(Corriere della Sera - l.Valdiserri) - «Se perdessimo anche a Parma? No, non penso di dimettermi. Sono un buon allenatore e dico buono perché sono modesto. Questa è una situazione difficile, ma non vendo fumo.
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Luis Enrique: «Sono un buon tecnico, non penso a dimettermi»
(Corriere della Sera – l.Valdiserri) – «Se perdessimo anche a Parma? No, non penso di dimettermi. Sono un buon allenatore e dico buono perché sono modesto. Questa è una situazione difficile, ma non vendo fumo.
La mia maniera di vedere il calcio non cambierà. Voglio un calcio offensivo. I numeri sono negativi, ma credo di potere ribaltare la situazione. Un'altro discorso è adattare il modulo ai propri giocatori: un buon allenatore deve ottenere il massimo da loro». Nessuna retromarcia, ma anche la prima ammissione che qualche correzione non è un'eresia. La Roma non è ancora riuscita a vincere una partita dall'inizio della stagione e Luis Enrique si trova ad affrontare la prima conferenza stampa pre-partita (stasera a Parma, ore 20,45) nella quale la maggioranza delle domande nascondono una critica. Oneri e noneri, argomento per argomento. Il calo negli ultimi 20' che è costato alla Roma l'eliminazione in Europa League e il pareggio contro il Siena: «Quando non arrivano i risultati tutto sembra più difficile, però non ho visto nessuno dei miei calciatori in difficoltà fisica. Non cambierò la formazione per questo».
I risultati che non arrivano: «Io sono responsabile di quello che sta succedendo, però continuo a lavorare per invertire la rotta. Quello che si è visto contro il Siena non è il gioco che vogliamo: il possesso palla deve essere finalizzato alla creazione di occasioni e al tiro in porta». La presunta difficoltà del suo modulo: «Il mio modello di gioco è semplice: avere la palla per superare le linee, arrivare in area avversaria con il maggior numero possibile di giocatori d'attacco e fare gol. I miei giocatori sono preparati per farlo, in due mesi hanno migliorato molto la comprensione del calcio che io voglio. Nell'ultima partita non abbiamo fatto niente, ma a Milano sembravamo bravi e tre giorni dopo non possiamo essere diventati scarsi. Sono ottimista, il mio lavoro è aiutare i calciatori: adesso non ci riesco ancora al 100%». Il suo stipendio da un milione e mezzo di euro: «Se avessimo vinto cinque partite nessuno ne parlerebbe. Sono tra i più ricchi? Bene. Pensavo di essere tra i meno pagati! Io, però, non mi sono mai preoccupato degli stipendi degli altri». Cicinho è fuori per scelta tecnica, Gago per infortunio, Juan e Lamela in bacino di carenaggio. Dubbio Rosi-Cassetti in difesa e in attacco favoriti Borriello-Totti-Bojan. Ma con Lucho non si sa mai.
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