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Luis Enrique e la novità derby: «Calma Roma, so cosa significa»

(Corriere della Sera – L.Valdiserri) «È una gara speciale, lo so da tempo. La gente mi ferma per strada e mi dice da settimane: mi raccomando, il derby… E sono gentili con me anche i tifosi della Lazio che incontro.

Redazione

(Corriere della Sera - L.Valdiserri) «È una gara speciale, lo so da tempo. La gente mi ferma per strada e mi dice da settimane: mi raccomando, il derby... E sono gentili con me anche i tifosi della Lazio che incontro.

È una gara che si respira in tutta la città, ma non per questo cambiano le regole del calcio. Ci saranno due porte, vincerà chi segnerà un gol più dell'avversario. Faremo la nostra partita, cercando di avere il possesso della palla. Ho studiato l'avversario guardando sia le ultime partite della Lazio che i derby dell'anno scorso, ma non cambio il mio modo di giocare: la Roma ha bisogno di un'idea di calcio propositiva. È per questo che mi hanno scelto». Luis Enrique Martinez Garcia vivrà stasera il suo primo derby romano, ma nella sua carriera ha vissuto Mondiali, Europei, Champions League e una sfilza di clasicos Real Madrid-Barcellona con la maglia di tutte e due le squadre. Non è perciò la superbia ciò chi gli fa «relativizzare» la partita di stasera.

Il concetto è chiaro: «C'è una parte tattica, disegnata alla lavagna e sulla lavagna nessun allenatore al mondo commette mai un errore. Ma poi, in campo, decide la testa dei giocatori. Per me è molto importante controllare le emozioni. Non sarà facile farlo nel derby, perché so benissimo che si giocherà in un ambiente incredibile e ci sarà tanta voglia di vincere. Però siamo professionisti e dobbiamo sapere cosa fare in ogni momento. E dobbiamo anche essere un buon esempio per chi vedrà la gara allo stadio e in televisione».

È lo stesso sentimento che lo porta a dribbalre, con un sorriso, la domanda che lui stesso definisce «trappolone», quella su Francesco Totti che ha definito Edy Reja l'uomo derby perché è un portafortuna: «Lo so che a Roma vi piace scherzare e a me questo piace. Però sono stato calciatore e ho sempre avuto il massimo rispetto per tutti. Adesso, da allenatore, la penso nello stesso modo. Il mio futuro? Il compito dell'allenatore è pensare al presente, nel calcio non c'è futuro. Adesso c'è la Lazio, poi ci sarà il Palermo. Il domani non mi preoccupa. Se perdiamo il derby e vinciamo tutte le altre partite chiederanno ancora le mie dimissioni?». Come sempre, Luis Enrique darà la lista dei convocati solo stamattina. Ci saranno sicuramente Stekelenburg e Lamela, difficilmente Juan. Pjanic ieri si è allenato con il gruppo e resta il favorito per prendere il posto di Francesco Totti come trequartista. All'asturiano, però, non mancano le alternative: in quel ruolo possono giocare anche Pizarro o Bojan. «E a me piace avere tanta scelta, rende più difficile anche il lavoro dell'allenatore avversario». In difesa, due ballottaggi: Kjaer-Heinze e Rosi-Cassetti, con favoriti i primi. A centrocampo sicuro De Rossi, due per tre maglie tra Simplicio, Perrotta e Pizarro. Ma attenzione alla sorpresa Greco.