rassegna stampa roma

Luis Enrique si prende subito la Roma

(Il Romanista – C. Zucchelli) – Sembra ancora uno di loro. Sembra ancora un giocatore. Il fisico c’è. Magro e tonico. Definito. Sta sempre in mezzo ai calciatori. Spiega ogni movimento. Se non va bene li fa riprovare.

Redazione

(Il Romanista - C. Zucchelli) - Sembra ancora uno di loro. Sembra ancora un giocatore. Il fisico c’è. Magro e tonico. Definito. Sta sempre in mezzo ai calciatori. Spiega ogni movimento. Se non va bene li fa riprovare.

Riunisce la squadra in circolo, gesticola molto. Par- la in italiano e quando qualche parola non gli viene in mente chiede aiuto a De La Pena o, in seconda battuta, a Pizarro. Indossa cappellino e occhiali da sole, proprio come faceva al Barça. E proprio come faceva al Barça dà l’idea di esse- re un perfezionista. È Luis Enrique. E la parola d’ordine del nuovo corso è una: «Carattere». È proprio come lo avevano descritto: uno tosto, uno che ama lavorare sul campo. E si vede da come fa allenare la Ro- ma nel primo giorno di raduno. Compare subito il pallone, compaiono an- che gli schemi. E non è un modo di dire: basta vede- re la cartellina su cui è di- segnato un campo da gio- co. Quando entra in campo non c’è nulla, quando esce ci sono frecce che indicano, quasi sempre, il centro dell’area. L’attacco prima di tutto. In campo sì, ma non solo. Anche nel modo di fare. Nel modo di approcciarsi alla sua nuova squadra. Totti e De Rossi a parte, ha conosciuto ieri tutti i giocatori. Sveglia presto, rapida colazione, alle 8 e mezza era già pron- to con i suoi collaboratori. Ha aspettato tutti, tra i primi ad arrivare proprio il Capitano e Greco. Ha osservato i tifosi che si erano radunati fuori al Bernardini, ha sentito i loro cori e forse anche De Rossi che entrava al Bernardini suonando il clacson. Luis Enrique ha stretto la mano a tutti poi, nello spogliatoio, ha presentato ai giocatori il suo staff. L’impressione che i giocatori ne hanno ricavato è stata buona, qualcuno non si aspettava di lavorare con persone così giovani, ma tutti si sono messi a disposizione del nuovo staff. Che comprende, oltre agli spagnoli, anche Franco Tancredi e Guido Nanni, preparatori dei portieri, Aurelio Andreazzoli, collaboratore tecnico, e Luca Franceschi, già addetto al recupero degli infortunati con Spalletti.

Prima di scendere in campo c’è stata la prova bilancia (Totti e Taddei i più in forma), a cui si sono sottoposti volentieri anche l’allenatore e i suoi collaboratori, che poi a pranzo erano assenti per fare le visite mediche al Gemelli e si sono persi il menù dedicato alla squadra a base di pasta al su- go e petto di pollo. Unico assente, rispetto alla lista ufficiale di due giorni fa, Cicinho: il brasiliano, che inizial- mente non avrebbe dovuto prendere parte al raduno (era convocato a Trigoria per sabato come Simplicio, Guberti, Barusso e Antunes), è stato avvisato martedì sera. Troppo tardi per essere in tempo a Roma, dove arriverà oggi. In campo non si è visto neanche Juan (per lui differenziato in palestra), mentre Pizarro ha svolto differenziato la mattina e allenamento completo al pomeriggio. Qualche problema anche per Julio Sergio, che ha lasciato subito il campo scuotendo la testa, e Brighi, che ancora non è in perfetta forma dopo l’infortunio al pe- rone subito a maggio. A bordocampo, ad assistere al primo allenamento dell’era Luis Enrique, Antonio Tempestilli e Alberto De Rossi, mentre non si sono visti né Conti né Daniele Pradè. La seduta è iniziata qualche minuto prima delle 10.30, con la squadra sistemata a bordo campo a fare torello e circolazione palla. Luis En- rique, in un primo mo- mento accanto a De Ros- si, si è sistemato in mezzo ai suoi giocatori, osser- vandoli uno per uno. Poi, dopo lo stretching, sono iniziati gli esercizi col pal- lone. I giocatori sono statii divisi in più gruppi, ognuno disposto su un triangolo disegnato da aste. Si è lavorato sui 15 metri: passaggio, stop e palla al compagno opposto a quello da cui si rice- ve palla. Ogni volta che terminava un esercizio, l’allenatore riuniva i giocatori e spiegava. Vucinic, almeno inizialmente, l’interlocutore privilegiato. Sotto un caldo torrido (37 gradi la mattina, 34 il tardo pomeriggio) i giocatori spesso si fermavano a rinfrescarsi. Luis Enrique faceva lo stesso, ma ogni occasione era buona per parla- re con qualcuno di loro. Anche con i più giovani, Bertolacci e Crescenzi, i cui capelli biondi lo rendevano inconfondibile, e i reduci dallo scudetto Primavera Antei, Verre, Viviani e Caprari. Con loro, agli ordini di Tancredi, anche Mirko Pigliacelli, in un primo momento non in- serito nella lista dei convocati per Riscone. Se le condizioni di Julio Sergio non dovessero mi- gliorare, visto che ieri durante uno scatto ha av- vertito un fastidio - o se si concretizzasse il tra- sferimento a Lecce - potrebbe essere aggregato al gruppo in Alto Adige. La partenza è prevista per domani pomeriggio: oggi ci sarà ancora doppio allenamento, do- mani invece la seduta sarà soltanto mattutina. Il grande appuntamento di giornata è la conferenza di DiBenedetto e di Luis Enrique: il presidente in pectore ci teneva a presentare personalmente l’allenatore e così succederà. I due volti della nuova Roma finalmente insieme. Poi, per Luis Enrique, sarà soltanto campo. E lui non vede l’ora.