(Corriere dello Sport - R. Maida) - Non lo ammetterà mai ma è più sereno. Lo vedi dalla faccia, Luis Enrique. E’ solo un’amichevole contro un avversario modesto, però quando un cantiere è in costruzione è doveroso portare a casa qualche soddisfazione che convinca gli operai della sostenibilità del progetto neonato.
rassegna stampa roma
Luìs Enrique: “Che mentalità!”
(Corriere dello Sport – R. Maida) – Non lo ammetterà mai ma è più sereno. Lo vedi dalla faccia, Luis Enrique. E’ solo un’amichevole contro un avversario modesto, però quando un cantiere è in costruzione è doveroso...
La Roma di Budapest è stata completamente diversa da quella maltrattata a Innsbruck dal Psg: e non sono state solo le gambe a girare meglio, è stata la testa a recepire di più quello che era giusto fare.
STILE BLAUGRANA - E’ stata una bella serata, resa più gradevole dall’ospitalità dei tifosi ungheresi che hanno accolto la Roma come fosse il Barcellona. E’ il primo segno distintivo del calcio di Luis Enrique? L’allenatore per ora guarda solo ai lati positivi della partita contro il Vasas: «Mi è piaciuto l’approccio alla gara e l’atteggiamento dei giocatori. Il risultato come avevo detto alla vigilia non contava ma era necessario provare delle cose perché tra un paio di settimane comincia la stagione con gli impegni veri. Il fatto migliore della serata è che la Roma ha sempre comandato il gioco e imposto la sua mentalità. Questo mi piace. Ovviamente c’è ancora qualcosa da correggere perché siamo all’inizio ma non dico pubblicamente cosa» . Forse si riferisce alla scarsa cattiveria sotto porta e ai piazzamenti della difesa sulle palle inattive che non sono stati sperimentati a lungo nel primo mese di lavoro.
L’ESORDIO - Bojan sembra avere già convinto. Soprattutto nel primo tempo ha fatto vedere giocate importanti: «Mi è piaciuto per come si è calato nella nuova realtà - spiega Luis Enrique - ma sono soddisfatto del rendimento generale della squadra, non solo di Bojan ». Una giornalista ungherese gli chiede: porterà altri giocatori dal Barcellona?«Porterei Messi». Risata generale. Poi a domanda più seria risponde in modo più serio: che rapporto ha instaurato con Totti?«Un ottimo rapporto, come quello con Marco Cassetti e tutti gli altri ». Cassetti che gli siede accanto ascolta con attenzione. Del resto lui è uno di quelli che hanno già capito cosa chiede l’allenatore:«Io sono a disposizione e gioco in qualunque ruolo. Ho notato che adesso noi difensori partecipiamo molto di più alla costruzione della manovra. E cerco sempre di dare il massimo ».
MATCH WINNER - Il gol della Roma è stato segnato dal giocatore che Luis Enrique, quasi profeticamente, aveva indicato come la migliore sorpresa del ritiro. Federico Viviani, "Bibiani" come lo chiama il tecnico con l’accento spagnolo, si è inventato un destro potentissimo da lontano: roba abituale in Primavera, una bella novità in prima squadra.« E’ stata un’emozione incredibile - dice Federico con la timidezza dei suoi 19 anni - Non mi aspettavo di essere qui, sono felicissimo perché segnare un gol con la Romadei grandi è il massimo che si possa desiderare, anche se in amichevole. Le parole di Luis Enrique mi avevano responsabilizzato, mi avevano fatto piacere, questa giocata mi ha tolto un po’ di pressione ». In campo però Viviani non aveva esultato affatto. Evidentemente è un ragazzo che si tiene tutto dentro. Ma i compagni negli spogliatoi gli hanno fatto i complimenti. Invece il padre Mauro, che ha giocato in serie B, ha seguito da Roma la partita in televisione e poi ha cercato di abbassare l’attenzione che si è creatta attorno al figlio- rivelazione:« Federico deve restare umile e con i piedi per terra- ha detto a LaRoma24. it -Certamente il paragone con De Rossi lo inorgoglisce ma è presto per volare con la fantasia ».
GLI ALTRI - I centrocampisti urlano il loro entusiasmo per il nuovo sistema di gioco, fatto per la maggior parte di possesso palla prolungato, tagli e passaggi rapidi. Simone Perrotta spiega:«E’ più divertente questo stile di calcio. Se riusciremo anche nelle partite vere ad applicare i concetti che ci stanno insegnando andremo lontano. E’ questa la mia sfida a 34 anni ». Leandro Greco aggiunge:«Sono contento della mia prova. E’ significativo che io abbia giocato in una Roma quasi titolare. Si parla tanto di una mia possibile partenza ma l’allenatore mi sta dando delle possibilità». Chiude Valerio Verre, classe ‘94:«E’ tutto fantastico. Io, il più giovane del gruppo, ho giocato con Totti e Bojan...».
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