rassegna stampa roma

«Vucinic è soprannaturale»

(Il Romanista) Giornata particolare…dove si trova? Sto andando a Trigoria. Hai elogiato Lamela in conferenza quindi non verrà… Sarà probabilmente cosi, molti sono elogiabili perché sono ottimi giocatori, elogiarli tanti spero che...

Redazione

(Il Romanista) Giornata particolare…dove si trova? Sto andando a Trigoria. Hai elogiato Lamela in conferenza quindi non verrà... Sarà probabilmente cosi, molti sono elogiabili perché sono ottimi giocatori, elogiarli tanti spero che qualcuno arriverà.

C’è una fibrillazione incredibile ora, siamo un po’ in disparte anche se continuiamo a occuparcene. Il mercato è statico generalmente, è in totale mobilità nei prossimi giorni succederà qualcosa e a catena si muoveranno tutte le altre. Nel calcio c’è il dubbio, l’ansia, la paura la prima società che prende una scelta di mercato, quando c’è un dare e avere e girano i soldi, il primo che si muove è quello che ha più paura di fare una scelta che non sarà premiante per il futuro.

La scelta di Luis Enrique? Abbiamo voluto cercare di capire di sapere se c’è la possibilità di fare una sintesi tra il pensiero di calcio del Barça e quello italiano. Luis Enrique da giocatore? Da calciatore era molto duttile. Aveva e ha un temperamento fortissimo, un’intelligenza assoluta ma quel temperamente e voglia di vincere se lo porterà dietro anche da allenatore.

Ha parlato di discontinuità rispetto al passato. La continuità deve essere costruita da tutti. Arriverà uno staff che proporrà un altro modo di vedere il calcio e lo sport, ci sarà un motivatore psicologico. Abbiamo fatto una scelta complessa. Dobbiamo construirla tutti i giorni, tutti noi, anche i dipendenti di Trigoria.

Vucinic si è confessato con lei? Non ho le caratteristiche del prete, dal punto di vista fisico, mi sono incontrato con Mirko notte tempo, ci siamo confrontati con molta serenità, ho cercato di portarlo su un circuito di ragionamento alternativo, diverso rispetto al suo stato d’animo attuale. È molto amareggiato, non c’è bisogno che lo dica io perché a Roma lo sanno, Mirko è un campione, ha delle soluzione tecniche che in Europa se le possono mettere in campo 5-6 giocatori. La caratteristica di Vucinic quando gli fai una trasmissione di palla, quando arriva la palla a lui può succedere di tutto in qualsiasi zona di campo, gioca in controtempo. È un calciatore con caratteristiche tecniche quasi confinanti con il soprannaturale e prima di perderlo dovremo combattere. L’affetto dei tifosi è una necessità fisiologica che ha questo giocatore ma anche tutti gli altri, l’affetto e la stima si trasformano in adrenalina e per un calciatore come Vucinic lo è molto di più. La situazione di disistima lo ha fiaccato ma è un rapporto e si può recuperare ma anche Mirko deve metterci qualcosa. Non dipende solo da un gol sbagliato ma magari da qualche reazione di Mirko in campo non è piaciuta. Uno dei più grandi calciatori in assoluto che abbia giocato in Italia è stato Gianni Rivera che era veramente qualcosa di inimitabile vederlo giocare, io una volta ricordo che Maggiora non lo prendeva mai perchè quel giorno aveva deciso di giocare sempre di prima. Allora dopo l’ennesima entrata assassina, ai tempi non c’erano i cartellini, i difensori p0icchiavano tutta la partita nell’impunità più assoluta, Rivera si è girato verso la panchina di Liedholm dove io ero seduto, e ha detto "Mister..." e lui "scusalo Ianni, è un ragazzo giovane...". Rivera che aveva un calcio sublime a volte in campo degli atteggiamenti indisponenti. E’ altrettanto vero che Mirko, così come Pastore, giocatori di grande livello tecnico, devono assecondare l’umore della gente. Lui non è ruffiano. C’era uno studio antropologico, lo scrisse uno che non si occupava di calcio ma di un’altra materia, si chiamava Desmon Morris, ci sono delle posture del corpo che indicano sono un senso di sconfitta, di rinuncia eccetera... La gente senza aver letto Desmon Morris coglie queste cose qui.

Io non credo che la Roma faccia un silenzio stampa in questo periodo, no? Non è nelle nostre intenzioni. In questa società devono ancora arrivare soggetti direi di primaria importanza come un presidente che certamente non si nasconderà alla stampa e che credo sia un ottimo comunicatore. Poi non ci confrontiamo con le persone, cerchiamo solo di spiegarci fondamentalmente, poi arriverà un altro ottimo comunicatore che conoscete tutti che ha già lavorato nella Roma (Franco Baldini ndr), voglio dire, non mancherà certamente per la gente e per la stampa, che trasferisce e dilata un’informazione e un pensiero, la possibilità di lavorare. Tutto questo deve essere sostenuto e suffragato da qualcos’altro che è il valore di una squadra, di questo me ne rendo conto perchè qui ci vuole la squadra.

Per cinque anni non c’è mai stata la possibilità di un acquisto mirato alle esigenze della squadra... Mi sto confrontando con la Roma che è esisitita fino a ieri e che continuerà, in parte, ad esistere anche domani; questi dirigenti, tutti, nessuno escluso, hanno lavorato comunque molto molto bene per la Roma in una situazione d’emergenza e penso anche che sotto l’aspetto della comunicazione qualche costrizione c’era, era una situazione un pò particolare, però questa gente ha lavorato molto bene. Entrando a Trigoria pensavo di trovare un ambiente diverso, ho trovato gente molto propositiva, non voglio far nomi perchè non mi sembra il caso però ho trovato dirigenti, addetti ai lavori, inservienti, tutti molto evoluti nel loro lavoro e mi rendo conto infatti che è la cosa giusta e normale perchè la Roma è stata sempre competitiva, la Roma insomma non è una cosa da cancellare e da ricostruire, è una cosa da correggere, anche attraverso le scelte che stiamo facendo.

Si è già arrabbiato qualche volta alla Roma? Io mi arrabbio sempre, ma fino ad un certo punto perchè altrimenti vado in crisi di ossigeno.

Ai tifosi è piaciuta la sua sincerità e serietà Se questa è una caratteristica che piace alla gente, piacerò molto alla gente allora (ride).

Sta pubblicizando Vucinic per venderlo meglio o per tenerlo stretto? Per tutte e due le cose (ride). Poi non lo sappiamo mai come si svilupperò una situazione legata al calcio, che è materia volatile e non si può fissare con dei concetti. Se Mirko in vacanza con la sua famiglia ritroverà la serenità necessaria sarà un calciatore della Roma e ci farà vincere tante partite. Se non dovesse succedere verrà messo sul mercato. Luis ora pensa all’inizio al 4-3-3, perché mi ha consegnato dei lavori che ha fatto sugli sviluppi dei moduli molto ricchi e variegati, quindi non è che certamente si fermerà lì.

E’ vero che si è disperato per l’errore del Bologna? Io? No (ride). Viviano ci viene attribuito, e accetto questo fatto, non posso dire passivamente ma lo devo accettare perché è plausibile, perché la Roma è alla ricerca di un portiere. E’ del tutto evidente che i portieri ci vengono tutti attibuiti. L’incidente che è successo al Bologna in parte è anche comprensibile, magari una norma dell’ultimo momento... Niente di grave, l’abbiamo fatto anche noi a un ragazzo che non era nostro ma che dovevamo girare ad un’altra società, tra le due società c’eravamo di mezzo noi... L’ho fatto io questo errore, insomma, una stupidaggine.

La prossima settima va ad Amsterdam? Il mio programma di viaggi lo fa Tonino Tempestilli, perché puntualmente buco sempre gli appuntamenti. Stekelenburg è un giocatore che piace a tutti.

Curci? E’ un giocatore della Roma. Viene da una stagione brutta, come risultati finali, perché nel girone d’andata è stato strepitoso. Comunque è un giocatore dell’85, è un figlio della Roma e del settore giovanile della Roma, non voglio mettere minimamente retorica in quello che dico, però intanto l’abbiamo recuperato perché potrebbe essere utile anche nelle liste Uefa e vedremo come rimetterlo in campo. Può darsi anche che non si fermi nella Roma, ma se si fermerà farà sicuramente il suo dovere.

Doni ha rifiutato il Liverpool... Ci parlerò privatamente, non gli lancio messaggi pubblici. Questo non lo dico a Doni, lo dico a tutti i calciatori, a volte ci sono questioni che devono anche essere affrontate anche con un orgoglio diverso. Doni ha vissuto le ultime due stagioni non all’altezza della sua fama. Se io fossi in lui farei di tutto per rimettermi in discussione e per mettere in difficioltà chi in questo momento gli sta dicendo di andare. Deve scattare questo meccanismo, l’orgoglio è una delle qualità più importanti in un calciatore. Ai calciatori in difficoltà dico di accettare la sfida, è quello che ci distingue dagli altri, non accettare tutte le cose. La sfida è quotidiana, naturalmente.

Tipo van der Saar? Ti ringrazio per aver citato questo calciatore. Van der Sar è uscito nell’ignominia e tra il disprezzo generale, fino ad essere pluridecorato, un grande giocatore nei comportamenti e in campo, dopo due stagioni definite all’epoca fallimentari. La voglia di ricostruirsi, di rimettersi in gioco devono avercela anche rispetto ai soldi, anche se non è bello parlarne.

C’è un accordo con Alvarez? Sì, c’è un pre-accordo per questo giocatore, che poteva essere anche in qualche misura impugnato. Io l’ho fatto come deterrente per tenere in mano il calciatore, ma i giocatori devono essere acquisiti al giusto valore. Io non la considererei una prodezza prendere Ricky Alvarez a 15 milioni, anzi la considerei professionalmente un errore. I giocatori devono essere presi al prezzo che meritano, naturalmente come tutte le cose del calcio sono contestabili e corregibili da opinioni altrui. Ricky è un ottimo giocatore, ma ha avuto un passato difficile, ha giocato poco, è reduce da infortuni. E’ un ’88 ma avrà giocato 20 partite in prima squadra. Ho perso il momento giusto sperando di realizzare un ulteriore risparmio, forse non sono stato abbastanza pronto ma ho ottimi motivi per credere che in quel momento il giocatore non sarebbe potuto uscire. Per uscire alla mie condizioni avrebbe dovuto far ricorso a una clausola e i calciatori in Argentina sulle clausole non ci vogliono mai andare, perché c’è un rapporto diverso con le società, e aggiungerei anche senza drammatizzare con la vita. Le clausole non ocntengono qualcosa di violento, ma pochi calciatori ce l’hanno e quelli che ce l’hanno non l’adottano quasi mai.

La frase di Zeman su Moggi. Che ne pensa? Penso che la vittoria vada goduta in silenzio. Io non l’avrei detta.