rassegna stampa roma

Luis Enrique è un tecnico moderno: prima viene il giocatore e poi il ruolo

(Corriere dello Sport – L. Cascioli) – Lamela, Bojan, Luis Angel, Heinze, Stekelenburg: la nuova Roma sta prendendo corpo, nella speranza che nel frattempo non smarrisca per stra­da lo spirito costruttivo che l’ha fatta...

Redazione

(Corriere dello Sport - L. Cascioli) - Lamela, Bojan, Luis Angel, Heinze, Stekelenburg: la nuova Roma sta prendendo corpo, nella speranza che nel frattempo non smarrisca per stra­da lo spirito costruttivo che l'ha fatta rinascere. Il vizio d'origine riguarda i vertici della società. Tutti vogliono as­sumere decisioni, ma nessuno ha il potere di imporle al partner.

Non so come la pensano in America, ma da noi si dice: « Troppi galli a canta', nun se fa mai giorno». Il nodo gordiano va sciolto con decisione, come già seppe fare Franco Sensi, quando si accorse di aver commesso un errore ad acqui­stare la società giallorossa insieme con Mezzaroma. Liquidò subito il so­cio e sgombrò il campo da contrasti ed equivoci. In queste ultime settima­ne i motivi di disaccordo tra DiBene­detto e Unicredit sono stati troppi per garantire, a chi li osserva con cre­scente preoccupazione, la fiducia ne­cessaria per dare sicurezza allo staff, alla squadra e all'ambiente.

E veniamo alla nuova squadra: sta prendendo corpo, ma è ancora tutta nella mente di Luis Enrique, che sta valutando il materiale a disposizione, prima di inserire i nuovi acquisti. Dif­ficile al momento capirci qualcosa al di là delle buone intenzioni. Per un giovane talento che parte (Ménez), c'è un giovane talento in arrivo (Bojan). Parlo dello spagnolo prima ancora di Lamela, perché il ragazzo che viene dal Barcellona è stato fortemente vo­luto dal nuovo allenatore e per que­sto è il personaggio più atteso, il gio­vane di maggiore statura tecnica, quello che promette un salto di quali­tà. Ci piace di Luis Enrique l'importan­za che attribuisce ai giocatori, ridu­cendo quella dovuta al suo ruolo. In questo è un tecnico moderno, il con­trario di tanti vecchi burattinai che alla fine dello spettacolo salivano al­la ribalta, a ringraziare: e di colpo ci si accorgeva che i loro pupi erano di legno e di stracci, niente più che stru­menti del 'mago' che li muoveva. Lo spagnolo sa invece dare la giusta im­portanza ai suoi giocatori. Speriamo sappia anche saperli valutare. Il dub­bio ci è venuto quando lo abbiamo sentito affermare che Vucinic è ' un giocatore come tanti altri'. Non si chiedono sul mercato 20 milioni di eu­ro per 'un giocatore come tanti altri'. Il montenegrino sarà scomodo, con alti e bassi dovuti ad un carattere lu­natico, ma è stato per anni, dopo Tot­ti e insieme a De Rossi, negli anni cioè in cui la Roma l'ha fatta da pro­tagonista, il giocatore di maggior clas­se istintiva a disposizione di Spalletti e di Ranieri. Un cavallo di razza, che anche nel momento in cui sta lascian­do la stalla ha voluto emettere un pa­io di nitriti. Vedendolo andare in gol, intuendo al volo due assist di Greco e di Totti, ci ha fatto venire l'occhio umi­do e dolce. Scusiamo Luis Enrique perché un allenatore si trova spesso nella condizione di dover giustificare i motivi generali, che portano la so­cietà ad assumere decisioni sgrade­voli. Ma mi permetta di dargli un con­siglio: sia sempre se stesso e non ac­cetti di fare la spalla a nessuno. Ci guadagnerà in prestigio.

Oggi compie 90 anni Amadei. Vinse e fece vincere il primo scudetto. Di­ventò così per tutti l'ottavo re di Ro­ma. Nessun'altro campione, per quan­to grande, ne ha mai potuto usurpare il titolo nella fantasia di quei vecchi tifosi, che dopo ogni suo gol, urlavano a squarciagola dalle gradinate dello Stadio Nazionale:'V'avemo imbriaca­ti / oh, oh, oh / cor vino de Frascati'.