(Il Romanista - C.Zucchelli) - Dieci. Come Francesco Totti. Come i guantoni sulla maglia, le sue parole, i suoi sorrisi, le sue battute e le frasi serie - da Capitano vero, se mai qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi - che ha detto a Trigoria.
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«Voglio giocare fino a 40 anni. E vincere con Baldini»
(Il Romanista – C.Zucchelli) – Dieci. Come Francesco Totti. Come i guantoni sulla maglia, le sue parole, i suoi sorrisi, le sue battute e le frasi serie – da Capitano vero, se mai qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi –...
Ieri perché ieri, da mezzogiorno all’una, c’è stata la conferenza stampa. Ma anche oggi, domani e sempre. Perché anche se i periodi difficili ci sono stati, e magari torneranno pure, e Totti certo non lo nasconde, la realtà di oggi racconta di un campione pronto a caricare i suoi compagni verso il derby che lui non giocherà e pronto anche ad «accantonare» tutti i malumori che hanno accompagnato l’inizio della stagione. Dal rapporto con Baldini che «è sempre stato buono anche se ammetto che ci sono rimasto male quando ho letto quell’intervista. Adesso speriamo di tornare a vincere insieme», a quello con Luis Enrique «all’inizio forse non ci siamo capiti», fino a quello con la nuova proprietà: «Vogliono tutti il bene della Roma. All’inizio sentivo dire che ero al centro del progetto ma poi non giocavo. Ho chiesto spiegazioni, mi è stato detto tutto e le cose sono cambiate». C’è qualcosa però che non cambia mai (per fortuna) ed è la sincerità di Totti davanti alle telecamere. Ecco allora i capolavori: «L’uomo derby? Reja. L’aquila Olympia? Meglio che non dico quello che penso sennòm’arrestano e poi non credo volerà. Andasse al mare, coi gabbiani, tanto sono la stessa cosa». Dieci.
Per prima cosa le tue condizioni:come stai?
Non ce la faccio a recuperare per il derby. Non so quando tornerò in campo, spero contro il Palermo.
Che idea ti sei fatto di questo nuovo progetto?
È un progetto nuovo, importante, giovane. Penso che gli americani vogliano fare grandi cose, una grande squadra. È doveroso che una città come Roma abbia una grande squadra. Noi li auteremo in tutti i modi.
Non si può non parlare dell’intervista di Baldini di quest’estate... Totti sorride mentre gli viene fatta la domanda
È normale che lì per lì c’ero rimasto male, però ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero. Con Franco ho avuto sempre un bellissimo rapporto, anche quando è andato via. Quando arriverà, penso presto, specificherà questa pigrizia, ma io già ho accantonato tutto per il bene della Roma. Lui è tra i più bravi dirigenti, è bello averlo nella Roma. Speriamo di poter rivincere insieme.
Come mai parli prima di una partita che non giocherai?
Con la società avevo deciso che avrei parlato prima del derby già un paio di settimane fa qando pensavo che avrei giocato. Invece purtroppo c’è stato questo infortunio che mi farà saltare questa partita per me molto molto importante. Ho mantenuto le promesse, sia con voi che con la società e ho parlato anche se non giocherò.
Chi prenderà il tuo posto? Chi vedi meglio tra Pjanic e Lamela?
Lo deciderà il mister, fino ad ora ci ha abituato a tantissime sorprese. Sinceramente non so chi possa giocare in quel ruolo. Lui adesso valuterà se sarà Pjanic, Lamela o Bojan. Sinceramente non lo so, ma l’importante è che chiunque giochi sappia cosa deve fare.
Hai mai avuto l’impressione di essere un problema per la Roma?
Spero di non esserlo mai, visto che ho cercato di dare sempre qualcosa in più per questa squadra e questa città . Le parole uscite all’inizio mi hanno dato fastidio, ma ogni anno ce n’è sempre una su Totti: quest’anno era che creavo problemi alla squadra oltre a creare un danno economico. Alla fine ho avuto un chiarimento con il direttore (Sabatini, ndr), ho chiesto quale fosse la verità sul mio conto, se veramente facessi parte del progetto e mi hanno confermato che sono al centro del progetto. E fortunatamente sono cambiate tante cose.
Com’è il tuo rapporto con Luis Enrique?
Il mister fa le sue scelte, rispettabilissime. Io stavo bene, non avevo alcun acciacco, mi si diceva che facevo parte del progetto ma nella prima partita non ho giocato, nella seconda sono stato sostituito e ho avuto un chiarimento per sapere se veramente facessi parte del progetto e mi è stato detto e ribadito di sì. Con il mister ho avuto sempre un ottimo rapporto. Lui vuole che giochi più vicino alla porta quindi ora mi abituerò a giocare un po da trequartista e un po da prima punta anche se con lui la prima punta non esiste.
È questo un progetto vincente a breve termine? E ti piace il ruolo che occupi in campo?
È un progetto da qui a 5 anni o forse anche di più. Ci vorrà tempo prima di vincere, è una squadra ringiovanita ed in Italia serve tempo. Con lo spirito giovanile che abbiamo – io ormai sono parte del gruppo – possiamo dire la nostra. Tra 5 anni io non ho più il contratto: o me lo rinnovano o dobbiamo vincere prima. Il ruolo? Mi trovo bene anche se non segno. Per il bene della squadra faccio tutto, poi mi diverto. Ho parlato con il mister e lui vuole che io batta tutti i record.
Cosa ne pensi della partita contro la Lazio?
Per me è una partita diversa da tutte le altre. Sono nato e cresciuto qui, giocare contro la Lazio è speciale. Però alla fine sono 3 punti fondamentali e per noi vincere la quinta o la sesta volta non cambia nulla. Da lunedì, se dovessimo vincere, capiranno tutti quelli che sono qui cosa vuol dire il derby.
Quali erano i tuoi dubbi iniziali sulla nuova proprietà? Ora le cose sono cambiate?
Prima del loro arrivo ho detto che non avevo visto nessuno, poi ho conosciuto persone vere che vogliono far grande la Roma. Con il presidente ho avuto una breve chiacchierata, solo che lui ha parlato italiano e io inglese (ride lui e ridono tutti). Vuol far grande questa città e questa squadra. Se mi fanno rimanere resto, sono venti anni che sono qua.
Hai parlato con De Rossi del suo contratto?
Totti sorride, sta in silenzio per qualche secondo Sì, ci ho parlato più di una volta. La sua intenzione è rimanere alla Roma a vita come ho fatto io, però non sono entrato nello specifico. Spero che possa firmare prima possibile, questa cosa è andata avanti oltre il dovuto.
Sito a parte, non parlavi da molto tempo: cosa hai pensato in questi mesi di silenzio?
Ho fatto solo il mio lavoro, a Riscone la mia conferenza era prevista, ma saltò per l’intervista a Baldini. Pensavo solo a parlare con i fatti.
Tu hai giocato tanti derby, qual è quello che ti è rimasto più impresso?
L’ultimo, con la prima doppietta. Sono quei derby che sogni, poi gli sfottò ci stanno e i derby sono belli anche per questo, sia prima che dopo. Si diceva che era meglio se giocavo... Beh, è stato meglio per tutti.
Qual è la cosa che ti ha ferito di più in questo periodo?
Che ero il male della Roma, di questa squadra. Che cerco di remare contro la società, che io non volevo gli americani ma solo la Sensi. Ogni volta ce n’è una e io ormai ci ha fatto l’abitudine e non me la prendo più di tanto, anche se conoscendo il mio carattere me lo tengo dentro in silenzio e poi sbotto.
Ibrahimovic dice che non si diverte più,Cassano pensa di smettere tra te anni.E Francesco Totti?
Io quindici o venti giorni fa ho detto che voglio giocare fino a quarant’anni e confermo. Ho un’altra idea: se sto bene fisicamente e mentalmente voglio divertirmi, anche perché il calcio mi ha dato tutto, è la mia passione perciò cerco sempre di dare tutto quello che ho. Quando vedrò che non ce la farò più getterò la spugna ma in questo momento non ci penso minimamente. Spero che anche due campioni così possano giocare ancora a lungo.
E come mai loro hanno detto così?
E sarà l’aria del Nord...
Questo infortunio può essere dipeso dal fatto che hai giocato tutte le partite? Vorresti giocare più vicino alla porta?
L’infortunio è una casualità che purtroppo può capitare ed è capitato nel momento in cui ero al top della condizione. Con il mister parlo frequentemente e dice sempre che nella posizione in cui mi trovo ho la possibilità di fare tantissimi gol, però è una gestione che spetta a me, spetta a me trovare la posizione giusta per aiutare sia il centrocampo che gli attaccanti, cerco sempre di mettermi a disposizione della squadra. Poi è normale che uno come me abituato a segnare tanti gol sia un po’ sorpreso dal fatto di non averne fatto nessuno in cinque gare. Suona strano.
A fine carriera farai il dirigente?
Anche questo è nel contratto, ho cinque anni da dirigente e avrò la la possibilità di lavoare con loro. Poi vediamo, magari mi mettono in guardiola o da qualche altra parte... Ne parlerò con gli americani? No, perché voglio giocare e non ci penso. I Galaxy? Qualcosa di vero c’era, ma anche in Europa...
Chi ti ha stupito di più dei nuovi acquisti? E che differenze ci sono tra vecchia e nuova dirigenza?
Uno in particolare non c’è perché sono tutti molto bravi, disponibili, che provano a dare un contributo a questa squadra poi è normale che il primo anno quando cambi città squadra e lingua non è facile. Con la vecchia dirigenza ci sono cresciuto ed ho con loro un rapporto che va oltre al campo: con Bruno Conti, Pradè e Rosella è stato un rapporto vero che mi ha dato tanto, perché tutta la trafila che ho fatto con la Roma è stata fatta con loro. Ci sono state gioie e dolori: prendo tutto e li ringrazio perché sono persone che difficilmente dimenticherò. I nuovi sono persone serie ma con le quali non avrò il rapporto che avevo con gli altri.
Nel rapporto con Luis Enrique è cambiato il tuo atteggiamento,il suo o non vi eravate capiti?
Forse non c’eravamo capiti, ho visto che non era come volevo, stavo bene e volevo giocare; non capivo perché non giocavo. Poi le parole di Sabatini, del presidente "Totti al centro del progetto" poi non gioco, poi vengo sostituito ho detto: "Boh, boni tutti! O non ci capisco niente io o mi state prendendo in giro voi". Qualcosa non mi quadrava e allora ho avuto un colloquio e il direttore mi ha detto tutto, come stavano le cose che poi si sono verificate. Il mio atteggiamento è stato sempre lo stesso: prima, durante e dopo.
Tra gli allenatori che hai avuto a chi paragoneresti Luis Enrique?
A Spalletti e anche a Zeman. Facciamo un gioco abbastanza offensivo: pensa più a far giocare la squadra e meno agli avversari, cercando sempre di fare un gol in più degli altri.
Cosa ti ha sorpreso di Luis Enrique?
Due ore e mezza di allenamento sono troppe (ride di nuovo), era dai tempi di Zeman che non ci allenavamo così intensamente. Ma sono cose che fanno bene.
Chi sarà per te l’uomo derby?
L’uomo derby è Reja, ah no…(ridono tutti) è una battuta dai, è un portafortuna. Penso che Klose potrebbe esserlo, spero che non ci sia perché non pensavo che fosse così forte.
Zeman ha detto che la Lazio è più squadra ma a lui non piacciono né Reja né Luis Enrique...
Sappiamo tutti che quando Zeman parla va oltre ma io parlo solo di Luis Enrique perché secondo me è un allenatore che può fare davvero bene in questa città. Ha un calcio nuovo per l’Italia, un calcio spagnolo e speriamo, anche se sarà difficile, che possa farlo come quello del Barcellona. Però ha idee chiare ed innovative, ci insegna cose che noi in Italia non abbiamo fatto.
Lazio avvantagiata nel derby?
Come sempre, meglio così. Sono sempre i favoriti loro.
Nel derby ci sarà poca romanità:Totti che consigli può dare?
Queste sono dicerie che si spargono nella città, quelle della romanità che fa sentire troppo le partite. Eppure non mi sembra visto che ultimamente stiamo facendo oltre alla vittorie anche delle belle prestazioni. Comunque ci saranno sia Daniele che Rosi che sono due tifosi doc e possono bastare.
Un giudizio su Pjanic e Lamela?
Pjanic tecnicamente è formidabile anche se da fuori sembra un po’ lento, lui ti anticipa un secondo prima e ti mette in difficoltà. Lamela l’ho visto poco per il problema alla caviglia ma da quanto mi hanno detto i compagni è un giocatore che può fare la differenza. Può essere il mio erede? Magari, sarebbe bello avendolo già a Roma.
Come vivrai le ore prima del derby? È impossibile che la Roma sia in corsa per lo scudetto?
Se fosse per me andrei in panchina anche in borghese ma dopo i problemi che ci sono stati a Lazio-Roma quando ero infortunato, il derby delle 11 vittorie, in cui non volevano che andassi vicino alla panchina della mia squadra, non so se andrò alla stadio o no ma sicuramente fino a domenica mattina starò vicino a loro dando ai miei compagni qualche piccolo consiglio. Lo scudetto? Non ci interessa, fa parte della "zona Nord".
Ti dispiace non essere stato premiato a Pescara come i centenari della Nazionale?
Io non ne ho fatte 100, loro sì perciò penso sia un premio meritato. Rimpianti? No, è stata una scelta mia quella di non giocare più in nazionale.
La Nazionale giocherà a Roma contro l’Uruguay: pensi di poter fare una partita d’addio magari?
Vi piace proprio eh? Ancora in Nazionale mi volete vedere? Ci stanno Cassano e Rossi. Dici proprio per l’addio definitivo? Faccio tutto un miscuglio (ride di nuovo).
Chi arriva meglio tra Luis Enrique e Reja a questo derby?
Entrambi perché dall’altra sponda la vedono come una partita particolare che prima o poi vorranno vincere.
Cosa pensi dell’aquila Olympia che non volerà?
Non ti posso rispondere altrimenti mi arrestano. E’ una coreografia bella, se dovesse volare ma non lo farà, penso. Andasse al mare a farsi un giro, tanto con i gabbiani sono tutti uguali...
Qual è il tuo giudizio sul campionato? Ti ha sorpreso Ranieri all’Inter?
È un campionato inaspettato perché c’è una classifica molto corta, non c’è una squadra che è partita molto veloce. E’ un campionato lunghissimo che in questo momento può essere vinto chiunque, ma tra 10-15 giornate conosceremo i verdetti finali e le squadre che partiranno per quell’obiettivo. Sono contento per Ranieri perché ha ritrovato una squadra, una grande squadra e conoscendo l’allenatore può fare davvero bene, spero non quest’anno ma può dire la sua con l’Inter e gli faccio un in bocca al lupo.
Da Capitano cosa dici ai tifosi? Puoi svelarci cosa dici alla squadra quando siete in cerchio prima delle partite?
A loro non posso dire niente perché fanno tutto, sia in campo che fuori. Sono tifosi unici, come hanno ribadito anche altri miei compagni che non si aspettavano una tifoseria simile. Per tante persone viene prima la Roma che la mamma e questo dimostra l’attaccamento e l’affetto che provano nei nostri confronti e noi cercheremo sempre di contraccambiare sul campo anche se per noi è più difficile. Ma con la voglia e la convinzione di quest’anno possiamo dargli tantissime gioie. Cosa dico al centro del cerchio? E’ un urlo per la Roma, semplice e un po’ banale.
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