(Corriere della Sera - L.Valdiserri) - Personalità è la parola giusta, che sintetizza una serata di scelte clamorose e coraggiose.
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Luis Enrique sorride «La Roma mi piace»
(Corriere della Sera – L.Valdiserri) – Personalità è la parola giusta, che sintetizza una serata di scelte clamorose e coraggiose.
La Roma esce da San Siro con un punto meritato e una sensazione strana: per il gioco prodotto meritava di vincere, per il calo nell'ultimo quarto d'ora ha rischiato di perdere. E Luis Enrique batte su questo tasto: «La personalità è stata una delle cose più importanti: siamo andati a fare una pressione alta già dal primo minuto. Sono contento di questo risultato, poteva andare meglio ma anche peggio. Ora si può lavorare con maggiore tranquillità. La prestazione della squadra è in crescita. Il calo nell'ultimo quarto d'ora? Dobbiamo gestire meglio certe situazioni e non perdere mai palloni facili a centrocampo».
Le scelte di Luis Enrique sono state clamorose, quasi come quelle di Bratislava, dove lasciò fuori Totti e Borriello per far giocare Okaka e Caprari. Perrotta e Taddei terzini: due esperimenti assoluti proprio a San Siro e proprio contro l'Inter ferita. Con gli schemi mentali ai quali siamo abituati decisioni simili confinano con la pazzia e con il mobbing (Cassetti non fa l'esterno, suo ruolo naturale, neppure quando mancano il titolare a destra e quello a sinistra!). Ma il campo ha dato ragione a Luis Enrique, almeno sul piano del gioco. Il problema, è la mancanza del gol. Solo due in 4 partite ufficiali e nessuno degli attaccanti: «I gol arriveranno di sicuro, non mi preoccupa. Il problema non è delle punte, è di un gioco che dobbiamo ancora perfezionare. Però mi è piaciuta la squadra, il comportamento che ha avuto in trasferta. È la scelta che abbiamo fatto, continuo a essere ottimista. Abbiamo fame di vincere, non c'è fiducia nel mio lavoro da parte di tanta gente, ma sento che i miei giocatori mi seguono».
La scelta di Perrotta e Taddei è spiegata così: «Per avere un possesso palla migliore. La nostra filosofia è quella di avere tutto il peso della partita sulle nostre spalle. L'Inter ha fatto un'ottima gara, ma io voglio fare il mio tipo di calcio. Abbiamo rischiato troppo, però pensiamo sempre a vincere. Preferiamo rischiare di perdere per vincere. Ho inserito Borriello al posto di Borini per questo motivo, volevamo i tre punti. Semmai abbiamo pagato la sostituzione forzata di Stekelenburg. Sarebbe più giusto che non venisse contata la sostituzione di un portiere per infortunio. Credo che tutti gli allenatori del mondo sarebbero d'accordo. Chissà, magari lo chiederemo alla Fifa. Però le regole sono queste, non posso lamentarmi». Stekelenburg è rimasto in ospedale per precauzione, ma la Tac è stata negativa. Restano due punti di sutura
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