(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) Cartolina dall’Olimpico: il Milan arriva al traguardo per inerzia, non trovando ostacoli.
rassegna stampa roma
Menez è un caso. Montella lo ignora «Noi a testa alta»
(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Cartolina dall’Olimpico: il Milan arriva al traguardo per inerzia, non trovando ostacoli.
Avrebbe rinviato la festa, se la Roma lo avesse messo alle corde. Ma della Roma non c’è stata traccia. E così festeggiare qui, lontano da casa, è venuto naturale. Sul fronte giallorosso, l’immagine più bella resta l’ingresso in campo, che la curva Sud accoglie nel ricordo di Antonio De Falchi, 18enne romanista che il 4 giugno 1989 morì dopo essere stato aggredito da ultrà rossoneri.
AGLI SGOCCIOLI E la partita? Un paio di fiammate del Milan bastano a impressionare la Roma, anche se Montella alla fine evita di calcare troppo la mano. «Ci abbiamo provato, soprattutto nel primo tempo, ma non siamo stati premiati. Usciamo dal campo amareggiati, ma a testa alta, il Milan ha strameritato di vincere lo scudetto. Mercoledì in Coppa Italia con l’Inter mi aspetto lo stesso atteggiamento, la finale sarebbe il giusto premio» . In panchina il tecnico sembrava quasi rassegnato: «Nel secondo tempo abbiamo fatto di meno, in effetti» .
CASO MENEZ Emblematica l’ultima sostituzione, decisa a 10’ dal termine: fuori Rosi, dentro Caprari, all’esordio in campionato, con Menez «dimenticato» in panchina. Perché? Montella è lapidario: «Caprari aveva molta più voglia di giocare» . Adieu al francese, che ribatte: «Io sto bene, Montella lo sa. Non mi spiego perché non sia entrato io» . Il punto che porta in zona Champions la Roma è un brodino insipido: avrà sapore solo se Udinese-Lazio finirà pari. «Dovrebbero perdere tutte e due— scherza Montella —. Siamo ancora in corsa, ci dobbiamo provare fino all’ultimo. Certo, ormai siamo agli sgoccioli» . E oggi potrebbero arrivare già i titoli di coda, con inevitabili conseguenze, soprattutto per Montella. Gli americani hanno visto e preso nota. Tegola per Brighi: si è fratturato il perone in uno scontro con Gattuso.
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