(Corriere dello Sport - L.Cascioli) Visto che negli ultimi tempi nessuno era riuscito a fermare la Roma, ci ha pensato la neve.
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Meglio se arriva un investitore Spenderà per tutelare se stesso
(Corriere dello Sport – L.Cascioli) Visto che negli ultimi tempi nessuno era riuscito a fermare la Roma, ci ha pensato la neve.
E così la corsa dei giallorossi verso i primi posti della classifica è stata interrotta da cause di forza maggiore. Se non altro le soste forzate servono a misurare il cammino fatto. Quando vengono imposte dalle esigenze, come quest'anno è già successo all'Inter, si crea nel pubblico quell'atmosfera di attesa che accentua la curiosità. Ranieri, costretto al 'turn over' dall'incalzare degli eventi agonistici, adesso non sa se rallegrarsi perché domenica si sono riposati tutti o rammaricarsi per dover affrontare un impegno in più. Del resto se la partita fosse andata avanti ci avrebbero rimesso tutti, a cominciare dalla incolumità dei giocatori, per non parlare della regolarità del campionato.
Intanto qualcuno degli avversari diretti ha più punti in classifica e sono aumentati gli impegni. Ci vuole pazienza! Per fortuna la pazienza è la virtù più evidente del tecnico della Roma, che ne possiede in dose maggiore di quanti abitualmente occupano le panchine degli stadi di calcio. La sosta della squadra fa spostare l'attenzione sulle sorti della società. Si spera che qualcosa di nuovo e di positivo finalmente si concretizzi. Fermandoci a riflettere, possiamo constatare come la Roma ha dimorato per mesi in acque stagnanti, vivendo di digiuni e saltando sempre i pasti principali. Possiamo già piacevolmente meravigliarci che non sia morta d'inedia. Fatto sta che la società è rimasta senza risorse anche sul mercato di gennaio.
Confortiamoci però constatando che spesso è proprio la povertà a sviluppare l'ingegno. Non tutte le ciambelle poi riescono col buco e le squadre che cambiano molto sono costrette a ridisegnare ogni volta gli schemi con risultati non sempre positivi. La Roma vanta un complesso bene affiatato e potrebbe aver ricavato dei vantaggi dal fatto d'essere rimasta quella di sempre.
In quanto ai pretendenti, meglio quelli che vogliono guadagnarci soldi. Almeno sono portati ad investire per tutelare i propri interessi. Diffido di chi mira più a prendere che a dare come accadde con Ciarrapico. E se 'Un americano a Roma' ci ha tanto divertito al cinema, c'è la fondata speranza che un revival calcistico della pellicola possa farci divertire anche allo stadio. Comunque, vinca l'offerta migliore.
A noi le vicende della società servono solo per ribadire il concetto che sono gli ottimi dirigenti a fare una buona squadra e non viceversa. Una verità questa, tanto sperimentata che non vale neppure la pena di starla a ribadire, ricordando i nomi di Sacerdoti, Bazzini, Gianni, Viola e Franco Sensi. Negli ultimi tempi ne abbiamo avuto una riprova, quando sul palcoscenico giallorosso sono apparsi Montali e Ranieri. Tutto è cambiato ( non sto parlando del gioco), l'aria stessa che si respirava a Trigoria è parsa risentirne. Ci siamo trovati davanti a persone attive, interessate ad affrontare seriamente un impegno difficile, ma stimolante.
La Roma era come una trota in una vasca da bagno. Era facile pescarla e poi friggerla in padella. Ranieri e Montali hanno fatto in modo che fosse la trota decidere la sua sorte: poteva saltare volontariamente nella padella e farsi friggere, o tornare a guizzare felice nei suoi abituali torrenti di gioco. I risultati li conoscete.
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