rassegna stampa roma

Luis Enrique: “Roma, è ora di vincere”

(Corriere dello Sport – P.Torri) “Voglia di vincere e di rin­graziare tutti i nostri tifosi. La squa­dra s’impegna molto. Vedremo giove­dì prossimo. Saluti a tutti. Daje Ro­ma”. Firmato Luis Enrique, attraver­soTwitter.

Redazione

(Corriere dello Sport - P.Torri) "Voglia di vincere e di rin­graziare tutti i nostri tifosi. La squa­dra s'impegna molto. Vedremo giove­dì prossimo. Saluti a tutti. Daje Ro­ma". Firmato Luis Enrique, attraver­soTwitter.

La conferma del rinnovato entusiasmo in casa gial­lorossa dopo il pareggio di San Siro contro l’In­ter. Voglia di vincere che fa rima con voglia di gol. Perché il proble­ma più evidente che questa Roma deve ri­solvere in fretta, è quel­lo di fare gol. Che, faci­leda capirsi, non è mica roba di poco conto, soprattutto per una squadra pensata e costruita seguendo la filo­sofia di voler segnarne uno più degli avversari.NUMERI -Sono sotto gli occhi di tutti. In quattro partite ufficiali, la Roma finqui ha realizzato la miseria di due re­ti, entrambe oltretutto originate da un calcio di fermo, un calcio d’angolo di Totti contro lo Slovan sfruttato da Perrotta, una punizione, ancora del capitano, ribattuta in gol da De Rossi praticamente sul fischio finale della gara contro il Cagliari. Fa impressio­ne che una squadra che nel reparto offensivo può annoverare, in atte­sa di Lamela, attaccan­ti come Totti, Borriello, Bojan, Osvaldo, Borini, veda tutte le sue punte ancora a zero in fatto di marcature. In passato soltanto nella stagione 1995- 96 ( allenatore Mazzone) e in quella ancora più lontana 1971-72 (il mago Herrera a dirigere), dopo quat­tro gare ufficiali la Roma aveva se­gnato solo due reti. Fa impressione anche la constatazione che una squa­dra che vuole arrivare a segnare at­traverso il gioco, fin qui non lo abbiamai fatto visto che le segnature di Perrotta e De Rossi sono conseguen­za di calci da fermo. Su questo aspet­to Luis Enrique è intenzionato a lavo­rare a fondo, nella convinzione che prima o dopo, soprattutto quando tut­ta la squadra avrà metabolizzato il credo spagnolo, le reti arriveranno.SOLUZIONE -Potrebbe es­sere Erik Lamela. Il giovane talento argenti­no, ormai quasi ristabi­lito dal problema alla caviglia con cui si è pre­sentato a Trigoria. La­mela è giocatore dai piedi buoni, in partico­lareil sinistro, capace di saltare l’uo­mo (cosa che fin qui gli altri attaccan­ti hanno faticato a fare), bravo anche in fase di rifinitura. C’è da chiedersi, però, in che ruolo giocherà l’argenti­no. Perché a veder giocare questa Ro­ma, la sua posizione sembra essere proprio quella di Francesco Totti, finto centravanti, si fa per dire, delegato anche all’ultimo passaggio, cosa pe­raltro che ha fatto anche a San Siro dando una palla gol a Osvaldo e un’al­tra a Borini. Luis Enrique che sta an­cora cercando la sua Roma migliore, nelle prossime settimane dovrà anche scegliere quale possa essere il triden­te migliore per la sua squadra. Ne ha parec­chi possibili, ma scelte se non proprie definiti­ve dovrà farle, anche se come ha giustamente sottolineato alla vigilia della gara contro l’In­ter, in tutti i settori vuo­le quella concorrenza che costringa sempre tutti a dare il meglio. Ora la sua Roma avrà tre par­tite, Siena e Atalanta in casa, Parma fuori, che potrebbero mettere definitivamente alle spalle gli affanni degli inizi. Sarà possibile, ovviamente, solo facendo gol, meglio ancora più gol.