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Luis Enrique: “Si va avanti”. De Rossi: “Diamogli tempo”

(La Repubblica-F.Ferrazza) Che si andrà avanti con Luis Enrique è ormai piuttosto chiaro. La società non ha mai pensato all’esonero del tecnico, che, al contrario, ha seriamente meditato di dare le dimissioni nel post Fiorentina,

Redazione

(La Repubblica-F.Ferrazza) Che si andrà avanti con Luis Enrique è ormai piuttosto chiaro. La società non ha mai pensato all’esonero del tecnico, che, al contrario, ha seriamente meditato di dare le dimissioni nel post Fiorentina,

bloccato, però, da un’ostinata voglia di non mollare. Almeno per il momento. E ieri lo spagnolo ne ha parlato alla squadra, uscendo allo scoperto. «Sono pronto ad andarmene se le cose continueranno ad andare così, non resto a dispetto di tutto», la sintesi del discorso fatto da Luis. Un discorso breve, che ha richiamato i giocatori alle loro responsabilità, a una maggiore attenzione ai dettagli, in campo e fuori, seguendo l’esempio dello staff tecnico. Si va avanti, su equilibri forse precari, ma tenuti in piedi soprattutto dalla società, convinta che ci siano ancora i margini per venir fuori dalla crisi. Baldini e Sabatini si sono incontrati in mattinata con Luis Enrique, per confrontarsi sui problemi, per capire anche cosa manca, proprio a livello di organico, a questo gruppo, in vista anche del mercato di gennaio. La dirigenza ha poi lasciato il tecnico solo nello spogliatoio, per non delegittimarlo, negli intenti, per dar forza alle sue motivazioni non invadendone il territorio. Le buone notizie sembrano arrivare almeno dal campo, visto che Pizarro e Rosi hanno ripreso ad allenarsi con i compagni (per il cileno niente partitella però).

Allenamento differenziato precauzionale per Totti, con i Primavera Viviani e Caprari aggregati alla prima squadra. «Bisogna continuare su questa strada —le parole di De Rossi, a Sky — bisogna lavorare per trovare l’identità che stiamo cercando. Non so quale sarà la nostra posizione a fine stagione, perché è tutto nuovo. Credo, comunque, che se arrivassimo tra le prime tre faremmo un miracolo sportivo». E non sembra proprio tempo di miracoli.