(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) Calcio e internet. Un pallone e un computer, la vita è tutta qui. I rapporti nello spogliatoio e quelli con i social network.
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Meglio gioventù «Siamo qui per crescere E se la Roma vuole…»
(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Calcio e internet. Un pallone e un computer, la vita è tutta qui. I rapporti nello spogliatoio e quelli con i social network.
Connessi, sempre. L’attività che li impegna di più? Facebook, certamente, anche se c’è un certo pudore ad ammetterlo. L’ultimo messaggio in bottiglia? Un post dopo cena, da una stanza d’albergo: «Chat di Facebook in tilt, aiuto!» . Appunto.
TUTTI A PESCA Le tecnologie sanno combinare disastri. Così, i cinque campioni d’Italia della Primavera portati a Riscone da Luis Enrique, sono figli di questi strani tempi in cui si è sempre in comunicazione con il mondo, eppure sempre più soli. E annoiati. La generazione di Facebook è completata da Antei, Pigliacelli e Verre, il più piccolo Qual è il vostro hobby? «Nessuno, non ne abbiamo, al limite qualche uscita con gli amici» . A far cosa, non si sa. Solo uno azzarda: «Mi piace andare a pesca, Se non avete niente da fare, perché non venite con me?» . Risate. La proposta «indecente» è di Mirko Pigliacelli, 18 anni, portiere. I suoi compagni sono Luca Antei, 18 anni, difensore centrale; Federico Viviani. 19, centrocampista centrale; Valerio Verre, 17, centrocampista; e Gianluca Caprari, 18 anni il 30 luglio, attaccante esterno, l’unico che abbia già esordito in Serie A. La meglio gioventù I ragazzi si presentano.
Pigliacelli, il più maturo: «Sono nato a Rignano Flaminio, ho giocato due anni alla Lazio, poi alla Roma» . Antei, il più inquadrato: «Vengo da Monte Mario, sono cresciuto nel Tor di Quinto» . Viviani, faccia da bulldog e figlio d’arte: «Nato a Lecco, perché lì giocava mio padre, cresciuto a Grotte di Castro, in provincia di Viterbo. Prima della Roma, ho fatto un provino con la Lazio e quattro tornei con l’Inter» . Verre, il più tifoso: «Ancora non ci credo, fino all’anno scorso andavo in curva Sud. Vengo da Quinto Miglio, ho cominciato nella Romulea» . Caprari, il più timido: «Sono alla Roma da sette anni, mi presero dal Don Bosco. Vivo a La Rustica» .
Ecco, tutti ancora un po’ grezzi, sono giovani e devono scafarsi. «Questo ritiro è una grande occasione per noi, il nostro obiettivo è migliorarci, rubiamo con gli occhi ai nostri idoli» , dicono in coro. Per Pigliacelli, l’esempio è Totti, «soprattutto per il suo comportamento, un vero capitano: mai una parola fuori posto» . Per Viviani, i modelli sono «De Rossi e Pizarro, più Daniele, ma quanta strada ancora dovrò fare» . Ecco, sul futuro non si sbilanciano, come se non si sentissero ancora padroni del proprio destino. «Siamo qui, giochiamoci le nostre carte, poi la società deciderà se tenerci o mandarci a giocare fuori» . Il solo Caprari si spinge più in là. «Da Catania non mi ha cercato nessuno, mi piacerebbe restare, c’è un progetto nuovo, molto interessante» .
TRA SOGNI E REALTA' E c’è l’allenatore giusto. Luis Enrique ha stregato anche loro. «Allenamenti tosti, ritmi intensi, il passaggio con i grandi si sente» , ammette Viviani. «Il mister dirà se sono all’altezza di questo gruppo» , dice Antei, al momento l’unico centrale sano della Roma. «Per me è il secondo anno in ritiro, ma questo è un progetto interessante» , svela Pigliacelli, portiere richiamato per i guai di Julio Sergio. Insomma, con Luis Enrique sognare si può, ma cosa? Domanda scontata, perché la risposta di tutti è «scudetto con la Roma, manca da troppi anni» . Per questo, ben venga pure Lamela, anche se dovesse togliere il posto ad uno di loro. «Se alla nostra età già vale venti milioni, significa che è davvero forte» , qui è Verre che parla da tifoso. «In effetti è di un altro livello rispetto a noi» , aggiunge Antei. Viva la sincerità. Anche in questo, sono ancora ragazzi. Per fortuna.
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