rassegna stampa roma

Luis Enrique rilancia la sfida

(Corriere dello Sport – R.Maida) – Roma-Juventus è una di quelle sfide che, debutto televisivo in 3D a parte, possono suscitare reazioni imprevedibili. E quindi l’esercizio del mai dire sempre è pericoloso.

Redazione

(Corriere dello Sport - R.Maida) - Roma-Juventus è una di quelle sfide che, debutto televisivo in 3D a parte, possono suscitare reazioni imprevedibili. E quindi l’esercizio del mai dire sempre è pericoloso.

Ma a oggi, giorno dell’Immacolata, la Roma e Luis Enrique vanno avanti come se fosse un’attesa normale, una partita normale, un rischio normale.

IN SELLA - L’allenatore si è sentito rafforzato dal confronto con i dirigenti - Baldini soprattutto - e dal discorso senza repliche fatto alla squadra. Ha ovviamente ascoltato gli insulti dei tifosi, anche a distanza ravvicinata durante il secondo tempo di Firenze, ma lo choc è passato. Nella sua testa la Roma più affidabile si vedrà con l’anno nuovo, quando torneranno al top della condizione alcuni giocatori importanti e quando potrà essere rafforzato l’organico. Una decina di milioni verrà investita per tre o quattro elementi pronti subito all’uso. «Giocatori più forti di quelli che ci sono adesso» ha garantito Baldini negli spogliatoi dello stadio Franchi.

ELASTICITA’ - Prima di Natale, però, la sua Roma è attesa da tre esami duri e destabilizzanti. Dopo la Juve, ci sono il Napoli e il Bologna in trasferta. Luis Enrique ha garantito ai suoi capi di poter presentare una squadra accettabile, senza rinnegare la sua «proposta non negoziabile» di calcio

CERTEZZE - Perché anche la società, a mente fredda, si sente tranquillizzata dalla reazione orgogliosa del suo allenatore. Baldini non ha mai pensato all’esonero: sia perché non intende sconfessare dopo meno di quattro mesi l’utopia sbandierata come tratto distintivo del nuovo corso, sia perché crede ancora nella possibilità di conquistare il calcio italiano con un’idea di gioco diversa. Ma adesso i dirigenti si sono resi conto che nemmeno Luis Enrique ha voglia di mollare. Alle dimissioni ha pensato, ne ha parlato alle persone a cui vuole bene, ma poi ha deciso che non sarebbe stato giusto arrendersi dopo quindici partite di Roma. Non dimenticando - ed è comprensibile - quanto sarebbe stato doloroso rinunciare a un contratto da tre milioni netti spalmati in due stagioni.

IMPONDERABILE - Se poi la Roma sarà travolta dalla Juventus, si vedrà. Baldini non tratterrebbe Luis Enrique se lo vedesse fragile e svuotato, e quindi determinato a lasciare. Ma a Trigoria nessuno vuole pensarci prima che si ponga il problema, anche per non attirare fluidi negativi. Per provare a ripartire, è necessario non considerare le ipotesi più pessimistiche.