(Corriere della Sera - G.Piacentini) In un ritiro in cui non ci sono volti nuovi tra i calciatori, l’attenzione dei tifosi romanisti che hanno seguito la squadra fino a Riscone di Brunico è concentrata sul nuovo tecnico Luis Enrique.
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Luis Enrique, l'eroe del biliardino
(Corriere della Sera – G.Piacentini) In un ritiro in cui non ci sono volti nuovi tra i calciatori, l’attenzione dei tifosi romanisti che hanno seguito la squadra fino a Riscone di Brunico è concentrata sul nuovo tecnico Luis Enrique.
Lo spagnolo è la rivelazione di questo inizio di stagione giallorossa: dalle spiegazioni in campo con l’iPad, ai dvd mostrati ai calciatori prima di ogni allenamento fino all’obbligo (per sé e per il suo staff) di parlare in italiano. Particolari che lo stanno facendo amare dai calciatori ma soprattutto dai tifosi.
E ieri mattina Luis Enrique ha fatto letteralmente impazzire di gioia i sostenitori giallorossi: mentre nella sala stampa parlava Marco Cassetti, all’interno di «Cuore sole village 2011» , una zona attrezzata per intrattenere i tifosi romanisti, il tecnico e il suo staff sono stati protagonisti di un bagno di folla grazie ad una partita a biliardino (un tavolo speciale, più lungo del solito, con sette giocatori da una parte e sette dall’altra) contro una rappresentativa di tifosi. A fare da sottofondo alla partita (persa 2-1 dallo staff), «Gijon del alma» di Javier Diaz, un omaggio alla sua città natale (Gijon) ma anche il corrispettivo spagnolo di Roma, Roma, Roma, inno romanista cantato da Antonello Venditti.
Luis Enrique ha apprezzato, ma poi ha stupito tutti con una richiesta a sorpresa. «Voglio sentire Roma, Roma, Roma» ha detto davanti ad una folla ormai ai suoi piedi. I tifosi lo hanno subito accontentato e hanno intonato l’inno, con il tecnico che ascoltava soddisfatto. «Ancora non conosco le parole – ha detto a chi lo invitava a cantare – ma le imparerò presto. Voi dovete darci una mano e sostenerci, in campo voglio sentire tutto il vostro affetto» . Per il momento, in attesa di qualche rinforzo, è l’unica cosa che non gli manca.
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