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Maarten il bello. Visite ok e Trigoria «La Roma mi ispira»

(Gazzetta dello Sport – M.Calabresi) Fortuna che c’era una sciarpa giallorossa ad attenderlo all’aeroporto. E fortuna che, fuori dal policlinico Gemelli, cronisti e tifosi erano pronti a strappargli le prime parole da romanista, o una...

Redazione

(Gazzetta dello Sport - M.Calabresi) Fortuna che c’era una sciarpa giallorossa ad attenderlo all’aeroporto. E fortuna che, fuori dal policlinico Gemelli, cronisti e tifosi erano pronti a strappargli le prime parole da romanista, o una semplice foto.

Il rischio di confondere Maarten Stekelenburg per l’ospite di qualche locale della movida romana c’era, eccome: capelli biondi e alzati con il gel, occhioni chiari, camicia jeans (a Fiumicino) o bianca con le maniche girate per il caldo e sbottonata (ieri mattina). Si sarà pure presentato con abbigliamento casual, ma il gigante olandese tutto è, tranne che un «notturno» : preferisce la famiglia e la cucina, e ovviamente il campo.

Bocca cucita, anzi noNessuna parola, parecchi sorrisi, e un tifoso aggrappato al collo per farsi ritrarre accanto al vatusso. Niente «Forza Roma» , stavolta, solo un «Yes» alla domanda «Contento di essere qui?» . È la prassi: anche Lamela, José Angel, Heinze e Bojan (in rigoroso ordine di tempo) si erano limitati alle mezze parole. Per quelle intere, ci sarà da attendere ancora qualche giorno, anche se Stekelenburg, a un sito olandese (ad. nl) ha espresso soddisfazione e qualche perplessità: «Sarò qui presto, con orgoglio — dice —. La squadra mi ispira. Non ho visto lo stadio, ma tutte le strutture sono ottimali. Con Luis Enrique ho parlato dell’aspetto tecnico: è stata una conversazione piacevole. Lui si augura che tutto si risolva il prima possibile: questa storia va avanti da troppo tempo. Domani (oggi, ndr) torno in Olanda: se non c’è ancora la fumata bianca, mi toccherà aspettare» . Sarà ad Amsterdam per il trasloco definitivo, per essere nuovamente a Roma tra domani e martedì, quando la sua avventura inizierà sul serio.

Roma vuota Così come l’ «olgiatino» Luis Enrique, il portiere vice campione del Mondo non ha ancora conosciuto il traffico di Roma: con la maggior parte della città divisa tra il litorale e le autostrade, ci ha messo poco a spostarsi dal suo hotel, a due passi da Villa Borghese, al Gemelli, e successivamente a Trigoria, quella che per i prossimi quattro anni sarà la sua seconda casa. Quattro, come le ore di visite mediche, per verificare che fosse tutto ok, anche il pollice della mano destra fratturato a marzo in allenamento.

ImpressionatiRaccontano che quando si è presentato alla squadra e allo staff tecnico, mentre erano tutti a pranzo dopo l’allenamento mattutino, qualcuno sia rimasto impressionato. «Ma quanto è alto?» . Tanto, il più alto tra i numeri uno della serie A. La Roma non aveva un portiere così alto da sei anni: l’ultimo fu Ivan Pelizzoli, 1.97 come Stekelenburg. Fece quasi 800 minuti di imbattibilità, ma non ha lasciato un bel ricordo. L’olandese potrà anche fermarsi prima, ma almeno pari con continuità.

Trigoria Due allenamenti, ieri, e due partitelle, con diversi partner per Totti: Bojan al mattino, Borriello e il neomaggiorenne Caprari (festeggiato dal gruppo) nel pomeriggio. Luis Enrique ha insistito sull’aspetto tattico, sui movimenti del centrocampo e della difesa. Si sono rivisti con il gruppo anche Simplicio e Okaka, esclusi dal ritiro e dalle idee dello spagnolo. Niente ripensamenti, serviva solo fare numero.