rassegna stampa roma

Ma per vincere subito non bastano i proclami

(Corriere dello Sport – L. Cascioli) – Il fascino della nuova Roma sta tutto nella sua totale assenza di dubbi circa il futuro, con una sorta di prepotenza dell’ottimi­smo che ci mette nella condizio­ne di dover accettare a occhi...

Redazione

(Corriere dello Sport - L. Cascioli) - Il fascino della nuova Roma sta tutto nella sua totale assenza di dubbi circa il futuro, con una sorta di prepotenza dell’ottimi­smo che ci mette nella condizio­ne di dover accettare a occhi chiusi tutte le promesse che ci vengono fatte. Il problema è che nessuno sembra minimamente preoccupato del presente.

Sia chiaro: gli acquisti fatti sinora sono tutti ottimi. Le cifre spese sono quelle di una società in li­nea con le nuove disposizioni ed esigenze. I dubbi nascono quando si confrontano le notizie di merca­to con i programmi tecnici. L’al­lenatore ha proclamato e pro­messo una squadra d’attacco. Ma qui di attaccanti se ne vedo­no pochi e tutti ancora da sco­prire. Nel frattempo è partito proprio un grande attaccante, Vucinic, richiesto e accolto a braccia aperte da un altro alle­natore, Conte, che, guarda caso, proprio come Luis Enrique, pro­mette una squadra offensiva. Dicevano un tempo le ragazze ai fidanzati che partivano per il servizio di leva: «Se sei buono per il Re, sei buono anche per me». Nascono poi ulteriori dub­bi e timori quando leggiamo che anche Borriello è corteggiato dai concorrenti. Non vorremmo che la Roma cedesse agli altri tutte le spade e dovesse combat­tere con i foderi. Va bene, il mercato è tutt’altro che concluso, ma una certa dif­fidenza naturale, provocata da tante delusioni, la fa ancora da padrona.

Finora i tifosi giallo­rossi l’hanno presa con filosofia (la filosofia popolare sta per saggezza) ma è chiaro che da tutta questa rivoluzione che sta interessando la squadra si at­tendono qualche successo im­mediato, tanto per iniziare la stagione in modo positivo. Tra poco più di due settimane la Ro­ma dovrà scendere in campo e misurare subito le sue ambizio­ni europee. Che squadra dovre­mo aspettarci? Per il momento i giallorossi hanno battuto solo l'Innsbruck con il gol di un ra­gazzo della Primavera. Non ci resta che compilare una doman­da in carta da bollo per richiede­re uno di quei campioni che leg­giamo destinati altrove. Sareb­be un paradosso? Ma i parados­si, per il momento, sono i soli dolcificanti della verità. Che il futuro per i nuovi diri­genti sia più importante del pre­sente ci è stato confermato an­che dal perentorio diktat con cui è stato blindato il contratto di De Rossi, detto appunto “capitan futuro”. Circa invece il capitano attuale, nei giorni scorsi si è tan­to parlato di pigrizia, dopo che Totti aveva preso cappello per una battuta (non so quanto ca­suale) di Baldini. Il giocatore più pigro (e più grande) che ho conosciuto era Schiaffino. A fine gara la sua maglia era sempre asciutta e non doveva mai esse­re lavata (a quei tempi le maglie dovevano durare un’intera sta­gione). Schiaffino sosteneva che chi è capace di far correre la palla, non ha mai bisogno di cor­rere troppo, perché la palla è sempre più veloce del più velo­ce tra i giocatori. Ho poi cono­sciuto la pigrizia di Rivera, del­la quale Gianni Brera parlava (a torto) con maggiore malignità critica di quanta se ne possa rimproverare a Baldini. E Her­rera, per quanto sostenesse l’agonismo più sfrenato, non sa­peva rinunciare a Corso, che a volte in campo sembrava più as­sente che pigro, più morto delle punizioni a “ foglia morta”. Oggi, è vero, si gioca un calcio diver­so. O per meglio dire, fuori del­l’Italia si gioca un calcio diver­so. Anche i campioni come Totti devono rendersene conto. Ma saranno solo i campioni come Totti ad aiutare i tecnici a trova­re le soluzioni giuste.