(Corriere dello Sport - R. Maida) - «Il calcio a volte è ingiustissimo».Luis Enrique usa questo strano superlativo, allarga le braccia e non boccia la Roma. E nemmeno chiede pazienza. Assorbe, serra i pugni e dice: «Sono soddisfatto» .
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Luìs Enrique: “Questa è la Roma che voglio”
(Corriere dello Sport – R. Maida) – «Il calcio a volte è ingiustissimo». Luis Enrique usa questo strano superlativo, allarga le braccia e non boccia la Roma. E nemmeno chiede pazienza. Assorbe, serra i pugni e dice: «Sono...
Ha visto dei progressi rispetto alla vittoria con il Palermo anche se ha perso. «Per la prima volta è stata la squadra che voglio» . In realtà si rende conto che tante cose non funzionano. Il dato sul possesso palla (68%) dimostra che la squadra ha controllato la partita molto più a lungo del Genoa, ma questo non ha pagato. Un po' per l'imprecisione degli attaccanti e per gli insistiti tocchetti al limite dell'area avversaria, un po' perché la difesa è stata sfiancata dai contropiede avversari e ha perso stabilità quando il baricentro era tutto spostato in avanti. «Io volevo vincere, questa è la mia mentalità, questa è la nostra proposta di calcio. Sicuramente dobbiamo migliorare ma la Roma ha giocato come piace a me. Abbiamo fatto una grandissima partita e avremmo meritato i tre punti, non solo il pareggio. Da quando sono qui è il risultato più ingiusto che mi sia capitato. Complimenti al Genoa ma io sono molto contento della prestazione dei miei giocatori» (...).
A RAPPORTO - Fuori dagli spogliatoi ha avuto un confronto con Walter Sabatini, deluso come tutti i romanisti per il terzo scivolone in otto partite di campionato. E' una serata che in una stagione pazza non produce danni irreparabili - la testa della classifica è ancora a cinque punti - ma fa riflettere sulla reale consistenza della Roma. In sala stampa Luis Enrique si innervosisce quando gli si fa notare la scarsa produttività del suo gioco: «Noi siamo venuti qui, in uno stadio bellissimo contro un avversario forte, chiudendo il Genoa nella sua metà campo. Poi arrivavamo in area e non riuscivamo a trovare spazi. Ma non è facile, non sarebbe stato facile per nessuno. Loro erano tutti chiusi dietro. Hanno sbagliato loro, non noi. Dovevano aprirsi...».
Forse è poco vincente la scelta di cercare di entrare sempre in porta con il pallone. «Stiamo studiando soluzioni alternative, a me interessa fare un gol in più dell'avversario. Lavoro ogni giorno per questo e non cambio il mio modo di essere. Poi so bene che nel calcio si può vincere giocando una partita difensiva. Ci sta ed è capitato qui. Però sono convinto che questa sia la strada giusta per la mia squadra: ho visto un atteggiamento eccellente, abbiamo sempre provato a recuperare il pallone quando era perso, pressavamo alto. E' quello che voglio» . Anche a costo di lasciare qualche punto in giro per l'Italia: «E' per questo che mi hanno chiamato alla Roma. Se avessero voluto un calcio difensivo, non ci sarebbe stato bisogno di me. Io mi fisso sulla cosa che considero più importante: la maniera di stare in campo.» (...).
OTTIMISMO - Non è preoccupato nemmeno delle reazioni dei giocatori. Burdisso è uscito dal campo infuriato. Per l'arbitraggio e per la sconfitta: «Non so cosa possa succedere in questi giorni che mancano alla partita con il Milan. Però sono sicuro che ci rialzeremo subito. Ho fatto i complimenti ai ragazzi. Mi dispiace per loro, per la società e per il tifo ma sono tranquillissimo. Presto i risultati arriveranno. Se potessimo ripetere questa partita, la vinceremmo sette volte su dieci» (...)
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