(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) La Roma resta sospesa, come se il tempo si fosse preso una pausa. Una squadra e una società in bilico, come un saltatore fermato mentre varca l’asticella:
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«Vincerle tutte è un obbligo»
(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) La Roma resta sospesa, come se il tempo si fosse preso una pausa. Una squadra e una società in bilico, come un saltatore fermato mentre varca l’asticella:
cade? Balla? Resta su? È un surplace infinito, in attesa del fotofinish: la squadra è in corsa, sempre meno, ma ancora viva. Servirebbe un bel colpo di reni, anzi sarebbe servito col Milan, per eliminare la Lazio e concludere la volata con l’Udinese.
Lui ci crede E dire che le condizioni sabato sera sembravano esserci, l’avversaria non particolarmente cattiva, lo stadio amico. «Già — riconosce John Arne Riise sul suo blog —, all’Olimpico c’era un’atmosfera magica, avremmo voluto ripagare i nostri tifosi con una vittoria. E prima della partita, durante il riscaldamento, eravamo convinti di riuscirci» . Inutile, a questo punto, piangere sul latte versato, Riise si limita a dire: «Non abbiamo disputato una grande partita, il Milan ha giocato per il pareggio e lo ha ottenuto» . Piuttosto, anche alla luce dei risultati di ieri, si pone un interrogativo: rassegnarsi o crederci ancora? Riise fa sul serio. «Certo — ammette — non dipenderà solo da noi, ma dai risultati delle altre, dell’Udinese in particolare: però io sono un eterno ottimista e credo ancora che possiamo farcela» .
Fuori le p.... Anche Vincenzo Montella, dopo la conferenza stampa un po’ spenta di sabato sera, ieri ha voluto ribadire il concetto, forse pure lui per autoconvincersi. «Abbiamo un obbligo, per noi, per la società, per i tifosi: vincerle tutte, le due che ci restano in campionato e la semifinale di Coppa Italia con l’Inter» . Montella è il vero saltatore sospeso, il pareggio col Milan gli ha allungato la vita, ma di un paio di giorni. Non tutte le decisioni che ha preso sabato sono state condivise: l’ingresso di Caprari, in particolare, se compreso nel suo aspetto disciplinare (punire Menez), ha destato perplessità trattandosi di un crocevia fondamentale nella corsa Champions. Sondando tutti i dirigenti romanisti, tra uscenti, entranti e confermati, non si arriva ancora ad una sentenza su Montella: adeguato o inadeguato? Pronto per un grande progetto? Ci si può scommettere? La sfida di dopodomani, a San Siro, fornirà altre risposte, magari definitive. «Possiamo vincere a Milano— giura Montella —: la finale a Roma sarebbe il giusto premio per noi» . Ma come riuscirci? Senza Totti, ma con Borriello, Perrotta e De Rossi (e chissà se sarà un bene). Sopratutto, con l’atteggiamento giusto. «Dovremo essere molto aggressivi» , dice Riise. Un po’ più di sabato, magari.
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