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Luis Enrique furibondo: “Ora dobbiamo svegliarci”

(repubblica.it – M. Pinci) – Un Luis Enrique furente, quello che ieri sera lasciava l’Olimpico dopo la sconfitta interna con il Milan. Un punto in meno rispetto alla Roma dello scorso anno

Redazione

(repubblica.it - M. Pinci) - Un Luis Enrique furente, quello che ieri sera lasciava l'Olimpico dopo la sconfitta interna con il Milan. Un punto in meno rispetto alla Roma dello scorso anno

, con Ranieri in panchina, il peggior rendimento dei giallorossi dopo nove gare - fatta eccezione per la stagione 2008-'09, quando comunque la squadra dominò il girone di Champions - negli ultimi dieci anni. Anche per questo ieri, al termine della partita, l'allenatore negli spogliatoi non ha mancato di far sentire la propria voce.

LO SFOGO NEGLI SPOGLIATOI - Un dopogara a dir poco vivace quello dell'Olimpico. L'allenatore, alla fine della partita, è venuto meno anche all'abitudine di non commentare a caldo la partita. Troppo grande l'amarezza per l'ennesima debacle causata da distrazioni clamorose su calci d'angolo: "Dobbiamo svegliarci, non possiamo perdere l'uomo su ogni situazione da fermo, non succede neanche nei campionati giovanili", ha urlato alla squadra senza soffermarsi con i singoli. Uno sfogo che lunedì l'allenatore replicherà anche a Trigoria, probabilmente soffermandosi in sala video con tutti o quasi i giocatori, per spiegare gli errori individuali. Perché l'esplosione nello spogliatoio dello stadio è stato dettato soprattutto dalla delusione di veder sfumare un risultato positivo per le stesse ragioni che avevano causato la sconfitta mercoledì a Genova. Una tara ricorrente, nella stagione: con i due di ieri, sono già cinque in 11 gare i gol subiti (sui 13 complessivi) da situazioni di calcio d'angolo. A fine gara, ancora negli spogliatoi dell'Olimpico, l'allenatore ha voluto rivedere quasi tutte le azioni determinanti insieme al ds Sabatini. Un'altra occasione per ribadire gli errori del gruppo sulle singole situazioni di gioco. "Se fossimo andati a riposo sul risultato di pareggio sarebbe stata un'altra partita", la convinzione dell'allenatore. Che, adesso dovrà fare i conti anche con una situazione di campionato che inizia a farsi allarmante. Soprattutto dopo i risultati del pomeriggio di domenica. CLASSIFICA PERICOLOSA - "Io non guardo la classifica". Lo ha detto venerdì in conferenza stampa, Luis Enrique, lo ha ribadito sabato dalla pancia dello stadio Olimpico. La situazione, però, gli consiglierebbe di farlo e anche in fretta. È vero, il secondo tempo contro il Milan resta un punto fermo da cui ripartire. Ma la graduatoria della serie A, al termine del pomeriggio, ha risucchiato la Roma ad appena quattro punti dal terzultimo posto, mentre il terzo posto dell'Udinese, ultimo traino per la zona Champions League, è scappato a 7 lunghezze. Presto per bilanci e conclusioni, ma a quasi 4 mesi dall'inizio dei lavori, Luis non è ancora riuscito a far digerire alla squadra la propria "proposta" di gioco. Così come a dare forza ai risultati. E il futuro a breve termine, visto da qui, non sembra più luminoso: la Roma, che fino a oggi ha potuto giocare all'Olimpico 6 match dei 9 disputati, da qui alla fine del girone di andata disputerà 6 gare su 10 in trasferta. Non proprio una buona notizia.