(Il Romanista - M.Macedonio) - «La scelta di sostituire Totti è certamente impopolare – dice Luis Enrique ai microfoni di Mediaset quando la partita si è appena conclusa – ma io devo fare l’interesse della squadra e non posso farmi condizionare dalle critiche».
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Luis Enrique: «Lo rifarei
(Il Romanista – M.Macedonio) – «La scelta di sostituire Totti è certamente impopolare – dice Luis Enrique ai microfoni di Mediaset quando la partita si è appena conclusa – ma io devo fare l’interesse della squadra e non posso...
Non rinuncia al cliché che si è voluto dare, il tecnico asturiano, rasentando anche la presunzione. E ribadisce così un concetto già espresso al termine della gara di andata. Non condiviso, peraltro, dal tecnico dello Slovan, che contemporaneamente, in conferenza stampa, ha invece detto che «l’uscita di Totti ci ha facilitato il compito. Perché Totti “è” la Roma». Va da sé che esordio peggiore per Luis Enrique, all’Olimpico, non avrebbe potuto esserci. Su cosa non abbia funzionato, Enrique ha le idee chiare: «La finalizzazione – dice. - Abbiamo creato molte situazioni contro un’ avversaria in atteggiamento difensivo che ci ha messo in difficoltà. Non aver fatto tanti goal è stato il problema odierno». Un problema, quello del gol, dal quale la squadra sembra non riuscire a venire fuori, nonostante stia lavorando bene. «Non ho la formula magica per cambiare velocemente le cose – ha continuato il tecnico. – Servono solo tanto lavoro e tanta pazienza, cose che chiedo anche al pubblico». Riguardo ai fischi in occasione della sostituzione di Totti, la pensa come più volte ripetuto. «La decisione più importante è pensare al bene della squadra ed anche se si è trattato di una scelta che ha creato scalpore, la rifarei lo tesso, nonostante il risultato». Non riesce però a spiegare, il tecnico spagnolo, cosa intendesse fare, a livello tattico, sostituendo il capitano. «Accetto le critiche di tutti per questa mia scelta – ripete. – Dopo che abbiamo subìto il gol del pareggio definitivo la partita era finita ed è facile criticare. Le mie scelte non possono essere condizionate da quello che dicono i tifosi o la stampa». E’ comunque convinto che la squadra lo segua e che abbia in testa il gioco di gruppo che lui vuole attuare come allenatore. «Il giorno in cui i calciatori non mi seguiranno, finirà il mio lavoro qui. Ma non avverto queste problematiche. Sono a Roma da trenta giorni, non è una situazione che si può rovesciare in così poco tempo». Allo stesso modo, in sala stampa, ha risposto a chi gli chiedeva se è vero che, in caso di risultati negativi, si sarebbe dimesso. «Non ho mai detto che sarei andato casa se le cose fossero andate male, ma solo se la società o i giocatori non mi avessero seguito. E non credo che sia questo il caso». Torna invece, Luis Enrique, su un tema ribadito più volte nel corso delle sue dichiarazioni serali: «Non devo giustificare ogni mia scelta – dice il tecnico – né con i tifosi, né con la stampa. Certamente mi dispiace per i tifosi, che sono andati a casa delusi. Ma ripeto che avremmo meritato di vincere. E brucia perdere in questo modo. Ho lasciato Barcellona per vivere un’esperienza affascinante e stimolante e questa non sarà certo una delle mie migliori serate. Ma non meriterei la fiducia della società mia scelta se le mie decisioni fossero condizionate. Sarò sempre io a fare le sostituzioni. Sono io che valuto i giocatori e sono io che mi prendo le responsabilità. Tutti pensano a Totti, ma nessuno ha rilevato che in campo c’erano moltissimi giovani, sui quali stiamo costruendo un progetto». Non lo spaventa, sembra, a conferma della linea di “fermezza” che si è imposto, una possibile spaccatura dei tifosi sulla questione Totti. «Mi interessa tutto ciò che riguarda la squadra, ma chi è in grado di sostenere se, senza quella sostituzione, la squadra avrebbe vinto? Se ho parlato con Totti? Non ancora. Dopo le partite non mi piace parlare con i giocatori, perché si vivono situazioni di stress particolari». Nelle domande, tornano allora in ballo le scelte. Da quelle che vedono l’esclusione di tanti giocatori esperti. Come, ad esempio, Taddei. «Semplicemente, perché preferisco altri in quella posizione». E quanto a Bojan, che lui conosce bene, può giocare meglio di così? «Oggi è stata una giornata storta per tutti gli attaccanti e non solo per lui, ma con la società stiamo lavorando per migliorare la squadra e renderla più competitiva». Si spera
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