rassegna stampa roma

Menez: «Potrei anche restare»

(Il Romanista-G.Dell’Artri) «Se i dirigenti vogliono vendermi, ne discuteremo alla fine del campionato». Parole dette ieri da Jeremy Menez in una intervista a France Football. Parole in leggera controtendenza con quanto visto nelle ultime...

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(Il Romanista-G.Dell'Artri) «Se i dirigenti vogliono vendermi, ne discuteremo alla fine del campionato». Parole dette ieri da Jeremy Menez in una intervista a France Football. Parole in leggera controtendenza con quanto visto nelle ultime settimane.

Bisogna fare un passo, fino al minuto 74 di Inter-Roma, ritorno della semifinale di Coppa Italia. Jeremy Menez esce dal campo dopo una prestazione disastrosa. Al suo posto il giovane Caprari, che già gli era stato preferito nella partita di campionato con il Milan. Quell’immagine mesta del francese sembrava davvero rappresentare la fine della sua storia con la Roma. Lo sembra ancora, perché Jeremy è il primo indiziato a lasciare il giallorosso la prossima estate. Una cessione per fare cassa, perché la Roma e i romanisti non sembrano più credere in lui. Eppure Jeremy sostiene che la parola fine sulla sua avventura romanista non l’ha ancora scritta: «Una cessione ad un altro club? Chiedetelo alla società. I giornali dicono che me ne vado, ma ho ancora un contratto di un anno. Poi, se i dirigenti vogliono vendermi, ne discuteremo alla fine del campionato ». Lascia ancora uno spiraglio Menez, anche se il suo futuro sembra già segnato. Forse si lascia ancora una possibilità, legata ad un possibile nuovo allenatore che gli dia maggiore fiducia e nuovo entusiasmo. Perché con Montella non pare proprio esserci sintonia: «Conoscete tutti la mia situazione. Possiamo dire che fino a marzo, è andata davvero bene. Dopo…». Dopo c’è stato il cambio di allenatore e Jerry è scomparso: «Sono una persona che ha bisogno di sentire la fiducia del tecnico per sentirsi al meglio ed esprimersi al massimo – spiega lui -. Ecco perché il risultato è quello che conosciamo. C’è stata la partenza di Ranieri. Non voglio aggiungere altro. E’ successo, e ora voglio guardare avanti. Io non voglio essere male interpretato. Sono stato deluso dalla partenza di Claudio Ranieri. Poi non è andata come avrei voluto, e come credo che sarebbe dovuta andare... Non mi sono sentito sostenuto. Ma non mi preoccupo...». E Montella? «Non ho molta voglia di parlare di questo. Non voglio aggiungere altro rispetto a quello che ho già detto». Eppure quando gli si chiede perché abbia giocato male anche quando è stato utilizzato, lui non si nasconde e spiega: «Il problema non è mettere un giocatore in campo e dire “sì, sto giocando”. Ci sono altre cose. Ma non voglio fare una guerriglia, è inutile. Non m’interessa». Poi un piccolo mea culpa: «Il fatto che non son stato utilizzato contro Milan e Catania? Sono scelte... Ma anche io ho le mie colpe. Sono una persona che lavora molto con un rapporto. Quando è arrivato Ranieri, c’era un rapporto continuo. Abbiamo discusso con calma in un ufficio, mi ha detto quello che si aspettava. Questa estate mi ha fatto capire che aveva intenzione di puntare su di me. Mi ha aiutato molto, e io l’ho ripagato sul campo. Ho lavorato sul piano emotivo anche con Christian Damiano, che mi ha fatto crescere molto. Ho fatto di tutto per ricompensarli di ciò che avevano fatto per me». E con Montella? «Si parla lo stesso, io rispetto l’allenatore. Ma è così, ci sono allenatori che hanno più affinità con certi giocatori, e viceversa ». Poi sul futuro. «Io non sono già partito, ho ancora un anno di contratto. Una volta che il campionato sarà finito, parlerò con i dirigenti per sapere quello che vogliono fare ». Ma se c’è una sola possibilità che Menez resti, questa dipende da un rapporto da ritrovare con tutto l’ambiente. Stampa compresa. «Sì, penso che la stampa mi abbia preso un po’ in antipatia. Ma non so da dove venga questa antipatia ». Feeling perso anche con i tifosi? «No, no. All’inizio della stagione sono stato bene e mi vedevano bene. Inevitabilmente si aspettavano sempre il Jeremy che avevano visto all’inizio dell’anno. Poi non sono stati contenti delle mie prestazioni e l’hanno manifestato. E’ giusto così. L’episodio del sasso sul parabrezza? Sono rimasto particolarmente sorpreso perché non me lo aspettavo. Sono cose che capitano. Non bisogna drammatizzare». Quindi? Ha voglia di cambiare aria? E’ stanco di stare a Roma? «No, affatto. Stavo super-bene, ho attraversato un periodo ottimo e, dopo, c’è stato questo piccolo stop. Ma non importa. Si torna indietro per saltare più lontano, come si dice. È possibile attraversare piccoli periodi di dubbi, ma so cosa sono capace di fare. Non perdo la testa».