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Montali: “Se il progetto fallirà sarà un insuccesso di Baldini”

(Corriere dello Sport) – Giampaolo Mon­tali, ex direttore generale della Roma, ieri ha parlato dei primi passi della nuova società in occasione del Memorial Laura Nardoni. Montali, che ha risolto il suo contratto il 30 giugno, non ha...

Redazione

(Corriere dello Sport) - Giampaolo Mon­tali, ex direttore generale della Roma, ieri ha parlato dei primi passi della nuova società in occasione del Memorial Laura Nardoni. Montali, che ha risolto il suo contratto il 30 giugno, non ha risparmiato criti­che nell’intervista conces­sa a Sky.

Ecco alcuni pas­saggi.

 

Il contratto di De Rossi. «De Rossi non è un calcia­tore normale per la Roma e la Roma non è un club normale per lui, sarà sicu­ramente una cosa non semplice, ma so che lui ha molto a cuore i colori della maglia che porta sul petto e quindi credo che si vo­glia sentire coinvolto in un progetto importante. Sono convinto che Daniele ri­marrà a Roma».

Il suo divorzio con la Ro­ma. «E’ legittimo quando c’è un cambio di proprie­tà: l’azionista di maggio­ranza ha il diritto di sce­gliere e Baldini è stato scelto dalla cordata ame­ricana come direttore ge­nerale. All’inizio si pensa­va potessimo coesistere, ma io credo che la cosa più giusta sia averne uno. Suo sarà il successo se andrà tutto bene, in caso contra­rio suo sarà l’insuccesso. Credo anche che la banca abbia fatto bene a chia­marsi fuori dal progetto sportivo: ci vuole una sola persona che comandi» .

Le difficoltà di Luìs En­rique. «E’ difficile cambia­re progetto di gioco. E’ nor­male quando ci si appog­gia ad un allenatore giova­ne senza esperienza ed in questo caso è importante la società. Credo nel calcio contino società, allenato­re, giocatori. La società ge­stisce l’organizzazione, ge­stisce i conflitti ed assegna ruoli e competenze. La so­cietà deve tutelare tutti, giocatori e allenatore, an­che se certamente non sa­rà un compito facile».

Il momento di Totti.«E’ la prima volta che parlo ufficialmente e non voglio creare polemiche. Posso dire che in due anni in Francesco ho trovato un giocatore straordinario, che per la Roma è sempre andato oltre. Ha giocato con infiltrazioni, ha gioca­to quando non doveva, ha aiutato la squadra nei mo­menti di difficoltà. Chi ha parlato di pigrizia non in­tendeva l’aspetto sportivo, ma altro. Però chiedo io: quanti calciatori nel calcio si sono persi perché non tutelati da un entourage esterno? Credo che la grande fortuna di Totti sia­no stati il suo entourage e la sua famiglia: chi lo ha seguito e supportato per tanti anni» .