(Corriere della Sera - G.Piacentini) - «Sono molto dispiaciuto per quanto è accaduto al ragazzo, ma sono sicuro che lo siano la maggior parte dei tifosi della Roma» .
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Menez ancora sotto shock. Il tecnico: «Siamo con lui»
(Corriere della Sera – G.Piacentini) – «Sono molto dispiaciuto per quanto è accaduto al ragazzo, ma sono sicuro che lo siano la maggior parte dei tifosi della Roma» .
Vincenzo Montella torna sul brutto episodio che ha visto coinvolto martedì notte dopo la partita contro l’Inter, Jeremy Menez. Il giocatore francese, che era in compagnia del fratello Kevin, è stato seguito all’uscita dello stadio e poi aggredito da alcuni teppisti mentre era a bordo della sua macchina. «Non è una bella immagine per i tifosi della Roma, che non sono questi. Negli anni io ho imparato a conoscerli sulla mia pelle. Siamo tutti dispiaciuti, però il ragazzo è sereno, vuole reagire. In allenamento l’ho visto bene, dal punto di vista psicologico è disponibile e pronto a giocare» . Superato lo shock, quindi, il giocatore francese vuole rispondere sul campo ma la sensazione che la sua avventura romana sia arrivata al capolinea è forte. È stato lui stesso martedì notte in Questura – dove era andato insieme al direttore operativo della società giallorossa Gian Paolo Montali a sporgere denuncia (che è stata poi formalizzata il giorno dopo) contro ignoti -a lasciarsi sfuggire la «confessione» . «Non ne posso più – ha detto ai poliziotti che ne raccoglievano la testimonianza – questa è una città di pazzi, voglio andare via» . Poi, dopo essersi calmato ha aggiunto: «Ho avuto paura, ma ora penso solo a giocare» . Menez era in compagnia del fratello Kevin, che quando è a Roma vive in un albergo all’Eur e non nella casa di Jeremy a Casalpalocco, che guidava la Smart sulla quale i due viaggiavano. È stato lo stesso Kevin a raccontare ai giornalisti francesi – in Francia l’episodio ha avuto un grande risalto – come sono andate le cose. «Dopo la partita contro l’Inter – le sue parole – quando abbiamo lasciato lo stadio, quattro o cinque tifosi si sono avvicinati alla nostra macchina e hanno insultato mio fratello. Noi non abbiamo risposto ma uno di loro ci ha seguiti su uno scooter e dopo un po’, quando siamo arrivati nei pressi di un incrocio, ha lanciato un sasso molto grande sul parabrezza, che non è esploso ma è stato danneggiato. Qualche chilometro dopo la stessa persona, che evidentemente conosceva la strada che avremmo fatto, si è avvicinato di nuovo e ha lanciato un altro sasso, questa volta sul lato del passeggero dove c’era Jeremy. Ovviamente siamo rimasti scioccati, ma sappiamo che non bisogna generalizzare e che questo è solo il gesto di un pazzo. Dalla prossima partita all’Olimpico, però, ci sarà una scorta per tutelare Jeremy» . Kevin spiega anche i motivi della presunta lite con Montella, la mattina dopo. «La sera abbiamo avvisato subito i dirigenti della società (Montali n. d. r.), e dopo aver passato la notte in bianco, Jeremy è arrivato in ritardo all’allenamento. Il tecnico in quel momento non sapeva quello che era successo ed è andato a chiedere spiegazioni a mio fratello, ma non hanno litigato. Montella vuole proteggere Jeremy»
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