(Leggo - F.Balzani) L’emergenza maltempo, quella a centrocampo e la voglia di scavalcare l’Inter in classifica.
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«Un errore giocare»
(Leggo – F.Balzani) L’emergenza maltempo, quella a centrocampo e la voglia di scavalcare l’Inter in classifica.
La Roma è partita alla volta di Siena con una valigia carica di pensieri. «Ma il pericolo più grande è rappresentato dal terreno di gioco - avvisa Luis Enrique -. La prima cosa che dobbiamo pensare è il rischio per i calciatori e i tifosi e dopo lo spettacolo. Che possiamo fare? Ormai è andata così». Il barometro dello stadio Franchi però potrebbe segnare dai -4? ai - 7? gradi intorno alle 21 di stasera con il forte rischio che il terreno di gioco si trasformi in una pericolosa lastra di ghiaccio. A quel punto l’arbitro Rocchi potrebbe decidere di rinviare la partita. «Siamo molto contrariati», fa sapere la dirigenza giallorossa che dovrà comunque attenersi alle decisioni di Lega e Prefettura e che ha lasciato partire la squadra quasi 30 ore prima del fischio d’inizio per evitare contrattempi legati al maltempo.
«Ma noi non cambieremo il nostro atteggiamento. (...) Faremo la nostra proposta offensiva come al solito». In regia giocherà Viviani (vista la squalifica di De Rossi e l’infortunio muscolare di Gago), ma il tecnico asturiano non è preoccupato: «Emergenza? Giocheremo in 11 quindi nessuna emergenza. Federico (Viviani, ndr) si è allenato molto bene, così come Greco e Simplicio. Non cambieremo di una virgola il nostro assetto tattico». Più delle assenze a preoccupare Luis Enrique è il Siena di Sannino: «All’andata ha fatto una grande prestazione e siamo stati molto fortunati a non aver perso. Calaiò, Destro, Brienza, sono giocatori che ti possono mettere in difficoltà. Inoltre si vede molto la mano dell’allenatore che fa un gran gioco difensivo». In attacco, invece, la Roma ritroverà Osvaldo a un mese e mezzo dall’infortunio muscolare. L’argentino dovrebbe giocare davanti a Totti (alla 700? presenza da professionista) e al fianco di Lamela che sarà preferito a Borini come lascia intendere Luis Enrique: «Adesso sono molto più contento di Lamela che di Borini. Ora dite che Lamela sembra quasi un diavolo e Borini è Dio: io invece penso che Erik è già fortissimo e Fabio deve ancora lavorare tanto».
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