(Il Romanista - F.Bovaio) La storia dell’attuale presidenza, che sta volgendo al termine, segnata anche dalle stracittadine. Nel cuore rimane l’esultanza di Franco al 3-3 del 1998-99, ma il bilancio di Rosella è migliore: 5 vittorie e una sconfitta.
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L’ultimo derby dei Sensi
(Il Romanista – F.Bovaio) La storia dell’attuale presidenza, che sta volgendo al termine, segnata anche dalle stracittadine. Nel cuore rimane l’esultanza di Franco al 3-3 del 1998-99, ma il bilancio di Rosella è migliore: 5 vittorie e...
Stavolta dovrebbe essere proprio l’ultimo derby della famiglia Sensi alla guida della Roma. Si diceva così anche all’andata, ma poi le trattative per il passaggio di consegne tra vecchia e nuova proprietà si sono allungate e la sorte ha regalato un’altra stracittadina da protagonista alla famiglia del presidente Franco. Il più grande, insieme a Dino Viola, della storia della Roma. Per questo la sue erede diretta alla guida della società, Rosella, oggi dovrebbe essere allo stadio contravvenendo alla sua consolidata abitudine di non assistere mai dal vivo ai derby per la troppa tensione che la partita le genera. Prima tifosa giallorossa e poi dirigente costretta all’aplomb britannico. E chissà se all’ultimo il pensiero scaramantico degli ottimi precedenti collezionati in sua assenza non la spinga anche stavolta a guardare la gara in tv. E già, perché nei suoi sei derby da presidente la dottoressa ha collezionato ben cinque vittorie e una sola sconfitta, quella per 4- 2 dell’11 aprile 2009, sabato di Pasqua. Per il resto solo successi. Belli, intensi, vissuti e goduti. Il primo per 1-0 con gol di Baptista, che da queste parti ne ha combinate poche buone, ma che in quella occasione si eresse a protagonista con un gran gol. Era il 16 novembre del 2008. Poi, dopo la succitata sconfitta nel girone di ritorno di quel campionato 2008-09, è arrivata la strepitosa serie di quattro vittorie in altrettante gare con Ranieri, a cominciare da un altro 1-0 con gol sotto la Sud di uno che alla vigilia nessuno poteva immaginare come uomo-derby: Marco Cassetti. Era il 6 dicembre del 2009 e quando il terzino gonfiò la rete laziale l’Olimpico venne scosso da un boato immenso. Quello che accadde nel match di ritorno del campionato passato è storia ancora troppo bella e viva per essere dimenticata anche solo in parte. La Lazio che va al riposo sull’1-0 con il gol firmato da Rocchi. La Roma che rientra in campo senza De Rossi e Totti, sostituiti da Ranieri nell?intervallo perché da romani e romanisti stavano sentendo troppo il derby. Il rigore parato quasi subito da Julio Sergio a Floccari che dà la scossa alla squadra per trovare una reazione vincente che si concretizza prima nella punizione dell’1-1 di Vucinic (l’unica che ha segnato da quando gioca nella Roma) e poi nel rigore con il quale lo stesso montenegrino firma una entusiasmante rimonta, dalla quale, in vista della gara odierna, bisogna trarre gli insegnamenti di crederci sempre, non abbattersi in caso di svantaggio e, soprattutto, giocare il derby da professionisti e non da giocatori-tifosi, ovvero con la freddezza che deve sempre caratterizzare i più forti. La stessa che De Rossi e i suoi dimostrarono nell’andata di questo campionato (7 novembre 2010), vinta per 2-0 con i rigori di Borriello e del solito Vucinic (decisivo come in quello del 18 aprile 2010) e nell?ultimo disputato in ordine cronologico e valevole come gara ad eliminazione diretta degli ottavi della Coppa Italia: un 2-1 con rigore ancora di Borriello e gol di Simplicio dopo il pareggio di Hernanes che qualificò la Roma ed eliminò la Lazio.
Cinque vittorie in sei derby per Rosella Sensi che si aggiungono trionfalmente al bilancio in parità del papà e che non potranno mai più essere messe in discussione dal punto di vista numerico, comunque vada la gara di oggi. Quanto a Franco Sensi, scrivevamo, il suo bilancio è in perfetta parità: undici successi tra campionato (9) e Coppa Italia (2), dodici pareggi e undici sconfitte, la prima delle quali conosciuta proprio nel derby di esordio. Quello perso 1-0 con gol di Signori e rigore parato da Marchegiani a Giannini che gli fece esclamare che il capitano non era degno di vestire la maglia della Roma. Un eccesso dovuto all’adrenalina e alla delusione del post gara e che probabilmente non rispondeva al suo pensiero reale. In quel match, oltre a Franco Sensi, esordì nel derby anche Francesco Totti, mandato in campo da Mazzone nella ripresa e protagonista dell?azione che portò al rigore per la Roma. Sarebbe bello che oggi, nell’ultima stracittadina dei Sensi alla guida della società giallorossa, fosse proprio lui a firmare un successo che entrerebbe negli annali della storia del derby capitolino come il quinto consecutivo della Roma, che così eguaglierebbe il record di vittorie di seguito in questa partita che essa stessa stabilì tra il 1958 e il 1960.
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