entrare nella testa dei giocatori. Probabile che qualcuno si faccia condizionare, ma a un giocatore di alto livello non dovrebbe succedere. Ora a San Siro non sarà facile, comunque con un pizzico di fortuna si può ribaltare la situazione, l’ 1-2 è possibile» . Sorride, ma lo sguardo malinconico racconta altro.
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