(La Repubblica - M.Pinci) - Il più arrabbiato, alla fine, era proprio Luis Enrique.
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Luis Enrique, prime urla la Roma spera nel mercato
(La Repubblica – M.Pinci) – Il più arrabbiato, alla fine, era proprio Luis Enrique.
L’umiliazione di Valencia – appena 350 chilometri di auto dalla Barcellona dove ha costruito le sue vite di giocatore e tecnico – subita senza aver lasciato un'impronta, deve avergli fatto particolarmente male se, a fine partita, non ha fatto a meno di dividere l’amarezza con Totti e compagni: «Non vi siete aiutati, non vi siete comportati da squadra», lo sfogo del tecnico asturiano. L’iron man che corre maratone e triathlon ha mostrato i denti nello spogliatoio romanista. Per la prima volta. Non per il risultato, quanto per imputare mancanza d’impegno. Sul campo, Luis Enrique si aspettava di vedere quello che ogni giorno prova sui campi di Trigoria: soprattutto collaborazione, in attesa di poter dare vita a quell’idea di gioco dal sapore catalano fatta di possesso palla, giocate di prima, armonia tra i reparti. Idea affascinante, ma oggi lontana come un’utopia. Una cosa è evidente: a un mese esatto dall’inizio dei lavori, la Roma alla spagnola è ancora un cantiere in divenire. Preoccupante non poco, a quattro giorni dall’esordio europeo contro lo Slovan Bratislava. Il countdown verso la “prima” dell’era americana apre anche un’altra emergenza: il centrocampo. Dal Mestalla sono usciti malconci prima Perrotta, poi Pizarro. Ma se il mediano calabrese recupererà in extremis dalla distorsione alla caviglia, il regista rischia uno stop di un mese causa sospetta lesione muscolare, che le valutazioni di oggi dovranno confermare. Senza lui e De Rossi, squalificato per la gomitata in Champions, a Bratislava servirebbe un nuovo regista. Anche per questo in settimana sarà in Italia l’agente di Casemiro, Julio Fressato. La Roma non molla e sfida l’Inter, soprattutto dopo la riunione di ieri mattina tra Sabatini e Fenucci: un punto di mercato per dare il via libera a tre colpi, in attesa che il cda del club, dopo le firme con DiBenedetto, sblocchi altri 12 milioni di fondi per il mercato. Già, perché la squadra è incompleta, come non fa che ricordare ai propri dirigentiì Luis Enrique, rimasto in Spagna insieme a tutti i membri dello staff escluso il preparatore Cabañellas. Il tecnico ha chiamato l’amico Guardiola per chiedere Alcantara (operazione alla Bojan) ma spinge soprattutto per avere a tempo di record una punta. La situazione Osvaldo, come quella per Nilmar, resta però in stand-by di fronte alle richieste dell’Espanyol, al quale è arrivata una proposta romanista tra i 12 e i 13 milioni. Il tecnico si preoccupa del gol che non arriva (soltanto due, contro Innsbruck e Vasas, nelle ultime quattro gare), a tenere sulla corda Sabatini è invece la capacità difensiva. Anche per questo, è a un passo dall’arrivo a Roma il centrale danese Kjaer: accordo totale con il giocatore, verso la conclusione anche l’accordo con il Wolfsburg, che a ore dirà «sì» al prestito oneroso da 2 milioni con riscatto fissato a 8. Un colpo indispensabile, almeno leggendo i numeri del precampionato, con il doppio 0-3 incassato negli unici test probanti, con Psg e Valencia. Un tallone d’Achille che Luis Enrique si trascina dietro dai tempi di Barcellona, e che neanche l’arrivo Stekelenburg sembra poter ridimensionare. In fondo, ogni rivoluzione ha le sue vittime. Anche quella culturale.
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