(repubblica.it – M.Pinci) Un sorriso, finalmente. Dopo due mesi e mezzo di lavoro e sei partite ufficiali, la Roma è tornata a vincere.
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Luis Enrique non si accontenta “Subito un'altra vittoria”
(repubblica.it – M.Pinci) Un sorriso, finalmente. Dopo due mesi e mezzo di lavoro e sei partite ufficiali, la Roma è tornata a vincere.
E Luis Enrique a festeggiare il primo successo italiano della sua carriera di tecnico. Una gioia che il tecnico ha nascosto davanti alle telecamere, non però sul social network Twitter: "Sono molto contento di poter dedicare la prima vittoria di questa stagione a tutti tifosi romanisti. Adesso andiamo verso la seconda". Un pieno d'entusiasmo che ha contagiato anche la squadra.
APPLICAZIONE- Erano passati 126 giorni dall'ultima volta in cui la Roma chiudeva con le braccia al cielo una gara: Roma-Samp, ultima giornata dello scorso campionato. Da quel momento, è cambiato tutto: proprietà, tecnico, giocatori (undici). Soprattutto, l'idea di calcio che la squadra vuole proporre: Luis Enrique ha imposto fin da subito i propri metodi. Lavoro intenso, ricerca insistita e costante della manovra, il dogma di provare a dominare la partita con il possesso palla senza mai concedersi al lancio lungo o al tentativo isolato. Idee che, dopo una stagione in cui il gruppo storico aveva digerito male la vena rinunciataria della Roma, ha trovato terreno fertile. E un'applicazione costante, nonostante l'assenza prolungata di risultati, interpretando le idee del tecnico anche a costo di mostrare un gioco prevedibile, scolastico. Fino a Parma e al ritorno alla vittoria, con sprazzi di calcio "alla catalana". Tra i meriti di Luis, quello di saper convincere i leader dello spogliatoio - malumori a parte - della bontà delle proprie idee. A cominciare da Totti.
CONVINZIONE- "Seguimi e con me farai trenta gol all'anno". Lo ha ripetuto spesso Luis al capitano, nelle giornate di Trigoria. Le esclusioni estive, però, avevano rischiato di mettere in crisi sul nascere il rapporto tra i due. Totti però non ha mai smesso di applicare le idee del tecnico sul campo, rivedendo la propria posizione (centravanti e goleador ieri, oggi ispiratore alle spalle delle punte) e accettando di rincorrere gli avversari fino alla propria porta. Guadagando, in cambio, una maglia di intoccabile. Come De Rossi. "Per me è fondamentale", aveva detto l'allenatore a Sabatini appena arrivato a Roma. Lo ha ribadito anche al giocatore a inizio ritiro, confidandogli di voler far girare la Roma intorno alla sua posizione di regista centrale e difensore aggiunto. Un modo per cancellare le perplessità del numero sedici sulla propria permanenza a Roma (nonostante un rinnovo ancora in stand by). "Mi ricorda il primo Spalletti", disse a inizio ritiro il centrocampista a persone di sua fiducia. Non un caso che oggi, con 266 passaggi riusciti (più di un terzo delle 677 palle giocate dalla Roma), sia proprio lui a guidare la classifica dei registi di serie A. Intorno, però, anche altri senatori hanno accettato di rimettersi in discussione, da Perrotta, impiegato come terzino (dove però ha fatto presente di non trovarsi a suo agio) a Borriello, schierato attaccante defilato. In più, l'entusiasmo dei nuovi: "Sono certo che il nostro futuro non potrà che essere migliore, certamente scenderemo sempre in campo per vincere", il pensiero di Pjanic, tra i più convincenti nella ripresa del Tardini. Non certo l'unica (ri)scoperta dell'ultima settimana. NUOVI IN CRESCITA- Quando per prelevarlo dall'Espanyol Sabatini aveva versato nelle casse catalane 15 milioni (a cui aggiungere eventuali bonus), tutti avevano storto la bocca. Presto per i ripensamenti, ma le ultime due gare hanno restituito alla Roma un Osvaldo diverso. Due gol in 180 minuti, gli unici di un attaccante giallorosso in questa stagione e appena uno in meno di quelli che aveva realizzato in 12 mesi con il Bologna. Soprattutto, un impegno costante - anche in allenamento, segnala chi lo vede tutti i giorni - che nelle stagioni in Italia non aveva mai mostrato. E pazienza se nel primo tempo era sembrato ancora l'Osvaldo di Firenze, quello cui Prandelli aveva imposto di rivendere il Ferrari acquistato la mattina dopo i primi gol viola. Come lui, anche Pjanic nel primo tempo emiliano era parso un corpo estraneo alla squadra. Poi, una ripresa autoritaria e convincente: "Siamo insieme da poco, ci serve tempo per imparare tutti i movimenti", ha spiegato il bosniaco. Tempo che sta iniziando a ritrovare anche Bojan: pochi minuti, ma con tante idee positive, al posto di Borini, dopo 180 minuti in naftalina. Una risorsa in più. Come Heinze: in attesa del vero Kjaer, e che Juan recuperi la condizione migliore (ma il brasiliano non è contentissimo del trattamento), l'argentino offre garanzie. Come José Angel, ancora tra i migliori: "Grande partita di tutta la squadra, Forza Roma", ha scritto lo spagnolo su Facebook. A proposito di entusiasmo.
MR TOM DIVENTA PRESIDENTE - La nuova Roma cambia faccia martedì. Mentre Francesco Totti soffierà su trentacinque candeline, a mezzogiorno Trigoria ospiterà il consiglio d’amministrazione del club. Non un Cda qualsiasi, però: al termine dell’assemblea, infatti, Thomas DiBenedetto sarà nominato presidente, a distanza di quaranta giorni dal passaggio di proprietà del 18 agosto scorso. Mr Tom verrà cooptato in un nuovo consiglio composto da 13 elementi (ma potrebbe essere esteso a 15) insieme agli investitori statunitensi Pallotta, Ruane e D’Amore, un uomo di sua fiducia, e i rappresentanti della banca Muto e Venturini. Nomi che si andranno ad aggiungere a quelli di Fenucci, Baldissoni, Cappelli – che perderà però la carica di presidente – e Fiorentino, già presenti tra gli amministratori. Una volta nominato, il nuovo board della Roma dovrà anche approvare il bilancio al 30 giugno scorso, l’ultimo della gestione Sensi, chiuso con una perdita di una cinquantina di milioni circa, in attesa di ricapitalizzazioni (a breve dovranno essere pianificati i tempi) e valutazione della Consob in vista dell’Opa. Intanto, in giornata è stata definita l’agenda di incontri dell’ormai presidente romanista: a metà settimana l’incontro con Petrucci per valutare possibili sviluppi commerciali dello stadio olimpico, poi dalla prossima appuntamenti anche con la presidente della regione Polverini e della provincia, Zingaretti. Poi, il 5 e 6 ottobre appuntamento a Londra per il "Leaders in Football": unico rappresentate di un club italiano al meeting annuale organizzato nella sede del Chelsea con il ministro dello sport britannico Roberts, il vice presidente dell’Arsenal Gazidis, l'arbitro De Bleeckere e Cannavaro, per parlare di Fair Play Finanziario. Il primo meeting da presidente romanista.
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