(Il Romanista - B. De Vecchi) - «È un peccato, usciamo dopo 180 minuti nei quali la squadra c’ha provato». Il direttore operativo Montali è scuro in volto. Ma non ha visto una brutta Roma. Anzi. Il direttore recrimina, col solito garbo, per un arbitraggio che si è limitato a concedere un recupero risibile.
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Montali: “Peccato uscire così. Vinciamo per la Champions”
(Il Romanista – B. De Vecchi) – «È un peccato, usciamo dopo 180 minuti nei quali la squadra c’ha provato». Il direttore operativo Montali è scuro in volto. Ma non ha visto una brutta Roma. Anzi. Il direttore recrimina, col solito...
«Ci stanno stretti i 3 minuti di recupero con cinque sostituzioni», spiega. Il direttore condivide la scelta di cambiare Ménez per Caprari: «Se Jeremy andava sostituito? Mi sento di appoggiare le scelte di Vincenzo». La Roma è sembrata svegliarsi tardi: «Di certo - ammette Montali - se spingevamo dall’inizio li mettevamo in difficoltà. Siamo stati anche sfortunati, nel secondo tempo ci abbiamo provato con la giusta cattiveria. Usciamo per un tiro di Stankovic da 40 metri». Il direttore è dispiaciuto anche per i tifosi: «Un vero peccato. Quest’anno abbiamo dato loro poche soddisfzioni. Ma gli uomini veri tengono il timone dritto e ora rimane l’obiettivo più importante. Il quarto posto. È importantissimo per la vita di questa società».
È stata un’annata sfortunata, c’è chi vorrebbe cambiare tutto: «Abbiamo una grande fortuna - commenta - abbiamo tifosi che capiscono di calcio. Me ne rendo conto da quando vivo a Roma. Soprattutto sono persone che si rendono conto delle cose come stanno e vogliono la verità, chiarezza. Il cambiamento deve essere una opportunità per tutti ma soprattutto dovremo essere chiari con loro. Loro capiranno le strategie. Tutti quanti insieme, ci sarà un grande cambiamento, di idee e di uomini. Dovranno starci molto vicini, perché in un cambiamento così forte c’è bisogno di tutti quanti. Voglio dire però che questa squadra in questi ultimi mesi ha lavorato. Sfiderei altre squadre al mondo a lavorare in queste condizioni. È stata viva la squadra fino alla fine, che lotta ancora per la Champions». Ma qual è la base da mettere per iniziare a vincere? «Non dimentichiamola questa parola: vincere. Per vincere in ordine servono società, giocatori e allenatori. La prima cosa è la società. Comunque, queste due partite della Roma vogliono dire tanto. Il futuro è adesso. Se vinceremo le prossime due, avremo fatto quel che dovevamo fare».
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