rassegna stampa roma

«Vincere subito? Prendiamo Capello. Lavorare con i giovani? C’è Rocca»

(Il Romanista – R.Fidenzi) – Dopo la disfatta contro l’Inter, abbiamo chiesto a Fabrizio Grassetti, presidente dell’unione dei tifosi romanisti, se è davvero il caso di rifondare questa Roma.

Redazione

(Il Romanista - R.Fidenzi) - Dopo la disfatta contro l’Inter, abbiamo chiesto a Fabrizio Grassetti, presidente dell’unione dei tifosi romanisti, se è davvero il caso di rifondare questa Roma.

«Bisognerebbe capire cosa si intende per rifondazione. Tuttavia direi di sì. Abbiamo giocatori che cominciano ad invecchiare e ne abbiamo altri che non si sono saputi integrare», ha detto Grassetti. Da dove iniziare, però? «Non spetta a me dirlo. In questi giorni tutti diramano l’elenco della campagna acquisti perfetta e ipotizzano quale allenatore possa fare al caso della Roma: è normale sentirsi partecipi, io però non ne voglio parlare. Preferisco che sia la nuova società a scegliere. Lasciamoli lavorare». Una battuta sul futuro allenatore: «Chi vorrei sulla panchina? Dipende. Dai programmi e dalle risorse. Se si è in grado di costruire una squadra per vincere, io sceglierei un allenatore d’esperienza: Fabio Capello, ad esempio. Se invece l’intenzione è quella di ripartire dai giovani, farei il nome di Rocca». Già, la squadra per vincere, dice Grassetti.

Quella che attualmente manca. Ma perché manca? «La causa in queste situazioni non è mai una, sono tante, tutte vanno a concorrere al momentaccio. Una campagna acquisti stravolta dall’arrivo di Borriello, ad esempio. Una squadra spaccata con Ranieri al timone. Ancora: un’incertezza societaria sempre incombente. E via discorrendo. Non c’è mai una sola causa». Ma questi problemi ci precluderanno sicuramente la Coppa Italia? O più precisamente: ci crede Grassetti nell’impresa da compiere a Milano? «Il tifoso è l’innamorato per eccellenza, quello che la sera dell’11 maggio, arrabbiature a parte, sarà di nuovo lì, a sperarci. La speranza c’è sempre». Sul quarto posto, però, l’ottimismo di Grassetti si sgonfia: «Per carità, tutto è possibile. Ma onestamente non ci credo».